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Cronache

Mercato droga Ue resiliente a Covid, 46 nuove sostanze

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Il “mercato” della droga in Europa non conosce crisi nemmeno durante una pandemia, anzi e’ in grado di ridurre al minimo i disagi provocati dal Covid, trovando nuovi modi di approvvigionamento e aumentando l’uso di servizi di messaggistica criptati e servizi di posta e consegna a domicilio. Un mercato che in tempo di crisi e’ addirittura capace di ampliare l’offerta per i suoi clienti con ben 46 nuove sostanze che arrivano cosi’ complessivamente a 830. A sancirlo e’ l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda) con la sua “Relazione europea sulla droga 2021: tendenze e sviluppi”, l’ultimo aggiornamento annuale sulla situazione della droga in Europa. Basata sui dati di 29 paesi (UE 27, piu’ Turchia e Norvegia). La relazione lancia proprio un’allerta sui rischi per la salute pubblica derivanti dalla disponibilita’ e dall’uso di una ampia gamma di sostanze, “spesso di elevata potenza o purezza” come dimostrato dal sequestro record di 213 tonnellate di droga nel 2019, in particolare cocaina ed eroina. La cannabis continua ad essere la droga piu’ usata in Europa: il suo consumo e’ circa 5 volte quello di altre sostanze. Ma la resina di cannabis venduta e’ ora piu’ potente di prima, con  un contenuto di Thc (principio attivo) in media tra il 20% e il 28%, quasi il doppio di quello delle erbe di cannabis. Circa 83 milioni degli adulti, pari al 28,9%, (dai 15 ai 64 anni) nell’Unione europea si stima che abbiano fatto uso di droghe illecite almeno una volta nella vita e che 17,4 milioni di giovani adulti (tra 15 e 34 anni) lo abbiano fatto nell’ultimo anno (16,9%), con circa il doppio dei maschi (21,6 %) rispetto alle donne (12,1%). Altra fonte di preoccupazione e’ che aumenta sempre piu’ l’uso ‘improprio’ di benzodiazepine, destinate a usi diversi da quello terapeutico. Queste sostanze possono essere nocive di per se’ ma, se combinate con oppiacei o alcolici, aumentano anche il rischio di overdose. Dalla relazione si apprende che durante la pandemia c’ e’ stato un maggior consumo di alcol e una maggiore sperimentazione di psichedelici, come l’Lsd e la 2C-B (4-bromo-2,5- dimetossifeniletilamina), e di droghe dissociative come la ketamina. Questo dato – viene fatto notare nel documento – coinciderebbe con una crescita della domanda di sostanze potenzialmente ritenute piu’ adatte al consumo domestico. Nel 2019, nell’Unione europea sono stati segnalati 1,5 milioni di reati contro la legge sulle sostanze stupefacenti, quasi un quarto (24 %) in piu’ rispetto al 2009. La maggior parte di questi reati (82 % o 1,2 milioni) riguardava il consumo o la detenzione per uso personale. Con circa 617000 reati denunciati nel 2019, la cannabis rappresenta tre quarti dei reati per consumo o detenzione. La stima dei decessi in Europa nel 2019 e’ di almeno 5 141 da overdose con un incremento pari al 3 % rispetto al 2018. Se si includono anche la Norvegia e la Turchia, il totale sale a 5769 decessi stimati, con una lieve flessione rispetto alla stima riveduta di 5920 nel 2018.

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Italia prima in Ue per vittime amianto, 7 mila in un anno

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La strage dell’amianto continua, 7 mila vittime lo scorso anno in Italia, 60 mila in 10 anni. E il nostro paese, superando Germania e Francia, ha il triste record europeo per decessi da mesotelioma, il male invisibile. Più di 200 mila mila sono i decessi per malattie correlate nel mondo, dati rilevati con preoccupazione dall’Onu che secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto possono essere sottostimati perché non considerano gli Stati ‘canaglia’ che omettono di segnalare e registrare i casi di malattia e morte per amianto, e dei decessi per esposizione ambientali. Domani si celebra la giornata per ricordare le vittime di questa sostanza ed Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, riferisce: “Sono stati 7 mila i morti solo nel nostro paese nell’ultimo anno, e il bando globale dell’amianto che semina morte è ancora una utopia. Sono numeri che non appartengono al passato. Sono volti, storie, famiglie spezzate oggi.

Molti non sapevano, altri sono stati ignorati. Troppi sono stati sacrificati nel nome del profitto. Non è più ammissibile che ci governi la lobby dei produttori del minerale killer e che le bonifiche vadano a rilento, nonostante la chiara presa d’atto di tutte le Istituzioni”. Il mesotelioma maligno è un tumore raro che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, materiale utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Poiché intercorrono di solito alcuni decenni tra l’esposizione e l’eventuale insorgenza del mesotelioma, ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a salire nei prossimi anni per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila. Tutti i casi di mesotelioma vengono segnalati al Registro nazionale mesoteliomi. L’Italia ha messo al bando l’amianto nel 1992. “Ma l’amianto non ha ancora messo al bando l’Italia – aggiunge Bonanni -. Questa giornata nazionale non è solo memoria. È un grido. Un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia per le vittime e alla tutela di chi oggi vive, lavora, studia in luoghi contaminati. In questa giornata, ricordiamo i caduti invisibili dell’amianto. E riaffermiamo un impegno: mai più profitto sulla pelle delle persone. Mai più silenzio. Mai più vittime”.

