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Mattarella, ‘i fondi per la ricerca sono sotto standard’

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Contro i tumori sono stati fatti “passi da gigante” ma il motore di tutto resta la ricerca scientifica e su questo fronte, “purtroppo sappiamo che le nostre risorse globalmente destinate alla ricerca sono limitate rispetto agli standard che dovremmo raggiungere”. Il richiamo arriva dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della presentazione al Quirinale de I giorni della ricerca promossi dalla Fondazione Airc, anche con la tradizionale maratona delle reti Rai – dal 5 al 12 novembre – per sostenere il lavoro dei ricercatori italiani. Se proprio la ricerca è la prima avversaria che toglie terreno al cancro, questa voce pesa “solo” per lo 0,65% sul Pil, ricorda l’Airc. La ricerca, ha affermato Mattarella, è “il motore del progresso dell’umanità”, eppure “constatiamo anche che tanti giovani vanno all’estero e vi restano non perché non vorrebbero lavorare in Italia, ma perché da noi talune condizioni – economiche e professionali – sono poco aperte, meno competitive”.

Dal Capo dello Stato, anche un richiamo contro le teorie anti-scientifiche, che “non soltanto offuscano la visione del bene comune ma sovente minacciano la salute stessa dei cittadini. Nell’epoca dell’intelligenza artificiale e della più grande accelerazione della scienza – ha detto – la diffusione della conoscenza continua a mescolarsi con il suo opposto. E’ un paradosso della nostra modernità”. La scienza, dunque, deve rappresentare un faro che neppure la guerra dovrebbe oscurare: “La collaborazione nella ricerca non deve essere fermata, né rallentata dalle guerre e dalle tensioni geopolitiche. Anzi – ha detto Mattarella – la collaborazione tra scienziati sui grandi obiettivi comuni dell’umanità può produrre anticorpi anche contro l’espansione dei conflitti”. Una collaborazione tanto più essenziale rispetto alla lotta ai tumori che, ha ricordato il presidente, è “una grande impresa collettiva, e richiede impegno e collaborazione”.

Il sottofinanziamento della ricerca resta la criticità principale anche per il presidente di Fondazione Airc Andrea Sironi: “Altri Paesi europei hanno aumentato gli investimenti, in Italia i fondi sono ancora insufficienti e pari allo 0,65% del Pil, e sommando la spesa pubblica e quella privata si arriva all’1,46% del Pil. Siamo sotto il livello di altri Paesi come Francia e Germania”. Per questo, avverte, “bisogna intervenire con misure strutturali perchè è a rischio la capacità dell’Italia di competere con gli altri Paesi e di trattenere i giovani che si formano da noi”. Occorre investire di più in ricerca perchè, ha ricordato, “il cancro resta ad oggi un’emergenza nazionale con oltre mille casi al giorno diagnosticati”.

Rassicurazioni sono però giunte dal ministro dell’Università e Ricerca Annamaria Bernini, che ha sottolineato come con il Pnrr “stiamo aumentando l’ammontare e la qualità dell’investimento in ricerca”. Ed il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che a breve firmerà il decreto per la ripartizione del Fondo per il Piano oncologico nazionale con una dotazione di 10 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027. Il Piano oncologico, ha affermato, “testimonia l’attenzione del Governo verso una patologia che rappresenta a tutt’oggi la seconda causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari, e un terzo delle morti prevenibili”. Vari i premi consegnati dal Capo dello Stato in questa occasione, come il Premio Airc ‘Credere nella Ricerca’ a Federfarma ed a Mara Venier, per il suo impegno continuativo a fianco di Airc nel sostenere, attraverso le trasmissioni televisive, la ricerca sul cancro. Al Quirinale anche a testimonianza di Luca Boldrini, giovane oncologo-radiologo del Policlinico Gemelli di Roma, vincitore del bando Airc ‘Next generation clinician scientist’: “L’obiettivo è portare la ricerca dal laboratorio al letto del paziente, direttamente in corsia. Airc – ha concluso – sostiene questo tipo di ricerca ed i giovani ricercatori che credono in questo progetto”.

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Politica

Due Csm e sorteggio secco dei togati, la riforma in Cdm

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La riforma costituzionale della Giustizia approda nelle prossime ore al Consiglio dei ministri, decisa ad eliminare il rischio delle correnti interne alla magistratura con l’ipotesi prevalente del ‘sorteggio secco’ sull’elezione dei togati al Csm. Il governo si è presentato oggi al Quirinale con il dossier, quello sull’annunciato provvedimento per la separazione delle carriere dei magistrati. Intanto esulta Antonio Tajani: “Siamo finalmente in dirittura d’arrivo per la riforma. Ogni imputato avrà la possibilità di avere l’accusa e la difesa sullo stesso piano”, dice il vice premier dedicando il disegno di legge a Silvio Berlusconi, che nella sua vita politica aveva sempre rincorso questo obiettivo. A puntare il dito contro le nuove regole annunciate è invece l’Anm, il sindacato delle toghe, che ha confermato la sua contrarietà anche al recente congresso di Catania e dopo l’incontro a via Arenula con il Guardasigilli.

Al Colle il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sono stati in queste ore ricevuti da Sergio Mattarella dopo un incontro con Ugo Zampetti, segretario generale della Presidenza della Repubblica. Al capo dello Stato è stato illustrato lo schema della riforma costituzionale, anche per recepire eventuali pareri e rilievi del presidente. Il ddl non prevede modifiche all’articolo 112 della Costituzione, ovvero quello che riguarda l’obbligatorietà dell’azione penale. Secondo le ipotesi prevalenti, sono previsti due Consigli superiori della magistratura, uno composto dai magistrati requirenti e l’altro da quelli giudicanti, con carriere separate e ben distinte, meno probabile la vecchia idea delle di un solo Csm con due sezioni.

