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Cronache

Mattarella ricorda l’Italicus, leso il principio di giustizia

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“Quarantacinque anni or sono dodici persone inermi persero la vita a causa di un ordigno ad alto potenziale – ricorda il presidente della Repubblica – collocato da sanguinari terroristi ed esploso sul treno Italicus, all’uscita della grande galleria dell’appennino, vicino alla stazione di San Benedetto Val di Sambro. Numerosi furono i feriti. Il ferroviere Silver Sirotti riusci’ a salvare diversi viaggiatori imprigionati dalle fiamme, ma pago’ con la morte quel gesto eroico di altruismo e solidarieta’ umana, espressione di autentico senso del dovere. In questo triste anniversario desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e a quanti sono rimasti segnati dalle ferite e dal dolore”. “Colpendo cittadini innocenti – dice ancora il Capo dello Stato – la bomba voleva colpire la Repubblica e la convivenza civile degli italiani. Le indagini e i processi, pur non giungendo all’identificazione dei terroristi esecutori, hanno confermato il legame con altri attentati e con la strategia destabilizzante ordita in quegli anni. La matrice neofascista e’ resa esplicita nella sentenza della Cassazione e poi nelle stesse conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2. La ferma risposta del popolo italiano sconfisse allora le trame oscure e criminali, difendendo l’ordine democratico. La solidarieta’ del Paese raccolta intorno ai beni cruciali e indivisibili della liberta’ e del rispetto della vita delle persone resta la risorsa – conclude – contro l’insorgere di qualunque minaccia o di ogni forma di violenza”.

“Quarantacinque anni or sono dodici persone inermi persero la vita a causa di un ordigno ad alto potenziale – ricorda il presidente della Repubblica – collocato da sanguinari terroristi ed esploso sul treno Italicus, all’uscita della grande galleria dell’appennino, vicino alla stazione di San Benedetto Val di Sambro. Numerosi furono i feriti.

Il ferroviere Silver Sirotti riusci’ a salvare diversi viaggiatori imprigionati dalle fiamme, ma pago’ con la morte quel gesto eroico di altruismo e solidarieta’ umana, espressione di autentico senso del dovere. In questo triste anniversario desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e a quanti sono rimasti segnati dalle ferite e dal dolore”. “Colpendo cittadini innocenti – dice ancora il Capo dello Stato – la bomba voleva colpire la Repubblica e la convivenza civile degli italiani. Le indagini e i processi, pur non giungendo all’identificazione dei terroristi esecutori, hanno confermato il legame con altri attentati e con la strategia destabilizzante ordita in quegli anni. La matrice neofascista e’ resa esplicita nella sentenza della Cassazione e poi nelle stesse conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2. La ferma risposta del popolo italiano sconfisse allora le trame oscure e criminali, difendendo l’ordine democratico. La solidarieta’ del Paese raccolta intorno ai beni cruciali e indivisibili della liberta’ e del rispetto della vita delle persone resta la risorsa – conclude – contro l’insorgere di qualunque minaccia o di ogni forma di violenza”.

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Cronache

Operaio muore a 24 anni precipitando da un ponteggio

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Il lavoro continua a uccidere; a tutte le età, in settori diversi. A pochi giorni dalla Giornata che lo celebra, altri due morti in Lombardia – un muratore di 24 anni e uno spedizioniere di 60 – si aggiungono al lungo elenco che, con le tre vittime registrate lunedì in Veneto, Lazio eCampania, portano il conto dei primi tre mesi dell’anno a 210 morti di lavoro, più di due al giorno. “Siamo di fronte a una strage, non un’emergenza” sono le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini La prima vittima è Endrit Ademi – 24 anni, italiano, nato in Kosovo e residente a Rovato, nel bresciano – stava rifacendo una facciata al terzo piano di un edificio in via Bassini, nel quartiere Lambrate a Milano per la ditta per cui lavorava, bresciana anche lei. É scivolato e sembra che il parapetto del ponteggio che doveva servire a contenerlo non abbia retto.

