Si è chiusa in cima al Colle, nell’incontro col presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme con i compagni di squadra di Coppa Davis, la fitta tre giorni romana di Jannik Sinner, il campione che ha conquistato i connazionali con le sue vittorie e la sua semplicità. E il Presidente ha rimarcato nel suo intervento proprio le qualità caratteriali del vincitore del primo slam dell’anno, nella celebrazione al Quirinale dove per l’occasione era esposta anche la coppa.
“Apprezzo la sua semplicità ma tutti ora – ha affermato Mattarella – si aspettano che vinca sempre: è giusto invece che non ci sia nessuna pressione, come lei ha ben detto parlando dei suoi genitori, perchè contano l’impegno, la lealtà, il senso sportivo di cui siamo certi”.
Mattarella ha però celebrato anzitutto “lo straordinario spirito di squadra” che ha permesso all’Italia di vincere la Davis, citando tutti i protagonisti presenti nella Sala degli Specchi, a cominciare da capitan Filippo Volandri. Il presidente ha ricordato di aver seguito “per intero” gli ultimi incontri dell’Italia a Malaga, fino alla finale con l’Australia, ma oltre ad una vittoria che mancava da 47 anni, ha rilevato, “sono stato colpito da quello che avete manifestato in quei giorni costantemente: lo spirito di squadra, la coesione fra voi, la normalità di comportamenti. E sono convinto che l’intervallo per le prossime vittorie non sarà lungo. Di fronte abbiamo altri appuntamenti, tornei e Olimpiadi. Siamo certi che farete il meglio”.
Mattarella, parlando poi della finale di Sinnera Melbourne, ha ammesso di averla “vista dal quarto set. Questo ha giovato al mio buonumore, ma subito ho avuto la certezza che avrebbe vinto”. Il presidente si e’ anche lanciato il ricordi da tifoso (“quella finale del ’76 certo, e per questo dopo 47 anni sono ancora piu’ grato, ma anche la semifinale con gli Usa vinta in rimonta nel ’60 da Pietrangeli-Sirola”, col primo, presente in platea, che annuiva). L’altoatesino dopo l’incontro si è detto colpito dalla conoscenza della storia del tennis dimostrata dal Capo dello Stato, “ho da imparare da lui tante cose che non sapevo”, e di aver apprezzato che abbia usato per lui e la squadra “parole molto belle e semplici”.
Unico a parlare tra i giocatori presenti – c’erano Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli, guidati dal capitan Volandri ma anche Matteo Berrettini e Andrea Vavassori, tutti sorridenti ed emozionati -, Sinner a nome di tutti ha espresso “l’orgoglio di essere qui è per una vittoria frutto del sacrificio e del gioco di squadra. E’ un successo per tutti gli italiani – ha aggiunto -. La cosa piu’ importante è esserci capiti tra compagni, di essere felici in campo e sorridere anche quando le cose non vanno bene”.
Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Jannik Sinner, in occasione dell’incontro con la Nazionale italiana maschile di Tennis vincitrice della Coppa Davis 2023, oggi 1 frebbraio 2024. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
E all’insegna del sorriso, tema così ricorrente nei discorsi di Sinner, è stato tutto l’incontro al Quirinale, anche quando il giocatore ha donato al presidente una cravatta e una racchetta con tanto di fiocco tricolore: “Grazie per la cravatta, bella, la metterò quando verrò agli Internazionali. E grazie davvero per splendida racchetta… moderna!, ha affermato Mattarella, raccontando i suoi ricordi del passato, quando le racchette erano molto diverse. L’incontro era stato aperto dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, che dopo aver ringraziato il Presidente “per la sua vicinanza e complicità col mondo dello sport”, ha sottolineato che l’Italia ha vinto solo una medaglia olimpica nel tennis, 100 anni fa, un bronzo con de Morpurgo a Parigi 1924, e di avere la sensazione che “quest’anno proprio lì possiamo ripeterci, e non con una sola medaglia”. “Bisogna rendere merito al gran lavoro di uomini e donne, di tecnici, dei dirigenti del tennis – ha aggiunto Malagò -: non dimentichiamo quando il tennis italiano era in serie C”.
Il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, ha a sua volta sottolineato che “Sinner ha compiuto un’impresa, ma la Davis è speciale perché è la competizione più bella e affascinante di tutte. In uno sport individuale, è l’unica competizione nella quale ti puoi spendere per i tuoi compagni, per la tua famiglia, per il tuo Paese. Oggi abbiamo mantenuto una promessa, fatta due anni fa dopo la finale di Berrettini a Wimbledon. Ora ce la metteremo tutta perché questo incontro diventi una consuetudine, e non passino altri 47 anni…”.
Jannik Sinner: “A Roma torno con una mentalità diversa. Ho anche pensato di lasciare il tennis”
Jannik Sinner si confessa al Tg1: “Momenti difficili, ho pensato di lasciare. Ora pronto a tornare a Roma con una nuova mentalità”. La forza della famiglia e del team.
Jannik Sinner si prepara a rientrare in campo agli Internazionali d’Italia di Roma con uno spirito nuovo, dopo mesi difficili segnati dalla sospensione per doping patteggiata con la Wada. In un’intervista esclusiva rilasciata al Tg1, il numero uno del tennis mondiale si è raccontato senza filtri al direttore Gian Marco Chiocci, svelando emozioni, fragilità e speranze alla vigilia del suo ritorno.
