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Migranti, il governo impugna l’ordinanza del presidente della Regione Sicilia Musumeci al Tar

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 Si sposta nelle aule del Tribunale amministrativo regionale di Palermo lo scontro politico tra il governo nazionale e quello regionale siciliano sulla chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti presenti nell’Isola. L’Esecutivo ha infatti impugnato l’ordinanza del presidente della Sicilia, Nello Musumeci, davanti al Tar di Palermo sostenendo che la gestione del fenomeno migratorio e’ competenza dello Stato e non delle Regioni. Il ricorso e’ gia’ stato notificato alla controparte e ne e’ in corso il deposito. Musumeci nel firmare l’ordinanza ha spiegato che il suo provvedimento era stato emesso in qualita’ di “autorita’ sanitaria in Sicilia e di soggetto attuatore dell’emergenza Covid-19” e dopo “avere preso atto che i luoghi dello Stato in cui il governo centrale ammassa centinaia di esseri umani sono al di fuori di ogni norma anti Coronavirus”. Dissente da questa linea il Governo nazionale, ritenendo che “la competenza sui migranti e’ dello Stato e non delle Regioni”. E nel ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio, dal premier e dal ministro dell’Interno, si sottolinea che l’ordinanza “interferisce gravemente sulla gestione del fenomeno migratorio che e’ materia di stretta ed esclusiva competenza dello Stato”. Un provvedimento simile, inoltre, “produrrebbe effetti a carico delle altre regioni, chiamate a farsi carico dell’ospitalita’ dei migranti”. Cosa che, si sottolinea, “peraltro gia’ avviene perche’ sono stati circa 4.000 gli immigrati che nel corso dell’estate sono stati trasferiti dalla Sicilia in altre regioni italiane”. Non arretra il governatore che annuncia battaglia legale davanti al Tar: “La Sicilia difendera’ la propria decisione davanti al giudice amministrativo – afferma Musumeci – ma nessuno pensi che un ricorso possa fermare la nostra doverosa azione di tutela sanitaria. Compete a noi e non ad altri. E su questa strada proseguiremo”. E sull’iniziata del Governo osserva anche se “vuole riaffermare la sua competenza sui migranti” allora “bene, la eserciti pure e intervenga come non ha fatto in questi mesi”. A sostegno dell’iniziativa di Musumeci si schiera la Lega in Sicilia che, col responsabile del dipartimento Giustizia, l’avvocato Stefano Santoro annuncia “un atto di intervento ‘ad opponendum’ contro il ricorso del Governo nazionale che potra’ essere sottoscritto liberamente da tutti i cittadini che riterranno giusta l’ordinanza” del governatore. La linea del Governo era stata anticipata dal ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, che, dalla Sicilia, ha bollato l’iniziativa del governatore “priva di ogni fondamento giuridico” che “temo che sia soltanto il manifesto di propaganda e polemica politica”. “Stupore per l’iniziativa del Presidente Musumeci, di sollecitare le prefetture dell’isola pena il possibile deferimento alla Autorita’ giudiziaria per dare tempestiva esecuzione alla sua ordinanza” e’ stata espressa dai sindacati dei prefetti, Sinpref e Ap. In serata il Viminale ha annunciato che e’ in corso di predisposizione un nuovo bando per reperire altre navi-quarantena per ospitare i migranti che sbarcano in Italia, alleggerendo le strutture a terra e che tra oggi e domani saranno circa 850 i migranti che saranno trasferiti da Lampedusa sulle navi quarantena Azzurra e Aurelia. E a Lampedusa, con il migliore delle condizioni del mare, e’ riuscita ad approdare l’Aurelia che ha attraccato a Cala Pisana. A bordo sono stati imbarcati prima 60 migranti positivi al Coronavirus, che erano in isolamento e sotto sorveglianza sanitaria in un padiglione del centro di primissima accoglienza, poi altre 213 persone che erano nell’hotspot di contrada Imbricola, dove ci sono ancora circa 850 extracomunitari. Dalla struttura in mattinata era uscito un gruppo di migranti, ma i carabinieri lo ha rintracciato tutti poco dopo. A Crotone sono sbarcati 61 i migranti, compresi 10 minorenni e due donne: erano su una imbarcazione intercettata, al largo delle coste calabresi, da una motovedetta della Guardia costiera sulla quale sono stati trasbordati e condotti a Crotone. Una ventina di migranti, per lo piu’ originarie dall’Afghanistan, giunti in Italia attraverso la rotta balcanica, sono stati rintracciati dalla polizia di frontiera in Friuli Venezia Giulia, nell’area di Trieste.

