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Migranti in marcia a Caserta per la riapertura dell’ex Canapificio, la solidarietà di Marco D’Amore

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Gli attivisti del Centro Sociale ex Canapificio di Caserta, associazione la cui sede è stata sequestrata martedì scorso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per problemi di staticità strutturale, hanno allestito un presidio fisso all’esterno della Prefettura per chiedere alle istituzioni di trovare subito soluzioni per la messa in sicurezza.

Ieri gli attivisti avevano realizzato un gazebo informativo all’esterno del vecchio capannone industriale in cui ha sede il Centro, anche con lo scopo di non fermare le attività. Il Centro Sociale ex Canapificio gestisce lo Sprar, il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati (oggi denominato Siproimi), lo sportello per il reddito di cittadinanza e il progetto Piedibus, e svolge anche altri servizi per migranti e cittadini, in particolare per centinaia di famiglie.

“Il sequestro giudiziario potrebbe essere finalmente l’occasione per arrivare alla messa in sicurezza della sede, che noi chiediamo da anni”, ha spiegato Mimma D’Amico, responsabile del Centro sociale. La proprietà del capannone è della Regione Campania, che già nei mesi scorsi aveva intenzione di accollare le spese per la messa in sicurezza al Centro sociale; l’interlocuzione stava proseguendo in un apposito tavolo tecnico. Con il sequestro è ora probabile che la Regione, in qualità di proprietaria, debba mettere in sicurezza il tetto, mentre l’associazione dovrebbe occuparsi del resto della struttura.

Intanto è stata promossa una petizione-appello on line da presentare alle istituzione perchè accelerino l’iter per la messa in sicurezza. Nel mentre la situazione si spera si chiarisca presto, ci sono appelli ad aiutare l’ex Canapificio a riprendere le sue attività. E tra questi c’è quello di Marco D’Amore. Attore, regista, produttore, da sempre vicino ai volontari dell’ex Canapificio che ha chiesto a tutti quelli che hanno a cuore le sorti del Canapificio a scendere in piazza.  E a manifestare a Caserta c’erano alcune centinaia di persone. La marcia per le strade della città di terra di  Caserta è stata organizzata da una rete di associazioni cittadine capeggiate dall’Associazione Caserta Città viva.

 

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Investito e ucciso a Roma, caccia a pirata strada

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E’ stato travolto da un furgone che, dopo l’impatto, l’ha lasciato sull’asfalto proseguendo la corsa. E’ morto così Luca Tucciarelli, pensionato 83enne, investito stamattina intorno alle 7 alla periferia di Roma. L’incidente è avvenuto nel quartiere in cui abitava, San Basilio. L’anziano era appena uscito di casa e si trovava nell’area del mercato rionale quando il veicolo, probabilmente un furgone o un autocarro, l’ha travolto. Qualcuno ha sentito un forte boato e poco dopo ha visto l’83enne a terra, immobile. Sono stati chiamati subito i soccorsi, ma purtroppo non si è potuto fare nulla per salvarlo. L’incidente è avvenuto intorno alle 7 in via Arquata del Tronto, all’incrocio con via Recanati. Sul posto pattuglie del IV Gruppo Tiburtino della polizia locale che hanno avviato indagini per risalire al conducente del mezzo.

I vigili stanno raccogliendo testimonianze e analizzando i video delle telecamere di videosorveglianza ad ampio raggio. Dalle immagini potrebbero arrivare elementi importanti per risalire al modello e alla targa del veicolo visto da alcune persone andare via mentre Luca era sull’asfalto. In particolare, le telecamere potrebbero aver in quadrato il tragitto percorso in direzione del mercato o quello successivo al momento dell’investimento. Sconvolti i residenti di San Basilio, quartiere alla periferia di Roma, dove già in passato si sono verificati gravi incidenti.