Il ragazzo è precipitato per oltre 12 metri, morendo sul colpo. Era un lavoratore scrupoloso e infaticabile, raccontano i colleghi sotto choc mentre il personale dell’Ats raccoglie le testimonianze durante l’intervento degli agenti della Polizia locale e dei vigili del fuoco che hanno isolato la zona per metterla in sicurezza. Il sindaco di Rovato, Tiziano Belotti, è addolorato: “un ragazzo non può morire a 24 anni, e certo non per guadagnarsi la giornata”. Un pensiero che rappresenta il sentimento del paese dove il 24enne viveva. “È una tremenda tragedia che colpisce, in maniera crudele, tutta la nostra comunità”, aggiunge. La Procura di Milano, con il pm Maria Cristina Ria, ha disposto l’autopsia e aperto un’inchiesta sulla morte del ragazzo, che era regolarmente assunto, per verificare le condizioni di sicurezza del cantiere.

Così come la stessa Procura aprirà un’inchiesta anche per la morte di Roberto Vitale, 60 anni, deceduto durante la notte perché travolto dalla motrice di un camion nel piazzale del deposito della Dhl a Carpiano, sempre nel Milanese. Alla guida del mezzo un suo collega di 62 anni che non si è accorto di lui. L’uomo, dopo aver scaricato della merce per conto di un’azienda bresciana di trasporti, si era incamminato nel piazzale della Dhl. Il buio, la stanchezza sua e del collega, forse, l’hanno ucciso. Vitale lavorava come autista ed era assunto con contratto a tempo pieno dal 2018. Lo rende noto la BS Autotrasporti S.p.A. esprimendo “profondo cordoglio per il tragico evento che ha colpito il proprio dipendente”.

“Nel corso degli anni – spiegano dall’azienda – ha dimostrato grande professionalità e dedizione al proprio lavoro, conquistando la stima e l’affetto di colleghi e collaboratori. Tutta l’azienda si stringe con commozione attorno alla famiglia, agli amici e ai colleghi, partecipando sentitamente al loro dolore”. Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, si tratta dunque di “una vera e propria strage. La logica è sempre quella: si continua a morire perché la salute e la sicurezza sono considerate un costo e, anziché investire, si continua a far morire le persone”. “Conta il profitto, al centro c’è il profitto, non la persona e la persona diventa una macchina – conclude Landini – è sempre la solita logica. Vincenzo Greco della segreteria Cgil di Milano pensa che non basti più continuare a parlare genericamente di sicurezza.

“Servono ispettori del lavoro, e a Milano ce ne sono solo 20, formazione, regole e responsabilità chiare – ha spiegato -. C’è bisogno di un impegno concreto da parte di aziende e istituzioni. Serve, soprattutto, una cultura del lavoro e della prevenzione che rimetta al centro la vita, la sicurezza e la salute delle persone”. “Stop alla politica degli annunci – è la sua richiesta – non è più accettabile che si risponda a ogni tragedia con parole vuote e misure di facciata. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta dello Stato e del sistema produttivo”.

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Sciopero, treni cancellati e disagi in tutta italia

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Disagi e caos nelle stazioni, ritardi e cancellazioni di treni in tutta Italia, oggi, per lo sciopero ferroviario di 8 ore del personale Fs proclamato da Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Durato dalle 9 alle 17, secondo i dati diffusi dalle sigle sindacali, ha registrato un’adesione “massiccia”, intorno al 90%, da parte dei lavoratori e lavoratrici delle ferrovie e degli appalti. “Siamo disponibili da subito – spiegano le organizzazioni sindacali – a riprendere la trattativa per raggiungere un’intesa per il rinnovo che dia una risposta adeguata in termini di salario, di normativa, con la garanzia di turni di lavoro che prevedano un incremento sostanziale dei riposi, che valorizzino le indennità per i circa 100 mila lavoratori e lavoratrici a cui si applica il contratto”. Nel frattempo, “pieno sostegno” alla mobilitazione dei ferrovieri per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto il 31 dicembre 2023, hanno espresso sia il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, sia la leder della Cisl Daniela Fumarola.