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Esteri

Il Cremlino a Trump: necessario un vertice con Putin

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Il Cremlino lancia un segnale a Donald Trump, giudicando “necessario” un incontro tra il presidente americano e quello russo Vladimir Putin, ma ammettendo anche che al momento “non c’è niente di concreto”. Mentre l’inquilino della Casa Bianca, dopo aver parlato al telefono con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, è tornato ad affermare che il conflitto russo-ucraino deve finire “ora”. Il vertice russo-americano “deve essere preparato in modo appropriato”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, facendo comunque capire che l’incontro non è in programma in Arabia Saudita, come ipotizzato in precedenza da alcuni media, perché il presidente russo non prevede un viaggio a Riad nei giorni in cui sarà presente Trump, a metà maggio. Sulla stessa linea le dichiarazioni di Trump, sulla via del ritorno a Washington dal fine settimana in Florida.

“Non lo so, non ci abbiamo pensato”, ha risposto a una domanda su un possibile vertice in Arabia Saudita. Ma poi ha fatto sapere che i colloqui con Mosca proseguono. Qualche ora dopo ha parlato al telefono con Erdogan, il cui governo, ormai tre anni fa, è stato finora l’unico capace di far sedere allo stesso tavolo negoziatori russi e ucraini dopo l’inizio delle ostilità. “Non vedo l’ora di collaborare con il presidente Erdogan per porre fine alla ridicola, ma mortale, guerra tra Russia e Ucraina, ORA!”, ha scritto Trump sul suo social Truth. E’ intanto arrivata a Kiev la nuova incaricata d’affari americana, Julie Davis, in sostituzione dell’ambasciatrice Bridget Brink, rimossa ad aprile per motivi mai resi noti ufficialmente. Ma il Financial Times aveva parlato di dissidi con l’amministrazione di Washington sulla linea adottata in Ucraina.

Putin si prepara nel frattempo ad una settimana di intensa attività diplomatica, con l’arrivo a Mosca di una ventina di leader che venerdì assisteranno sulla Piazza Rossa alla parata per l’80/o anniversario della sconfitta del nazifascismo. Tra di loro, il presidente cinese Xi Jinping e quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, già promotori di una iniziativa di pace prima del tentativo di mediazione avviato da Trump. Non sarà invece presente il primo ministro indiano Narendra Modi – nel pieno delle gravi tensioni con il Pakistan -, con il quale il capo del Cremlino ha avuto oggi un colloquio telefonico. Dall’Ue è arrivata una dura dichiarazione nei confronti di Pechino per la visita di Xi a Mosca, in programma dal 7 al 10 maggio. La Cina, ha affermato la portavoce della Commissione per la politica estera Anitta Hipper, “continua a svolgere un ruolo chiave nel favorire la continua guerra di aggressione della Russia”, mentre, in qualità di membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, avrebbe “la responsabilità di far rispettare la Carta delle Nazioni Unite e l’ordine basato sulle regole delle Nazioni Unite e internazionali”.

Zelensky, che ha respinto la proposta di Putin di un cessate il fuoco di tre giorni dall’8 al 10 maggio, ha avvertito che per l’Ucraina non sarà possibile “garantire la sicurezza” dei partecipanti alla parata del 9. E nelle ultime ore quattro droni lanciati dalle forze di Kiev sono stati abbattuti su un sobborgo meridionale della capitale russa, secondo quanto riferito dal sindaco Serghei Sobyanin. I detriti caduti al suolo hanno provocato “danni minori” a edifici residenziali e auto nel distretto di Podolsk, ha detto l’amministrazione locale, escludendo conseguenze per le persone. Il ministero della Difesa russo ha affermato che altri 23 droni sono stati intercettati nella notte tra domenica e lunedì su altre regioni russe: 5 su quella di Kaluga e 17 su quella di Kursk. Ma il governatore ad interim di quest’ultima regione, Alexander Khinstein, ha riferito che gli attacchi dei velivoli senza pilota di Kiev hanno provocato tre morti e tre feriti.

Due donne hanno perso la vita quando un’auto su cui viaggiavano, che trasportava al lavoro cinque dipendenti di un’impresa agricola, è stata centrata da un drone. In un’altra località un ordigno sganciato da un velivolo senza pilota ha colpito un’altra auto civile, uccidendo un uomo che si trovava a bordo. E, intanto, la Bbc fotografa il 2024 come l’anno più sanguinoso per le forze russe dall’inizio della guerra in Ucraina: almeno 45.287 soldati uccisi, “27 vite per ogni chilometro di territorio ucraino conquistato”, riporta il servizio russo del media britannico in collaborazione con Mediazona e un team di volontari che hanno elaborato dati open source di cimiteri russi, memoriali militari e necrologi.

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Esteri

Arriva la roadmap Ue, entro il 2027 addio al gas russo

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Dire addio ai combustibili fossili russi entro il 2027: Bruxelles l’aveva promesso nel 2022 con il suo piano RePowerEu e ora è pronta ad accelerare. La Commissione europea svelerà a Strasburgo l’attesa roadmap per chiudere i rubinetti di gas e gnl da Mosca nel duplice intento di spezzare i legami con una potenza “ostile” e rafforzare la leva negoziale nei colloqui sui dazi con Washington, offrendo in cambio più acquisti di gnl americano. Nonostante i piani dell’Ue per emanciparsi sul fronte energetico e trovare rotte alternative, Mosca rappresenta ancora il terzo fornitore di gas (16,6%) dopo Norvegia (45,6%) e Algeria (19,3%).