“Abbiamo sentito un forte boato, poi abbiamo visto quell’uomo a terra” ha riferito qualcuno. E continua la scia di sangue sulle strade della Capitale dove, solo nei primi giorni di maggio, sono tre le persone travolte e uccise. Una escalation che ha portato l’associazione Movimento Diritti dei Pedoni a chiedere un incontro “formale” con l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè e con il comandante della polizia locale Mario De Sclavis. “Siamo sdegnati dalla timidezza con cui le istituzioni affrontano questa emergenza – ha sottolineato nei giorni scorsi la presidente dell’associazione, Francesca Chiodi -. Non neghiamo che siano in corso alcuni interventi (dai black point agli attraversamenti rialzati) ma la portata del problema è molto più grande e richiede un cambio di passo radicale e immediato”.

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Operaio muore a 24 anni precipitando da un ponteggio

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Il lavoro continua a uccidere; a tutte le età, in settori diversi. A pochi giorni dalla Giornata che lo celebra, altri due morti in Lombardia – un muratore di 24 anni e uno spedizioniere di 60 – si aggiungono al lungo elenco che, con le tre vittime registrate lunedì in Veneto, Lazio eCampania, portano il conto dei primi tre mesi dell’anno a 210 morti di lavoro, più di due al giorno. “Siamo di fronte a una strage, non un’emergenza” sono le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini La prima vittima è Endrit Ademi – 24 anni, italiano, nato in Kosovo e residente a Rovato, nel bresciano – stava rifacendo una facciata al terzo piano di un edificio in via Bassini, nel quartiere Lambrate a Milano per la ditta per cui lavorava, bresciana anche lei. É scivolato e sembra che il parapetto del ponteggio che doveva servire a contenerlo non abbia retto.

Il ragazzo è precipitato per oltre 12 metri, morendo sul colpo. Era un lavoratore scrupoloso e infaticabile, raccontano i colleghi sotto choc mentre il personale dell’Ats raccoglie le testimonianze durante l’intervento degli agenti della Polizia locale e dei vigili del fuoco che hanno isolato la zona per metterla in sicurezza. Il sindaco di Rovato, Tiziano Belotti, è addolorato: “un ragazzo non può morire a 24 anni, e certo non per guadagnarsi la giornata”. Un pensiero che rappresenta il sentimento del paese dove il 24enne viveva. “È una tremenda tragedia che colpisce, in maniera crudele, tutta la nostra comunità”, aggiunge. La Procura di Milano, con il pm Maria Cristina Ria, ha disposto l’autopsia e aperto un’inchiesta sulla morte del ragazzo, che era regolarmente assunto, per verificare le condizioni di sicurezza del cantiere.

Così come la stessa Procura aprirà un’inchiesta anche per la morte di Roberto Vitale, 60 anni, deceduto durante la notte perché travolto dalla motrice di un camion nel piazzale del deposito della Dhl a Carpiano, sempre nel Milanese. Alla guida del mezzo un suo collega di 62 anni che non si è accorto di lui. L’uomo, dopo aver scaricato della merce per conto di un’azienda bresciana di trasporti, si era incamminato nel piazzale della Dhl. Il buio, la stanchezza sua e del collega, forse, l’hanno ucciso. Vitale lavorava come autista ed era assunto con contratto a tempo pieno dal 2018. Lo rende noto la BS Autotrasporti S.p.A. esprimendo “profondo cordoglio per il tragico evento che ha colpito il proprio dipendente”.

“Nel corso degli anni – spiegano dall’azienda – ha dimostrato grande professionalità e dedizione al proprio lavoro, conquistando la stima e l’affetto di colleghi e collaboratori. Tutta l’azienda si stringe con commozione attorno alla famiglia, agli amici e ai colleghi, partecipando sentitamente al loro dolore”. Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si tratta dunque di “una vera e propria strage. La logica è sempre quella: si continua a morire perché la salute e la sicurezza sono considerate un costo e, anziché investire, si continua a far morire le persone”. “Conta il profitto, al centro c’è il profitto, non la persona e la persona diventa una macchina – conclude Landini – è sempre la solita logica. Vincenzo Greco della segreteria Cgil di Milano pensa che non basti più continuare a parlare genericamente di sicurezza.