Nella capitale, oltre alle cancellazioni, si sono registrati ritardi anche di 90 minuti, sia per gli arrivi sia per le partenze, con il caos alla stazione Termini. Fra i treni cancellati ci sono stati ad esempio quelli diretti per Milano, Napoli, Venezia, Pisa, e Trieste. E, tra le altre corse, sono stati annullati anche gli arrivi da Bolzano e Bari. Molte anche le cancellazioni delle corse regionali, comprese quelle da Fiumicino aeroporto. Dalle 9, quando è partita l’agitazione, via via i ritardi sui tabelloni si sono accumulati fino a raggiungere anche i 210 minuti. Inevitabile la calca e le file di passeggeri agli infopoint per cercare possibili soluzioni. La situazione non è stata migliore negli altri grandi capoluoghi della penisola.

A Milano, lo sciopero proclamato fino alle 17 dal personale del Gruppo Fs, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord, ha portato alla cancellazione di gran parte dei treni a lunga percorrenza, ma anche di vari convogli regionali, con lunghe file di passeggeri nel caos. Per chi intendeva raggiungere l’aeroporto di Malpensa con il Malpensa express sono stati istituiti autobus sostitutivi senza fermate intermedie in partenza da Cadorna. Tensioni analoghe anche a Bologna e Napoli, con centinaia di passeggeri accalcati nell’atrio delle stazioni a scrutare i monitor che riportavano avvisi di cancellazione o di ritardi di ore. A Napoli, inoltre, si è fermata anche la linea 2 della metropolitana e un presidio sindacale si è tenuto in mattinata davanti all’ingresso principale della stazione a piazza Garibaldi. In Veneto, secondo i dati della Fit-Cisl, l’adesione è stata del 90%, con la cancellazione della stragrande maggioranza dei convogli. Secondo il sindacato, allo sciopero hanno concorso capitreno, macchinisti, capistazione e operai della manutenzione. “Speriamo che dopo un anno e mezzo di attesa del nuovo contratto per 100 mila addetti alla mobilità ferroviaria, si possa raggiungere un accordo altrimenti, non volendo, proseguiremo con la mobilitazione” ha detto Claudio Capozzucca della Fit-Cisl Veneto.

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Legambiente, sentenza Cedu su fonderie Pisano rende giustizia

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“Dopo la sentenza sulla Terra dei Fuochi, la Cedu torna in Campaniadove ancora una volta si condanna al mancato rispetto del diritto alla vita questa volta privata. Finalmente una sentenza che rende giustizia e che dovrà assicurare il diritto alla salute dell’intero territorio grazie al lavoro importante dell’associazione Salute e Vita e dei cittadini che hanno presentato il ricorso. Una comunità, quella tra Salerno, Pellezzano e Baronissi, come denunciamo da decenni, esposta agli effetti di un’azienda che non ha avuto la lungimiranza di investire in ricerca e innovazione per mettere al sicuro contemporaneamente cittadini, lavoratori e produzioni”. Lo scrivono in una nota Stefano Ciafani e Mariateresa Imparato, presidente nazionale e regionale di Legambiente, commentando la sentenza Cedu su Fonderia Pisano.

“Legambiente – prosegue il comunicato – chiede che si dia seguito con azioni concrete di bonifica, monitoraggi ulteriori sulla salute dei cittadini, riconversione industriale e delocalizzazione, trasparenza e partecipazione nei prossimi passi che tutti gli enti interessati dovranno mettere in campo per dare risposte puntuali e risolvere quella che si presenta, come una delle peggiori criticità del territorio salernitano”. Sulla vicenda interviene anche il presidente del Codacons Campania, Matteo Marchetti, secondo cui “questa sentenza è la dimostrazione ancora una volta che lì dove lo Stato Italiano almeno in parte fallisce interviene l’Europa; il Codacons Campania è stato per anni in battaglia nei processi penali nei confronti delle Fonderie Pisano per la salvaguardia dell’ambiente nella città di Salerno e nella valle dell’Irno, complimenti a tutti coloro che hanno ottenuto anche questo importante risultato che costituirà un rilevantissimo precedente in tutta Italia per la lotta all’inquinamento ambientale”.

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