L’indice di mortalità è di circa il 93% dei casi. Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini, per motivi professionali, operai negli stabilimenti o nei siti militari e in particolare nelle regioni a maggior rischio. Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio che rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati. Secondo le statistiche dell’Oms sono circa 125 milioni i lavoratori in tutto il mondo ancora esposti alla sostanza cancerogena, e più di 107mila che muoiono ogni anno a causa dell’amianto. Per quanto riguarda l’Italia nel 2024, sono presenti “40 milioni di tonnellate di amianto all’interno di un milione di siti e micrositi, di cui 50mila industriali, e 42 di interesse nazionale.

La situazione è ancora più drammatica – aggiunge l’Osservatorio – in quanto il pericoloso cancerogeno è presente anche negli edifici di 2.500 scuole (stima 2023), all’interno delle quali sono esposti più di 352.000 alunni e 50.000 soggetti del personale docente e non docente. Ancora, 1.500 biblioteche ed edifici culturali compresi almeno 500 ospedali (stima per difetto perché la mappatura Ona è ancora in corso), hanno componenti in amianto nelle strutture e negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici”.

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Borrelli: corse clandestine ad Afragola, intervenire subito

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“Auto e moto che sfrecciano a tutta velocità, impennate, drift e acrobazie folli si ripetono nelle notti di Afragola, in particolare nella zona dell’Ipercoop”. E’ quanto hanno segnalato diversi residenti al deputato Francesco Emilio Borrelli. “I cittadini sono esasperati e terrorizzati. Non possiamo aspettare che si verifichi una tragedia per intervenire. Raduni illegali, corse clandestine, manovre pericolosissime con auto, moto e scooter sono ormai un’abitudine inaccettabile nelle notti afragolesi – sottolineano in una nota il deputato Francesco Emilio Borrelli, e i consiglieri comunali di Afragola e Casoria, per Europa Verde, Antonio Iazzetta e Salvatore Iavarone – Chiederemo alle autorità competenti di rafforzare immediatamente i controlli nella zona, predisponendo presidi fissi e monitoraggi mirati nelle ore notturne. Servono identificazioni, multe e sequestri dei mezzi. Non si può tollerare che il diritto alla sicurezza dei cittadini venga messo a rischio dall’incoscienza di chi pensa di poter trasformare le nostre strade in piste di velocità”.

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Presidente Eav, Umberto De Gregorio: su morti del Faito se qualcuno ha sbagliato pagherà

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“La verità e le eventuali responsabilità le definirà la magistratura nella quale ho massima fiducia. Se qualcuno ha sbagliato pagherà. Ma le eventuali responsabilità vanno ricercate scientificamente e dimostrate giuridicamente. Chi si occupava della funivia lo faceva con dedizione ed amore, sino a prova contraria. Vi sono stati errori, omissioni, superficialità? Vengano fuori, sia fatta giustizia”. Lo scrive Umberto De Gregorio, presidente Eav, la società di gestione della Funivia del Faito ritornando sulla caduta della cabina verificatasi lo scorso 17 aprile con la morte di quattro persone e il ferimento di un’altra. Nelle parole di De Gregorio nessun cenno diretto a quanto accaduto durante i funerali di ieri del macchinista Eav, Carmine Parlato. La moglie, Elvira, ha preso la parola dall’altare sottolineando che quanto accaduto “non è stata una fatalità” chiedendo che “chi ha messo a repentaglio al vita di esseri umani, ne risponda”.

Il presidente Eav sottolinea che “giustizia è cosa diversa dal giustizialismo , secondo cui ‘qualcuno comunque deve pagare’. Per quanto mi riguarda il mio compito è assicurare le risorse finanziarie per garantire la sicurezza: sotto questo aspetto ho la coscienza pulita in merito all’incidente sulla funivia: mai lesinato sulle risorse. La coscienza è a posto, il cuore è a pezzi”. Poche ore prima, De Gregorio aveva lanciato la proposta di un premio alla memoria di Carmine Parlato aggiungendo che l’inchiesta della Procura di Torre Annunziata che vede indagate 4 persone tra dirigenti e dipendenti Eav con le ipotesi di omicidio colposo plurimo e disastro colposo “si preannuncia complessa vista anche la zona impervia in cui la cabina della funivia improvvisamente è precipata”.

Oggi a Castellammare è arrivata per il riconoscimento delle salme che si trovano in obitorio la sorella del 65enne Derek Winn e cognata di Elaine Margaret, 58 annni, coppia britannica morta nel crollo della cabina. Momenti di commozione per la donna che si è recata nella stazione da dove partiva la Funivia, deponendo dei fiori, poi ha incontrato il sindaco Luigi Vicinanza. Con i due inglesi e con Parlato è morta la 25enne israelo palestinese Janan Suliman mentre il fratello Thabet, di 23 anni, con il quale stava viaggiando in Italia, unico sopravvissuto della tragedia, ancora ricoverato nella terapia intensiva nell’ospedale del Mare di Napoli, sta migliorando: in ripresa i parametri della respirazione del ragazzo, dopo la sospensione della sedazione.

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