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Manovra 2019, approvazione definitiva, Conte abbraccia i ministri: presto gli italiani sentiranno effetti positivi

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Si’ definitivo dell’Aula della Camera alla Manovra economica. I voti a favore sono stati 313, 70 i contrari. Dopo la proclamazione del risultato il premier Conte ha abbracciato i ministri.  Gli italiani si accorgeranno “presto, presto” degli effetti positivi della cosiddetta ‘Manovra del popolo’. Ne è convinto il premier Giuseppe Conte  all’uscita dall’Aula della Camera dopo l’approvazione della legge di bilancio. “Facciamo entrare in vigore le norme”, ha aggiunto Conte.

 

 

Una tassa forfait ai ‘cercatori occasionali’ di tartufi, e Iva ridotta sul raccolto. Tagli alle accise per i mini birrifici, fondi per celebrare Ovidio ma anche Nilde Iotti e Renzo De Felice: nonostante i tentativi di riforma della legge di bilancio, negli oltre 1.100 commi della manovra spuntano, come sempre, tante micro-norme. Eccone alcune:

FUNGHI E TARTUFI – Una tassa forfait di 100 euro per i raccoglitori ‘dilettanti’ di tartufi e funghi, circa 19mila in Italia. Ridotta al 5% l’Iva per i tartufi freschi o refrigerati, al 10% su quelli congelati o essiccati.

CRACKER AI CEREALI E SPEZIE – Iva agevolata anche per pane e cracker con saccarosio, grassi e oli alimentari industriali, cereali interi o in granella e semi, erbe aromatiche e spezie.

BIRRA, TAGLI A MICRO BIRRIFICI – Ridotto da 3 euro a 2,99 ad ettolitro l’accisa per la birra e sforbiciata del 40% per quella sui micro-birrifici.

OPERE ‘A MARE’ IN LIGURIA – Otto milioni per le “opere a mare, danneggiate” dalle mareggiate di fine ottobre.

AEROPORTI, DA REGGIO CALABRIA A CROTONE – Tre milioni per l’aeroporto di Crotone e 10 milioni per lo scalo di Reggio. BIELLA E NOVARA – Cinque milioni al Piemonte per i lavori sulla linea ferroviaria Biella-Novara. E un milione e mezzo va al ponte che unisce Calusco e Paderno D’Adda in Lombardia.

DIFESA CYBER – Tra i micro fondi arriva anche quello da un milione all’anno fino al 2021 a favore della difesa cibernetica. ARRIVANO CATASTO DELLA FRUTTA E AIUTI A APICOLTURA – Due milioni a favore dell’apicoltura. E cinque milioni in due anni per la nascita del Catasto frutticolo nazionale.

EBRI E BIOTESTAMENTO, FONDI AL GRAN SASSO – Tre milioni e mezzo per il Gran Sasso Science Institute, tre per la fondazione European Brain Research Institute, per la ricerca tra l’altro contro l’Alzheimer. Dal 2019, 400mila euro l’anno per la Dat.

FONDO RICERCA, CRUSCA E LINCEI – Arrivano 30 milioni l’anno dal 2019 al 2028 per il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), tre assunzioni all’Accademia della Crusca, nove all’Accademia dei Lincei. Stabilizzazioni anche in diversi enti parco, dall’Alta Murgia all’Asinara.

LOTTA A DROGHE E A POVERTA’ EDUCATIVA: nuovo fondo per la prevenzione, soprattutto tra gli adolescenti. Sette milioni in 3 anni. Rifinanziato per tre anni quello per la poverta’ educativa

PIATTAFORMA DEL FOSFORO – 200 mila euro per la piattaforma italiana del fosforo.

SCUOLA MERIDIONALE – Niente ‘Normale’ bis, a Napoli arriva pero’ la Scuola superiore meridionale con 8 milioni nel 2019. MUSEO CIVILTA’ ISTRIANA – 100 mila euro al Museo della civilta’ istriana e all’Archivio di Fiume. Aiuti anche alla cineteca Italiana di Milano e la Cineteca del Friuli. Due assunzioni al ministero dell’Istruzione per le minoranze linguistiche Fvg. MINORANZE CRISTIANE – 2 milioni all’anno per il biennio 2019-2020 e 4 milioni dal 2021.

CELEBRAZIONI IOTTI – Per le celebrazioni di Nilde Iotti (20 anni dalla morte e 100 dalla nascita, 200mila euro).