«Sono molto contento di rientrare in campo a Roma. Sicuramente torno con una mentalità diversa», ha detto Sinner, pronto a rimettersi in gioco dopo aver attraversato momenti complessi. «In campo non stavo come un giocatore si dovrebbe sentire. Il divertimento era andato via, pensavo ad altre cose. Ma ora sono felice di tornare, non c’è posto più bello di Roma per ricominciare».
Il campione altoatesino ha rivelato di aver pensato persino di lasciare il tennis: «Prima degli Australian Open non mi sentivo a mio agio, nemmeno negli spogliatoi. I giocatori mi guardavano in modo diverso, e lì ho pensato: è pesante vivere il tennis in questo modo».
Sinner ha ricordato la difficile gestione del caso Clostebol, la sostanza proibita che ha portato alla sua squalifica: «In quel momento non ho capito nulla. Non sapevo da dove venisse. È stato pesante accettare tre mesi di squalifica sapendo di non aver fatto nulla di sbagliato. Ma con il mio avvocato abbiamo deciso di patteggiare, per evitare rischi peggiori».
Fondamentale per lui è stato l’appoggio delle persone più vicine: «La mia fortuna è stata avere il mio team, la mia famiglia, persone che mi hanno protetto. Mi sono costruito una bolla, e questo mi ha dato la voglia di continuare a lottare».
Sul piano mentale, Sinner ammette di vivere le emozioni in modo intenso: «Anche io ho scatti di rabbia, ma il tennis è come il poker: devi nascondere le emozioni. Quando capisci che l’altro è in difficoltà, ti dà forza». E aggiunge: «Il tennis è importante, ma fuori dal campo c’è qualcosa di ancora più importante: la vita privata, la famiglia. Senza il mio team non sarei nessuno».
Con il rientro ormai imminente, Sinner si dice pronto ad affrontare la nuova sfida con consapevolezza: «Mi manca la competizione, la pressione della partita vera. Adesso voglio solo tornare a divertirmi giocando, ritrovare il piacere del campo. Siamo pronti a ripartire».
Torna l’elettricità in Spagna ed anche il Masters 1000 di Madrid riprende la sua corsa dopo la sospensione obbligata di ieri. L’Italia sorride con Lorenzo Musetti che batte ancora Stefanos Tsitsipas e raggiunge gli ottavi di finale del torneo madrileno (dove affronterà l’australiano Alex De Minaur). E’ costretto invece al ritiro Matteo Berrettini per un fastidio accusato agli adduttori dopo aver perso al tie break il primo set del terzo turno contro Jack Draper. Una scelta prudenziale, quella del romano, per evitare problemi più seri. A due settimane dal torneo di Montecarlo, quando (ai quarti) Musetti ha battuto per la prima volta Tsitsipas, il carrarino si ripete sulla terra rossa spagnola con un match in rimonta con l’azzurro che ha conquistato il primo parziale col punteggio di 7-5, risalendo dal 2-5, annullando anche un set point.
Nel secondo ha invece chiuso i conti al tie break. “E’ stata una partita difficile, all’inizio, perchè non avevo mai provato questo campo, il Manolo Santana, neanche in allenamento, e ho trovato molta differenza. Poi però mi sono adattato e la voglia di vincere questo match ha fatto la differenza”, ha spiegato Musetti a fine match. “Sono felice e orgoglioso perchè ci tenevo molto a vincere”, ha aggiunto. L’azzurro ha poi parlato della strana giornata di ieri, quando il black out in Spagna ha portato alla cancellazione di tutti gli incontri in programma, tra i quali quello appena vinto. “Ieri è stata una giornata dura, nel complesso. Quando succedono questa cose comprendi quanto siamo miserabili senza energia elettrica – ha detto Musetti -. Ma non è stato tutto brutto, per tornare in albergo siamo partiti insieme con Flavio e Matteo (Cobolli e Arnaldi, ndr). Abbiamo camminato due ore per rientrare, una bella camminata ma valeva la pena. E’ stata una bella preparazione per la partita di oggi”, ha concluso. Saluta Madrid con un ritiro Berrettini.
Il tennista romano, dopo aver perso al tie break il primo set contro il britannico Draper ha alzato bandiera bianca per il riacutizzarsi del fastidio all’addome emerso già dopo il match del primo turno contro Giron. E’ stato lo stesso Berrettini, con una nota affidata ai media, a chiarire i motivi del suo infortunio e a fornire aggiornamenti sulle sue condizioni: “Ho voluto provare a giocare nonostante il problemino dell’altro giorno, perché questi due giorni di riposo mi hanno aiutato a scaricare un po’ la zona dell’addome, che era molto carica e contratta – fa sapere l’ex n.6 del mondo -. Ma il ritiro è avvenuto perché il gioco non valeva la candela, c’era un rischio grosso di farsi male. E l’ultima cosa che vogliamo è infortunarsi agli addominali durante la stagione. E soprattutto per giocare contro i migliori al mondo ho bisogno delle mie armi al 100%. E questo oggi non c’era, soprattutto nella seconda parte, quando ho ricominciato a sentire forte il fastidio. Farò di tutto per recuperare per Roma. Mi dispiace perché tengo molto a questo torneo, anche oggi stavo giocando bene nonostante tutto. Il prossimo anno ci riproveremo”.
Novak Djokovic non sarà a Roma per gli Internazionali. Il tennista serbo ha comunicato poco fa all’ATP e alla direzione del torneo che non verrà nella Capitale dopo che risultava iscritto all’entry list del mille italiano.