In ogni caso a presiedere resterebbe comunque il presidente della Repubblica. Nelle ultime ore il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, aveva sottolineato gli obiettivi del provvedimento, che “non riguarda solo” la formalizzazione di “una separazione delle carriere, che dai tempi delle norme Cartabia c’è “già nei fatti”, ma anche la previsione di “due distinti Csm” che si occupano, ciascuno dei pm e dei magistrati giudicanti, provando a circoscrivere il ruolo delle correnti, un’anomalia del sistema”.

Proprio la scelta di un ‘sorteggio secco’ per la nomina dei componenti togati del Csm potrebbe rivelarsi la soluzione più netta contro eventuali influenze delle correnti sulle nomine. Al momento questa soluzione è prevalsa sull’ipotesi del ‘sorteggio mediato’, secondo cui invece i magistrati candidabili al Consiglio sorteggiati sarebbero stati poi sottoposti a successiva selezione. Sempre secondo le valutazioni in campo, vi è l’aumento del numero dei membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento. Nella nuova riforma, come più volte annunciato anche dal Guardasigilli Nordio, “la dignità della figura dell’avvocato entra in Costituzione: avrà una menzione autonoma come elemento strutturale della giurisdizione”.

Sarà inoltre introdotta l’Alta Corte, formata da nove membri: si tratterà di un organo di tutela giurisdizionale contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria, amministrativa e tributaria. Anche qui resta aperta però anche l’ipotesi che l’Alta Corte possa disciplinare in prima istanza e non in appello. Questo passaggio potrebbe probabilmente trovare anche il favore delle forze politiche esterne alla maggioranza.

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Election day per 51,7 milioni l’8 e 9 giugno

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Sono 51,7 milioni gli italiani chiamati alle urne sabato 8 e domenica 9 giugno per l’election day (5,1 milioni risiedono all’estero). Si vota per le Europee, per le Amministrative in 3.700 Comuni e per le Regionali in Piemonte. I seggi saranno aperti dalle 15 alle 23 l’8 giugno e dalle 7 alle 23 il giorno dopo. Il silenzio elettorale scatta dalla mezzanotte di venerdì 7. Novità di questa consultazione: i fuori sede potranno votare dal luogo in cui si trovano, senza rientrare nel Comune di residenza. La domanda per farlo andava presentata entro lo scorso 5 maggio.

EUROPEE – L’Italia eleggerà 76 membri del Parlamento europeo sui 720 complessivi. Il territorio nazionale è suddiviso in cinque circoscrizioni elettorali che eleggono un numero di deputati in proporzione agli abitanti. La circoscrizione Nord-Occidentale comprende Valle d’Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia. È la più popolosa ed esprime 20 seggi. Della Nord-Orientale fanno parte Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto. Qui si eleggono 15 deputati. La circoscrizione Centrale è composta da Lazio, Marche, Toscana e Umbria ed elegge 15 seggi. La Meridionale comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia con 18 seggi. Infine, la circoscrizione Isole, elegge 8 europarlamentari. In base alla legge elettorale europea, tutti i Paesi devono usare un sistema proporzionale. In Italia c’è il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. La soglia di sbarramento è al 4%.

AMMINISTRATIVE – Si vota in 3.715 Comuni, dei quali 29 capoluoghi (Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Bergamo, Biella, Cagliari, Cesena, Caltanissetta, Campobasso, Cremona, Ferrara, Firenze, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia), 228 con più di 15mila abitanti e 3.487 pari o inferiori a 15.000. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 23 e lunedì 24 giugno e riguarderà solo i Comuni con più di 15mila abitanti se nessun candidato avrà preso più del 50% dei voti. Oltre 17 milioni gli italiani chiamati a votare. Il decreto per l’Election day ha cambiato i limiti per i mandati ai primi cittadini dei piccoli Comuni: tra 5mila e 15mila abitanti si potrà arrivare al terzo mandato, sotto i 5mila viene eliminato il limite.

REGIONALI – Gli elettori piemontesi (3,6 milioni) sono chiamati a rinnovare il Consiglio regionale e eleggere il presidente della Regione. I 50 i consiglieri saranno eletti con un sistema misto: proporzionale per 40 seggi, maggioritario per 10. La soglia di sbarramento è del 3% per i gruppi di liste non uniti in coalizione o la cui coalizione abbia ottenuto una cifra elettorale inferiore al 5% dei voti validi.

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Politica

Salvini: subito al lavoro per emendamenti al salva casa

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– “Appena” il decreto Salva casa “uscirà in Gazzetta Ufficiale, spero a ore, lavoreremo subito come gruppo Lega agli emendamenti perché ci sono alcuni interventi che io ho già pronti, che i parlamentari hanno già pronti: penso all’altezza dei soffitti, penso alla riduzione della superficie minima per l’abitabilità, l’abitabilità, penso alla norma salva Milano”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, a margine di un evento di Assimpredil Ance a Milano.

“Sul pregresso – ha aggiunto Salvini – non entro nel merito delle inchieste giudiziarie, però una città come Milano non può fermare le autorizzazioni edilizie, non può fermare lo sviluppo della città. E quindi andiamo a fare un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti. Evidentemente quindi appena esce in Gazzetta Ufficiale il Parlamento sarà libero di proporre tutta una serie di migliorie, di interventi, di ulteriori passi in avanti”. Rispondendo a chi gli chiedeva se nella forma si trattasse di un emendamento, Salvini ha risposto: “Sì”.

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