“Servono ispettori del lavoro, e a Milano ce ne sono solo 20, formazione, regole e responsabilità chiare – ha spiegato -. C’è bisogno di un impegno concreto da parte di aziende e istituzioni. Serve, soprattutto, una cultura del lavoro e della prevenzione che rimetta al centro la vita, la sicurezza e la salute delle persone”. “Stop alla politica degli annunci – è la sua richiesta – non è più accettabile che si risponda a ogni tragedia con parole vuote e misure di facciata. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta dello Stato e del sistema produttivo”.

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Sciopero, treni cancellati e disagi in tutta italia

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Disagi e caos nelle stazioni, ritardi e cancellazioni di treni in tutta Italia, oggi, per lo sciopero ferroviario di 8 ore del personale Fs proclamato da Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Durato dalle 9 alle 17, secondo i dati diffusi dalle sigle sindacali, ha registrato un’adesione “massiccia”, intorno al 90%, da parte dei lavoratori e lavoratrici delle ferrovie e degli appalti. “Siamo disponibili da subito – spiegano le organizzazioni sindacali – a riprendere la trattativa per raggiungere un’intesa per il rinnovo che dia una risposta adeguata in termini di salario, di normativa, con la garanzia di turni di lavoro che prevedano un incremento sostanziale dei riposi, che valorizzino le indennità per i circa 100 mila lavoratori e lavoratrici a cui si applica il contratto”. Nel frattempo, “pieno sostegno” alla mobilitazione dei ferrovieri per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto il 31 dicembre 2023, hanno espresso sia il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, sia la leder della Cisl Daniela Fumarola.

Nella capitale, oltre alle cancellazioni, si sono registrati ritardi anche di 90 minuti, sia per gli arrivi sia per le partenze, con il caos alla stazione Termini. Fra i treni cancellati ci sono stati ad esempio quelli diretti per Milano, Napoli, Venezia, Pisa, e Trieste. E, tra le altre corse, sono stati annullati anche gli arrivi da Bolzano e Bari. Molte anche le cancellazioni delle corse regionali, comprese quelle da Fiumicino aeroporto. Dalle 9, quando è partita l’agitazione, via via i ritardi sui tabelloni si sono accumulati fino a raggiungere anche i 210 minuti. Inevitabile la calca e le file di passeggeri agli infopoint per cercare possibili soluzioni. La situazione non è stata migliore negli altri grandi capoluoghi della penisola.

A Milano, lo sciopero proclamato fino alle 17 dal personale del Gruppo Fs, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord, ha portato alla cancellazione di gran parte dei treni a lunga percorrenza, ma anche di vari convogli regionali, con lunghe file di passeggeri nel caos. Per chi intendeva raggiungere l’aeroporto di Malpensa con il Malpensa express sono stati istituiti autobus sostitutivi senza fermate intermedie in partenza da Cadorna. Tensioni analoghe anche a Bologna e Napoli, con centinaia di passeggeri accalcati nell’atrio delle stazioni a scrutare i monitor che riportavano avvisi di cancellazione o di ritardi di ore. A Napoli, inoltre, si è fermata anche la linea 2 della metropolitana e un presidio sindacale si è tenuto in mattinata davanti all’ingresso principale della stazione a piazza Garibaldi. In Veneto, secondo i dati della Fit-Cisl, l’adesione è stata del 90%, con la cancellazione della stragrande maggioranza dei convogli. Secondo il sindacato, allo sciopero hanno concorso capitreno, macchinisti, capistazione e operai della manutenzione. “Speriamo che dopo un anno e mezzo di attesa del nuovo contratto per 100 mila addetti alla mobilità ferroviaria, si possa raggiungere un accordo altrimenti, non volendo, proseguiremo con la mobilitazione” ha detto Claudio Capozzucca della Fit-Cisl Veneto.

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