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Politica

Mattarella nomina 33 “eroi” italiani normali, tra loro ci sono il marocchino Mustapha El Aoudi e la romena Roxana Roman

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In gran parte arrivano dal mondo del volontariato e dalla solidarieta’, ma non mancano promotori di cultura e “ribelli” alla criminalita’. Sono i 33 “eroi” italiani premiati oggi da Sergio Mattarella, in quello che rappresenta lo specchio dei valori che colorano l’Italia del presidente della Repubblica. Un’Italia normale, arricchita da esempi di integrazione e sacrificio. “Esempi civili” impegnati giorno dopo giorno nel bene comune, nella solidarieta’, nell’inclusione e nella legalita’. I piu’ giovani hanno 26 anni, la piu’ anziana invece e’ una donna di 93 anni che per tre settimane ha dato il suo contributo in Kenya come volontaria, nonostante bastone e problemi fisici. Ci sono agenti di polizia e civili, medici e maestri in pensione, imprenditori e sportivi. Tutti testimoni dei valori repubblicani promossi e sostenuti dal presidente Mattarella. Tra i premiati compaiono i nomi di Igor Trocchia e Maria Rosaria Coppoli, due esempi di anti-razzismo. Trocchia, da allenatore di una squadra del campionato Esordienti ritiro’ i suoi ragazzi in seguito ai ripetuti ‘buuu’ razzisti dagli spalti, mentre la Coppoli, sarta e costumista Rai di Napoli, fu protagonista di un video virale in cui fermo’ gli insulti razzisti da parte di un ragazzo nei confronti di uno straniero. “Tu non sei razzista, sei str…”, disse al giovane. “Eroi” italiani anche il marocchino Mustapha El Aoudi e la romena Roxana Roman. Lo scorso 4 dicembre, il primo – venditore ambulante in Italia dal 1990 – intervenne in difesa di una dottoressa dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone che era stata accoltellata da un uomo che l’accusava della morte della madre. Si oppose salvando la vita alla donna. Il presidente Mattarella ne ha voluto cosi’ premiare “il coraggio e l’altruismo”, come si legge nella motivazione. Roxana, invece, sali’ agli onori della cronaca per aver denunciato i Casamonica che, nel giorno di Pasqua, devastarono il suo bar picchiando prima una disabile e poi suo marito, co-titolare del locale. Un gesto che – si legge nella motivazione – ha contribuito all'”affermazione della legalita’”. Nella lunga lista del Quirinale c’e’ anche il veneziano Fabio Caramel. Il 26 enne decise di saltare una partita importante del suo Spinea, squadra del campionato dilettanti, per donare il midollo spinale ad una donna. Premiati anche altri tre sportivi, il triestino Davide Monticolo, il siciliano Vito Massimo Catania e la bergamasca Ilaria Galbusera. Il primo, ex cestista, ha fondato un’associazione per promuovere lo sport per disabili. Il secondo, invece, ha deciso di interrompere la propria carriera podistica per poter aiutare le persone disabili a vivere l’esperienza della corsa. Sono celebri i suoi video e le sue foto che lo ritraggono mentre spinge una sedia a rotelle di un amico durante le gare. La terza, capitano della nazionale femminile di volley sorde, fu tra le promotrici di un video, divenuto virale, dell’inno d’Italia “cantato” con la lingua dei segni, ma e’ anche impegnata nel sociale a favore delle persone sorde. E’ stato nominato cavaliere anche Riccardo Muci, l’agente della polizia stradale che la scorsa estate evito’ la strage sull’A14, in seguito all’incidente che causo’ l’esplosione di un’autocisterna. Fu lui a fermare le auto, nonostante le ustioni riportate. Ufficiale e’ stata nominata invece Rebecca Jean Spitzmiller, 62enne fondatrice di Retake Roma, l’associazione di volontari che si occupa di ripristinare il degrado urbano nella Capitale. Onorificenza anche per il sociologo anti-caporalato Marco Omizzolo, da tempo sotto le minacce di morte a causa delle sue denunce di sfruttamento dei braccianti nell’Agro Pontino. Premiati anche Nilo Mattugini e Simonetta Stefanini, coppia sessantenne del Lido di Camaiore in prima linea per dedicare il loro tempo ai bambini e ragazzi in carico al Servizio Sociale. Riconoscimento anche per un’altra coppia, Roberto Luigi Giuseppe Crippa e Luisa Fricchione, di Tione, che hanno adottato otto giovani etiopi rimasti orfani in seguito alla guerra civile. Non mancano “eroi” promotori di cultura, come la preside di Martina Franca Roberta Leporati, promotrice di un progetto per avvicinare gli studenti alla lirica, e Antonio La Cava, libraio a domicilio nei paesi della Basilicata che non hanno librerie o biblioteche.