Ed è seconda nelle consegne di gnl ai Ventisette (17,5%), dietro soltanto agli Stati Uniti (45,3%). L’esecutivo di Ursula von der Leyen metterà dunque sul tavolo una comunicazione non vincolante con strumenti legali per aiutare le aziende Ue a liberarsi dagli ultimi legami con il colosso russo Gazprom. Ad esempio con l’uso della “forza maggiore” per rescindere i contratti senza incorrere in penali e con misure anti-rinnovo. Tutte soluzioni pensate per superare le famigerate clausole ‘take-or-pay’, che obbligano le imprese a pagare fino al 95% del gas pattuito, anche se non lo vogliono più. Il documento servirà a sondare le posizioni dei governi nazionali, in attesa di presentare “nei prossimi mesi” una proposta legislativa vera e propria.

D’altro canto, sanzionare l’import di gas russo – come già fatto con petrolio e carbone – sarebbe la via più rapida per tagliare la dipendenza. Ma è anche la più impervia: serve infatti l’unanimità dei 27, difficile da raggiungere con Ungheria e Slovacchia che non intendono tagliare i ponti con il Cremlino. Tanto che, secondo le ultime indiscrezioni, il commissario Ue ungherese Oliver Varhelyi avrebbe sollevato un’obiezione per bloccare la roadmap – anticipata già ad aprile da von der Leyen -, costringendo l’intero collegio a discuterne domani. Il via libera alla comunicazione non sembra comunque in bilico. Sul tavolo resta poi il nodo del nucleare russo: Bruxelles valuta incentivi per spingere i Paesi membri verso combustibili alternativi.

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Cronache

Inchiesta Doppia Curva, altri 7 arresti: ombre su Inter, Milan e il ruolo di Zanetti. Rapporti tra curva e dirigenza sotto i riflettori

L’inchiesta Doppia Curva porta a nuovi arresti tra gli ultrà di Inter e Milan. Emergono rapporti tra Bellocco, Beretta, Scarfone e il vicepresidente Zanetti.

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La nuova tranche dell’inchiesta Doppia Curva ha portato oggi all’arresto di sette persone legate alle tifoserie organizzate di Inter e Milan, rivelando una rete di intrecci tra criminalità organizzata, imprenditoria e ambienti dirigenziali calcistici.

Il ruolo di Antonio Bellocco e la rete di contatti

Nel provvedimento cautelare si legge dell’esistenza di un rapporto diretto tra Antonio Bellocco, figura di spicco della curva Nord e affiliato alla ’ndrangheta, e la società Inter. Bellocco, ucciso nel settembre scorso da Andrea Beretta, ex capo ultrà interista oggi collaboratore di giustizia, avrebbe avuto “concrete entrature” nella multinazionale QFort, attiva nella produzione di infissi e dichiarata estranea all’inchiesta.

Il legame passava attraverso Davide Scarfone, oggi in carcere, amministratore unico della QFort Como srl e rappresentante di altre due società del gruppo. Scarfone era vicino sia a Bellocco che a figure centrali della curva Sud del Milan, come Luca Lucci e Marianna Tedesco, già coinvolti nel maxi blitz del settembre 2023.

L’evento QFort e la presenza di Zanetti

Secondo le intercettazioni, Bellocco si era attivato per ottenere la partecipazione del vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti a un evento organizzato da QFort l’11 novembre 2023, rilevante per gli affari di Scarfone. Il 17 novembre Zanetti partecipò effettivamente all’iniziativa, su quella che viene descritta dal gip come “espressa volontà di Bellocco”, per rafforzare il prestigio di Scarfone.

Durante l’evento, Zanetti avrebbe elogiato pubblicamente l’imprenditore, che a sua volta si sarebbe vantato del riconoscimento ricevuto. Beretta, interrogato, ha ammesso di aver contattato Zanetti direttamente: “C’era proprio un rapporto di amicizia con Javier”.

Minacce e usura: gli affari sporchi del clan

Scarfone, sempre secondo l’ordinanza, avrebbe anche minacciato un imprenditore comasco, costretto a subire tassi usurari fino al 400% per prestiti ricevuti dal clan Bellocco. Un quadro che, per la magistratura, dimostra la pervasività dei legami tra criminalità e mondo ultras, con gravi implicazioni per le società calcistiche coinvolte.

La sanzione della Figc a Zanetti

La Figc ha recentemente multato Javier Zanetti per 14.500 euro, dopo aver analizzato gli atti dell’inchiesta. Una sanzione che certifica l’interesse della giustizia sportiva per i rapporti intercorsi tra la dirigenza nerazzurra e ambienti ultrà poi finiti in carcere.

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