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Mel Gibson, armi, scandali e Trump: così l’attore torna protagonista sotto l’ala del tycoon

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Mel Gibson torna al centro della scena americana, ma non per un nuovo film. L’attore e regista premio Oscar, celebre quanto discusso per i suoi eccessi, è stato recentemente riabilitato dal Dipartimento di Giustizia USA, ottenendo il diritto a possedere armi da fuoco. Un diritto che gli era stato revocato nel 2011 a seguito della condanna per violenza domestica nei confronti della ex compagna Oksana Grigorieva, la madre della sua ottava figlia.

Il “perdono” voluto da Trump

A rivelarlo è il New York Times: Donald Trump in persona avrebbe spinto per includere Gibson in una lista speciale di dieci cittadini ai quali, nonostante i precedenti penali, venisse restituito il diritto a portare armi. Una decisione controversa che ha provocato anche la rimozione di Elizabeth G. Oyer, la procuratrice incaricata dei “pardons”, che aveva rifiutato la richiesta ritenendola pericolosa.

Il caso di Gibson, icona per una parte della destra americana, è diventato così simbolo di una battaglia ideologica, in un Paese sempre più diviso sul tema delle armi e della violenza domestica. Il permesso, va detto, resta soggetto alla legislazione dei singoli Stati, ma rappresenta un segnale politico chiarissimo da parte dell’amministrazione Trump.

Scandali, insulti e violenze

La carriera di Mel Gibson è costellata di successi cinematografici e profondi abissi personali. Dal kolossal La Passione di Cristo, ritenuto da molti carico di antisemitismo, agli insulti razzisti e antisemiti, come quello contro la ex compagna (“Se verrai stuprata da un branco di n*** sarà colpa tua”) o contro la comunità ebraica (“Gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre del mondo”). In più, frasi omofobe, aggressioni verbali e fisiche, e un primo divorzio da 420 milioni di dollari con Robyn Moore.

Inviato speciale a Hollywood

Nonostante tutto, oggi Mel Gibson torna in auge grazie a Trump, che lo ha nominato “inviato speciale” a Hollywood, un ruolo inedito con funzioni diplomatiche. Insieme a Sylvester Stallone e Jon Voight, avrà il compito di fare da “occhi e orecchie del presidente” nell’industria cinematografica, accusata di aver perso terreno a vantaggio delle potenze straniere. Una mossa che conferma la volontà dell’ex presidente di costruire una rete culturale e mediatica fedele al suo progetto politico.

In buona compagnia, Gibson ritrova spazio e potere nella nuova America trumpiana, dove il suo passato sembra non pesare più come prima. Anzi, diventa un curriculum di militanza agli occhi della destra più radicale.

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Zelensky a Roma per i funerali di Papa Francesco, forse incontra Trump

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Roma per partecipare ai funerali di Papa Francesco. Lo ha confermato il suo portavoce, Sergei Nykyforov, spiegando che anche la First Lady Olena Zelenska prenderà parte alla cerimonia funebre.

Incertezza fino all’ultimo sulla presenza

Fino a poche ore prima dell’annuncio, Zelensky aveva espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere la capitale italiana, affermando di non essere certo di “avere il tempo” per partecipare all’evento e per rivedere il presidente americano Donald Trump, anch’egli atteso ai funerali. Alla fine, il presidente ucraino ha scelto di essere presente per rendere omaggio a Papa Francesco.

Un momento solenne di rilievo internazionale

La partecipazione di Zelensky e della First Lady alla cerimonia sottolinea l’importanza del momento, che vede la presenza di numerosi capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo.

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Sondaggio Nyt, tasso di approvazione per Trump crolla al 42%

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Il consenso di Donald Trump crolla al 42%, secondo un sondaggio New York Times-Siena college condotto tra il 21 e il 24 aprile su 913 elettori registrati: il 42% approva il suo operato, mentre il 54% lo disapprova (il 5% non sa o non risponde). E solo il 36% pensa che gli Usa siano nella giusta direzione, il 53% crede il contrario (l’11% non sa o non risponde). Quanto al suo secondo mandato, il 66% del campione lo definisce caotico, il 59% preoccupante e solo il 42% eccitante.

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Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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