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Politica

Atto di clemenza per onorare Papa Francesco: la politica torna a discutere di indulto e liberazione anticipata

Casini, Boschi, Serracchiani e altri parlamentari rilanciano l’appello di Papa Francesco: proposto l’indulto per l’ultimo anno di pena. Forza Italia apre, centrodestra diviso.

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Nel clima sospeso di queste giornate post-festive, scosse dalla solennità dei funerali di Papa Francesco, la politica italiana rispolvera un tema delicato e mai risolto: l’atto di clemenza verso i detenuti, nel nome del Pontefice scomparso. È stato Pier Ferdinando Casini, con un intervento sul Corriere della Sera, a riaprire il dibattito, rilanciando l’appello di Papa Francesco per una giustizia più umana, espresso simbolicamente all’apertura dell’Anno giubilare nel carcere di Rebibbia.

A farsi portavoce di questa istanza anche il movimento radicale Nessuno Tocchi Caino, che ha proposto la liberazione anticipata per i detenuti con un solo anno di pena residua. Una proposta già sottoscritta da parlamentari di diversi schieramenti: Maria Elena Boschi (Italia Viva), Debora Serracchiani (Pd), Luana Zanella (Avs), Maurizio Lupi (Noi Moderati), fino ad arrivare a Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato.

“Un minimo di coerenza vorrebbe che la politica, commossa ai funerali del Pontefice, dia un segnale concreto, non solo retorico”, ha dichiarato Zanettin. A fargli eco, Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera: “Serve una misura straordinaria, non un perdono indiscriminato”.

Tuttavia, non mancano i contrasti: Fratelli d’Italia e Lega restano silenziosi o critici, ricordando le frizioni già esplose nel centrodestra quando, lo scorso anno, Forza Italia sembrava aprire alla proposta di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata. Apertura poi rientrata dopo le tensioni con gli alleati.

Intanto, al ministero della Giustizia, guidato da Carlo Nordio, il viceministro Francesco Paolo Sisto conferma che è allo studio un provvedimento sull’uso eccessivo della custodia cautelare, ma frena su condoni e amnistie: “È giusto dire che si esce dal carcere solo perché non c’è posto? No. Lo sfratto non è incline alla funzione rieducativa della pena”.

Il confronto resta acceso, ma l’eredità spirituale e sociale di Papa Francesco torna a farsi sentire anche nelle aule parlamentari, spingendo una parte della politica a immaginare un gesto di clemenza come segno di civiltà e memoria.

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Economia

I sindacati in piazza, ‘basta morti sul lavoro’

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Oltre mezzo milione di incidenti sul lavoro e più di mille morti l’anno. Tre al giorno: tragedie in cantieri, fabbriche, campi, a cui bisogna mettere fine. Cgil, Cisl e Uil (foto Imagoeconomica in evidenza) scendono in piazza per il Primo maggio all’insegna della sicurezza sul lavoro, ricordando le tante vittime e dicendo basta. Al governo, che mette sul tavolo altri 650 milioni per la sicurezza, chiedono misure più incisive in vista dell’incontro dell’8 maggio a Palazzo Chigi.

Servono risposte ‘adeguate’ o sarà mobilitazione, avverte il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. In attesa del confronto, la premier Giorgia Meloni rivendica l’azione dell’esecutivo in questi due anni e mezzo: oltre un milione di posti di lavoro in più e il numero degli occupati al massimo storico, più di 24 milioni e 300mila. Un impegno che, assicura, continua anche sul fronte della sicurezza. Ma sulle sue parole si riaccende lo scontro con la segretaria del Pd, Elly Schlein: ‘Continua a mentire sui numeri’, attacca la segretaria dem, rilanciando la necessità di una legge sul salario minimo. Nelle piazze riecheggiano anche i referendum dell’8 e 9 giugno. Schlein al corteo a Roma sfila accanto a Landini, che rilancia l’invito ad andare a votare, e conferma che il Pd sostiene tutti i 5 sì al referendum.