E QUELLE PER DE FELICE E SPIRITO – Sessantamila euro all’anno per un biennio in occasione dei 40 anni dalla scomparsa di Ugo Spirito, firmatario del Manifesto degli intellettuali fascisti, e dei 90 anni dalla nascita di Renzo De Felice.

OVIDIO – Un anno in piu’ per celebrare l’anno ovidiano.

RISORGIMENTO: per l’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano arrivano 400mila euro l’anno a partire dal 2019.

DALLE BANDE AL DESIGN – Un milione per festival, cori e bande e 3,5 milioni alla arti applicate come moda, design e grafica. Mezzo milione alle scuole di musica per gli studenti disabili.

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Folla commossa a Santa Maria Maggiore per salutare Papa Francesco

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All’alba, una lunga coda si era già formata davanti alla Porta Santa della basilica di Santa Maria Maggiore, dove è sepolto Papa Francesco. Ad aprire i cancelli, alle 7 in punto, è stato il rettore della basilica, il cardinale Rolandas Makrickas, che con emozione e un sorriso ha accolto i primi fedeli. Un’affluenza straordinaria che testimonia l’enorme affetto verso il Pontefice che ha scelto come ultima dimora il cuore multietnico dell’Esquilino.

Trentamila fedeli in poche ore

Alle 14, i visitatori erano già 30mila, e si prevede che a fine giornata possano raddoppiare. Famiglie, religiosi, scout e cittadini da ogni parte del mondo hanno reso omaggio a Francesco, il Papa dei poveri e della semplicità. La gente dell’Esquilino si è stretta attorno alla basilica, orgogliosa di avere come “vicino di casa” un Pontefice amato universalmente.

Le testimonianze di una devozione senza confini

Tra i tanti fedeli, Maria arrivata da Agrigento ha sottolineato la semplicità della tomba, specchio dello stile di Francesco. Florentine, da Grenoble ma originaria del Benin, ha parlato di una “grande emozione”. Roberto, romano e ateo, ha ricordato una frase che lo aveva colpito: «È meglio vivere da ateo che vivere da cristiano e parlare male degli altri». Dalla Finlandia, Sinika ha definito Francesco “il miglior Papa che i poveri possano avere”, fiera di indossare una maglietta con il suo ritratto.

Il ricordo che si fa simbolo

Nel quartiere, il volto di Francesco campeggia tra le vetrine, mentre striscioni di ringraziamento spuntano sui palazzi. Nella basilica, intanto, le celebrazioni liturgiche si alternano alla lunga processione dei fedeli: messe solenni, canti e l’omaggio di oltre cento cardinali. I tempi di attesa sono lunghi, ma il desiderio di sostare anche solo pochi secondi davanti alla lapide di “Franciscus” è fortissimo.

Roma prepara un afflusso senza precedenti

La fila continuerà oggi fino alle 22 e riprenderà domani mattina. Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato una pianificazione straordinaria per gestire l’enorme afflusso di pellegrini: «Mercoledì ci sarà una riunione in Prefettura per organizzare al meglio l’accoglienza». Intanto, la rosa bianca – fiore caro a Francesco per la sua devozione a Santa Teresina – è diventata il simbolo silenzioso di questo tributo d’amore.

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Referendum e regionali, la sfida delle opposizioni

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Per le opposizioni, le regionali saranno il “test prima delle politiche”. La definizione è del presidente Pd Stefano Bonaccini. La tornata d’autunno, quindi, come un esame di compattezza, come una prova di forza per vedere se nel 2027 il centrosinistra potrà evitare il Meloni bis. Al voto andranno: Marche, Veneto, Campania, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta. Le prime due sono governate dal centrodestra, le altre dal centrosinistra. Qualche mese prima, l’8 e 9 giugno, ci sarà un altro esame: i cinque referendum su lavoro e cittadinanza. Le opposizioni si stanno spendendo anche per quelli, specie Pd, M5s e Avs, mentre i centristi sono meno partecipi. Già raggiungere il quorum del 50% dei votanti farebbe ben sperare il fronte dei sostenitori dei “sì”.

In vista delle regionali, per il momento il lavoro dei partiti d’opposizione è orientato soprattutto alla definizione delle coalizioni. L’obiettivo della segretaria Pd Elly Schlein è rodare lo schieramento, nell’auspicio che sia il più largo possibile e che si presenti nel maggior numero possibile di Regioni. Sui nomi dei candidati i giochi sono fatti solo nelle Marche, dove per la carica di governatore corre l’eurodeputato Pd ed ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci: l’alleanza è in via di costruzione, ma c’è la speranza che alla fine possa comprendere sia il M5s sia i centristi. In Puglia dovrebbe essere in campo l’altro eurodeputato Pd ed ex sindaco di Bari Antonio Decaro. L’accoppiata Pd-M5s parte in discesa, visto che ha già fatto le prove con la giunta ora guidata da Michele Emiliano.

