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Politica

Meloni-Salvini, è testa a testa nei sondaggi per la leadership virtuale nel centrodestra

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Sempre piu’ testa a testa tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Secondo gli ultimi sondaggi, l’eterno duello tra Lega e FdI ormai non riguarda piu’ solo la leadership del centrodestra, quanto la corsa per diventare il primo partito italiano. Ovviamente le elezioni sono molto lontane e la estrema volatilita’ dell’elettorato italiano degli ultimi anni mostra che tutto puo’ cambiare in poco tempo. Detto cio’ i due leader ‘sovranisti’ si marcano sui social, sui temi cari ad ambedue come la sicurezza, l’immigrazione e il fisco, seppur su fronti opposti. Il primo agisce sempre da alleato fedele del governo Draghi, la seconda si presenta agli italiani orgogliosamente solitaria all’opposizione. Sinora la strategia di Salvini e’ stata quella di attribuire a se’ e alla Lega il merito di alcune mosse del governo oggettivamente molto popolari, pensiamo al capitolo delle riaperture e la fine dell’obbligo di indossare la mascherina. Ma paradossalmente anche Giorgia Meloni, pur essendo fuori dalla maggioranza, riesce a guadagnare consensi sempre sulla base delle scelte dell’esecutivo. E’ il caso di oggi, dello stop al cashback, deciso a sorpresa dall’esecutivo. Una misura, ricordiamolo, da sempre avversata pubblicamente nel Paese e in Parlamento da Fratelli d’Italia. E in serata anche Salvini interviene ricordando che questa decisione e’ stata assunta su “richiesta dalla Lega”. In questa dinamica, il segretario federale pare abbia cambiato leggermente strategia, cercando di parlare piu’ di “vita concreta” e meno di formule politiche. Da settimane, pur di guadagnarsi i galloni di leader del ‘centrodestra di governo’, affidabile e attento alla coalizione, ha lanciato la formula della federazione. Soluzione inizialmente accolta dal Cavaliere ma che pero’ ha scosso profondamente il partito di Forza Italia. A quel punto, Berlusconi ha rilanciato proponendo il partito unico, soluzione che pero’ appare irrealizzabile. Ora pero’, morso alle caviglie da FdI, Salvini cerca di ridarsi un profilo piu’ radicalmente anti-sinistra. Interrogato su partito unico, in una intervista tv, spiega che queste cose non interessano alla gente. Quindi, immediatamente ha rilanciato la polemica contro i sindacati riproponendo i voucher e la flessibilita’ sul lavoro. Quindi e’ tornato a contestare quella sinistra che difende “le cooperative che sfruttano i lavoratori”. In questo clima di sfida continua sul fronte della destra, resta in alto male la partita delle candidature del centrodestra alle prossime comunali. Si sa che saranno unitarie e civiche ma i nomi latitano. Al momento, di fatto, si sono chiuse solo le partite di Roma e Torino, Ma sulla piazza delicatissima di Milano e, nelle ultime ora anche Napoli, regna l’incertezza. Nel capoluogo lombardo, Matteo Salvini assicura che entro pochi giorni sara’ pronta la “squadra”. A Napoli, invece, sembra scricchiolare la soluzione Catello Maresca, sinora considerata in pole position. Altre grane per una coalizione che, malgrado le polemiche interne, le divisioni e spesso le contraddizioni evidenti, in Italia come in Europa, continua a crescere in valori assoluti tra gli elettori.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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