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‘Minacce a Biden e Harris’, nuovo allarme Fbi

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Un 20 gennaio blindato a Washington e nelle altre capitali americane. Il susseguirsi di allarmi lanciati dall’Fbi in vista della cerimonia di insediamento di Joe Biden e Kamala Harris fa sprofondare l’America in un clima di paura. Mentre continua la caccia all’uomo a livello nazionale per arrestare i violenti che il 6 gennaio hanno assaltato il Congresso, gli agenti federali stanno perlustrando la rete per anticipare eventuali pericoli e si preparano a giornate di fuoco, con lo spettro di nuovi attacchi da parte di milizie armate. Minacce sono state rinvenute nei confronti di Biden, Harris e della speaker della Camera Nancy Pelosi. “Non ho paura di giurare all’aperto”, le ha liquidate il presidente eletto, che come da tradizione intende prestare giuramento sui gradini del Congresso. Insieme a lui ci saranno gli ex presidenti Barack Obama, George W. Bush e Bill Clinton. Il pubblico sara’ ridotto all’osso fra il Covid e il timore di proteste violente, con Donald Trump che ha approvato lo stato di emergenza per Washington e la sindaca Muriel Bowser che ha invitato a stare alla larga. Deputati e senatori del Congresso sono in allerta, consapevoli di essere nel mirino di possibili agguati. I democratici della Camera sono stati informati e aggiornati su tre possibili scenari e tre possibili manifestazioni. Il primo e’ relativo alla “piu’ grande protesta armata mai avvenuta sul solo americano”. Il secondo riguarda una manifestazione in onore di Ashli Babbitt, la sostenitrice di Trump uccisa in Congresso. Il terzo e’ quello che piu’ preoccupa le forze dell’ordine e Capitol Hill: un gruppo di estremisti potrebbe formare un perimetro intorno al Campidoglio, alla Casa Bianca e alla Corte Suprema per bloccare l’ingresso dei democratici, anche uccidendoli se fosse necessario, in modo che i repubblicani possano prendere il controllo del governo. L’allerta e’ alta non solo a Washington ma in tutte le capitali degli Stati americani, dove la sicurezza e’ stata rafforzata per paura delle proteste di gruppi organizzati armati fra il 16 e il 20 gennaio. Le due date di allarme maggiore sono quelle di domenica 17, identificata anche da Twitter quando ha sospeso Trump, e martedi’ 20, il giorno del passaggio formale di testimone a Biden. Aleggia sui timori di sicurezza lo spettro Trump. Non partecipera’ alla cerimonia di insediamento e dovrebbe essere a Mar-a-Lago, in Florida, ma questo non rassicura. Preoccupa infatti l’ipotesi che possa sfidare tutti, anche l’impeachment, e organizzare un comizio in grado di alimentare e fomentare i suoi sostenitori con effetti potenzialmente devastanti.

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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