In Toscana, il trascorrere del tempo fa crescere le quotazioni di una ricandidatura del governatore uscente Eugenio Giani, del Pd, già alleato a Iv, che auspica di imbarcare anche M5s e Avs. Mentre Azione ha già dato il suo placet. Giochi aperti in Campania, dove Pd e M5s stanno lavorando al candidato, che potrebbe essere l’ex presidente della Camera Roberto Fico. In ballo c’è anche l’attuale vicepresidente di Montecitorio Sergio Costa.

Entrambi sono del M5s. Fico sembra favorito, anche se per adesso è “bloccato” dal limite dei due mandati: la Costituente del Movimento ha dato indicazione di togliere il vincolo, ma ancora devono essere definiti i criteri, che dovranno passare la vaglio del voto degli iscritti. Sembrava che la chiusura dell’iter potesse arrivare prima di Pasqua. I tempi, comunque, dovrebbero essere maturi. Resta in ogni caso da capire quali saranno le indicazioni del governatore uscente Vincenzo De Luca. Partita aperta in Veneto, dove il centrosinistra è alla ricerca del candidato, che potrebbe essere sostenuto sia da Pd sia dal M5s.

Dinamica a sé in Valle D’Aosta, dove il voto è sostanzialmente proporzionale: spetta poi agli eletti formare una maggioranza in consiglio regionale e individuare il governatore. La prima prova generale delle opposizioni, però, ci sarà fra un mese e mezzo, con i referendum sul lavoro promossi dalla Cgil, che sostanzialmente aboliscono il jobs act, e quello per rendere più facile l’acquisizione della cittadinanza promosso da un comitato con Più Europa. Pd e Avs hanno dato indicazione per cinque sì. Quattro sì per il M5s, che lascerà libertà di coscienza sulla cittadinanza. Per una volta, indicazioni analoghe da Azione e Iv: “sì” solo alla cittadinanza, “no” agli altri.

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‘Commemorazione di Gramsci, bandiere rosse vietate’

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“Bandiere rosse vietate alla commemorazione di Antonio Gramsci”. Lo sostiene Rifondazione comunista, in una nota firmata dal co-segretario della federazione romana del partito, Giovanni Barbera. Lo stop sarebbe stato dato dalla direzione del Cimitero Acattolico di Roma, dove riposano le spoglie di Gramsci.

“Durante la commemorazione dell’anniversario della morte di Antonio Gramsci – scrive Barbera – si è consumato un atto di censura senza precedenti. Per la prima volta, in decenni di celebrazioni, è stato impedito l’ingresso delle nostre bandiere rosse, che da sempre, nel rispetto della memoria storica, hanno accompagnato il ricordo di Gramsci”. La spiegazione del divieto, continua Barbera, offerta dalla direttrice del cimitero è stata che “il colore rosso sarebbe divisivo”.

Arrivando così a vietare “perfino l’uso di un semplice drappo rosso, senza scritte né simboli”. Alla cerimonia – hanno raccontato altri presenti – ha partecipato almeno un centinaio di persone. Fra loro molti esponenti politici, con delegazioni anche del Pd (composta da Cecilia D’Elia, Michele Fina, Roberto Morassut, Andrea Casu ed Eugenio Marino) e di Sinistra Italiana (guidata da Marilena Grassadonia). Una commemorazione “partecipata, più degli anni passati, e tranquilla – è stato il racconto – che si è chiusa con l’esecuzione di un brano musicale”.

Fra i rappresentanti delle altre forze politiche c’è chi ha confermato che è stato chiesto di non portare bandiere di partito nel cimitero, senza però che questo abbia sollevato particolari polemiche. Qualcuno aveva la bandiera della pace, mentre simboli e nomi delle forze politiche erano comunque presenti sugli omaggi lasciati sulla tomba di Gramsci: mazzi di fiori e corone. Dura, invece, Rifondazione comunista: “Negare la presenza dei nostri simboli alla commemorazione di Antonio Gramsci (uno dei più grandi pensatori del Novecento, fondatore del Partito Comunista d’Italia e martire del fascismo) nel giorno della sua morte, è un atto di ignominia che merita la più dura condanna”.

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