VIA SPARANO PRIMO MAGGIO FESTA DEI LAVORATORI CGIL CISL E UIL UNITI PER UN LAVORO SICURO BANDIERE CGIL UIL CISL (foto Imagoeconomica)

Mentre il leader M5s, Giuseppe Conte, su Fb scrive che il movimento ‘dirà 4 sì’ ai quesiti sul lavoro (resta fuori quello sulla cittadinanza che non aveva firmato). Il tema unitario resta quello della sicurezza e del contrasto agli incidenti sul lavoro. ‘Questa vergogna deve finire’, dice la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, dal palco a Casteldaccia (Palermo), dove il 6 maggio dell’anno scorso cinque operai persero la vita, guardando alla convocazione dell’8 maggio per costruire una strategia nazionale e ‘un’alleanza’.

Da Montemurlo (Prato), il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ricorda invece Luana D’Orazio, morta lì quattro anni fa in una ditta tessile. E da lì torna a chiedere di istituire il reato di omicidio sul lavoro e una procura speciale. Alla giovane nel pomeriggio viene intitolata una strada, su iniziativa del comune. E alla mamma, Emma Marrazzo, arriva l’abbraccio anche della ministra del Lavoro, Marina Calderone, presente alla cerimonia: ‘Quello che le è accaduto è il peggior incubo’, le dice assicurando l’impegno a fare di più. Nel pomeriggio il concertone del Primo maggio a Roma – aperto da Leo Gassmann sulle note di ‘Bella Ciao’ – omaggia Papa Francesco: ‘La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo, ci accorgiamo della sua importanza quando viene tragicamente a mancare ed è sempre troppo tardi’, le parole di Bergoglio che riecheggiano in una piazza San Giovanni stracolma.

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Politica

Mattarella: Resistenza non è feticcio ma responsabilità

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Le associazioni combattentistiche “sono l’anima perenne della memoria”: la loro opera è “preziosa” perchè voi trasmettete “il senso di quello che è avvenuto, la custodia della memoria senza farne un feticcio consegnato al solo ricordo, ma facendola vivere come consapevolezza civile, come educazione alla responsabilità. Un ponte ideale tra generazioni nell’attualità dei valori”. Sergio Mattarella chiude le celebrazioni per il 25 aprile con un ennesimo appello a non dimenticare quanto accaduto con la Resistenza e la Liberazione ma soprattutto con un invito a far si che questa data non diventi uno sterile appuntamento ma una spinta ad agire nel nome di quei valori. Ricevendo al Quirinale le associazioni combattentistiche e d’arma, il cui incontro era programmato per il 23 aprile, il presidente della Repubblica è tornato a sottolineare l’importanza della festa della Liberazione.

Infatti per il capo dello Stato il 25 aprile deve essere “un’eredità vissuta nel presente e trasformata in impegno per riflettere sull’attualità di quei valori, a cominciare dal rifiuto dell’indifferenza”. Ma non solo perchè, ha ricordato ancora Mattarella, la Liberazione sprigionò “energia morale” e fu “il frutto di un moto individuale delle coscienze che divenne espressione della dignità del nostro paese, del nostro popolo che non si lasciò sopraffare dalla barbarie”. La rievocazione del presidente con le associazioni combattenti è quindi giocata tutta sul valore degli ideali che portarono al 25 aprile, sulla necessità di non perdere la spinta propulsiva che generò. Infatti ha spiegato come “minacce in forme diverse che pretendono di porre in discussione i valori di democrazia, libertà e pace che furono alla base della Resistenza sono sempre presenti. Conflitti armati sempre più frequenti vicini ai confini dell’Europa.

Tensioni nei rapporti internazionali che con oblio della memoria rischiano di provocare crisi globali dalle conseguenze catastrofiche. Ecco perché – ha ripetuto – il 25 aprile non è mera occasione di formale omaggio”. Non poteva infine mancare un raccordo tra gli ideali di quei tempi e le prime visionarie idee sulla necessità di arrivare ad un Europa unita, unico vero baluardo contro i nazionalismi aggressivi di quell’epoca: “rendiamo onore ai protagonisti della Liberazione e della Resistenza che ci hanno condotto nella nuova Italia, libera, democratica e promotrice di quella che oggi è l’Unione europea, un’Italia protagonista della cooperazione internazionale”, ha concluso il presidente.

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