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Malati di diabete di tipo 1 migliorati durante il lockdown

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Nella prima settimana di lockdown completo, i pazienti affetti da diabete tipo 1 (quelli che dipendono dalle iniezioni di insulina) hanno visto migliorare il loro andamento glicemico grazie al riposo e alla tecnologia. Lo dice uno studio coordinato da Gian Paolo Fadini dell’Universita’ di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (Vimm) sui livelli glicemici di 33 pazienti con diabete tipo 1 che usavano un sensore sottocutaneo collegato alla clinica diabetologica tramite il cloud, un sistema che permette al diabetologo di monitorare in real-time l’andamento glicemico e di fornire ai pazienti consigli su come ottimizzare la terapia. Lo studio, pubblicato su “Diabetes Therapy”, dimostra che nonostante la limitata possibilita’ di fare esercizio fisico e lo stress psicologico, i profili glicemici dei pazienti che sono rimasti a casa e’ migliorato significativamente. “Riteniamo che rallentare i ritmi della vita quotidiana per un breve periodo possa sortire degli effetti favorevoli sulla gestione del diabete tipo 1 – commenta il professor Angelo Avogaro, direttore Diabetologia – .Avere piu’ tempo da dedicare al controllo delle glicemie ed alla scelta del regime alimentare, senza le incombenze lavorative, pare aver migliorato l’andamento del diabete”. L’evidenza riguarda anche i pazienti che hanno continuato a lavorare: oltre al sensore glicemico, molti dipendenti dell’Azienda ospedaliera con diabete tipo 1 hanno usato la pompa di insulina nota come microinfusore. “Pur in un periodo cupo come quello del lockdown, questa nuova ricerca getta una luce inattesa sui benefici della gestione tecnologica del diabete tipo 1 – conclude Avogaro – Sensori glicemici, connessione via cloud e pompe di insulina, unitamente all’educazione adeguata all’autogestione della terapia, sono la chiave per garantire ai pazienti il miglior controllo glicemico”.

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Muti a Bari con i Berliner, Europa comunione culturale

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Una mattinata di festa immersi nelle sonorità inimitabili dei Berliner Philharmoniker diretti da Riccardo Muti ma anche un’occasione per riflettere sull’unità dell’Europa fondata “sulla comunione culturale e spirituale”. E’ cominciato così il primo maggio a Bari, città scelta quest’anno dai Berliner per la tradizionale celebrazione della loro fondazione, avvenuta il primo maggio del 1882 e che ogni anno l’orchestra festeggia in una località diversa. Quest’anno è toccato al teatro Petruzzelli ospitare l’Europakonzert, “ma questo concerto – ci ha tenuto a sottolineare Muti dal podio – non è solo un omaggio alla città di Bari e alla Puglia, ma è un segnale importantissimo di cosa può e deve essere l’Europa, una comunione culturale e spirituale”. “La venuta di questa orchestra qui a Bari – ha aggiunto – è un segnale importante e questo è un progetto per l’Europa”.

Muti l’aveva detto anche il giorno prima, durante la prova generale aperta studenti e insegnanti di scuole musicali e utenti e operatori del welfare comunale, “ma – ha ribadito al concerto ufficiale – lo sto dicendo da anni e spero che tutti, non solamente in questa regione, si rendano conto di cosa significa la presenza dei Berliner Philharmoniker a Bari”. Nel teatro sold out da tempo per l’evento, con il pubblico emozionato ed entusiasta Muti ha ricordato la grande “comunione con la Germania” simboleggiata anche dalla prolungata presenza in Puglia “dell’imperatore Federico II, imperatore di Germania, che decise di vivere la maggior parte del suo tempo qui in Puglia dove veniva chiamato Puer Apuliae”.

“E questa comunione – ha detto ancora – oggi è un simbolo di cosa possa essere l’Europa come la concepiva Federico”. “Questo connubio – ha aggiunto – oggi più di ieri ha un significato profondo e deve celebrare l’Europa comune”. Non a caso, infatti, Muti ha scelto un repertorio per metà italiano, con l’overture dal Guillaume Tell di Gioacchino Rossini e Le quattro stagioni da I vespri siciliani di Giuseppe Verdi, e per metà tedesco con la sinfonia n.2 in Re maggiore, op. 73 di Johannes Brahms. L’obiettivo di Muti, è trasmettere tramite la musica l’ importanza di costruire “un ponte basato su radici culturali comuni”. In sala, oltre al sindaco di Bari, Vito Leccese, e al presidente della Regione, Michele Emiliano, anche l’ambasciatore di Germania, Hans Dieter Lucas. Al termine del concerto, Emiliano ha donato il sigillo d’oro di San Nicola al maestro Muti, all’ambasciatore Dieter Lucas e alla general manager dei Berliner Andrea Zietzschmann.

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La nuova Gauff in azzurro, Tyra Grant ha scelto l’Italia

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Le ‘frecciate’ arrivate dagli Usa tramite ‘The Athletic’ e New York Times non le hanno fatto molto effetto, Tyra Caterina Grant ha scelto l’Italia, il Paese dove è nata, a Roma, il 12 marzo del 2008. E pazienza se da New York scrivono che l’ha fatto perché nel Bel Paese la concorrenza, agonistica e in fatto di ricerca di sponsor, è minore. La verità è che lei, che tifa Juventus e vuole essere in tribuna all’Olimpico per la partita di sabato 10 tra la Lazio e i bianconeri, ha cominciato a praticare il tennis vincendo a Roma il Lemon Bowl quando aveva 10 anni e poi sviluppando il proprio talento tra Vigevano e Bordighera agli ordini di coach Riccardo Piatti, creatore di campioni.

E proprio a Bordighera, Tyra ha incrociato Jannik Sinner, che ha osservato a lungo e assieme al quale si è anche allenata facendo qualche scambio. Vincitrice di tre Slam di categoria in doppio (Roland Garros nel 2023, Australian Open e Wimbledon 2024), arrivata fino al n. 2 nel ranking delle juniores, Tyra è figlia dell’ex giocatore di basket Tyrone Grant, 48enne di Brooklyn con tanti anni di militanza in Italia fra Livorno, Avellino, Teramo, Milano, Virtus Bologna, Veroli, Treviso e Venezia, e di Cinzia Giovinco, atleta e maestra di tennis.

Proprio mamma Cinzia ha avuto un ruolo importante nella decisione della ragazza di rappresentare l’Italia (a lungo corteggiata dalla Federtennis del presidente Angelo Binaghi), poi quasi a voler ufficializzare il tutto è arrivato il tabellone delle prequalifiche del torneo di doppio degli Internazionali d’Italia, in cui accanto al cognome di Grant, che gioca in coppia con Lisa Piga, è comparsa la bandiera italiana e non quella degli Stati Uniti con cui Tyra (reduce da un anno, il 2023, di allenamenti in Florida sotto l’egida della federazione statunitense) aveva giocato in precedenza. Anche il New York Times ha messo nero su bianco scrivendo che “un portavoce della Wta ha confermato che l’organizzazione ha approvato la richiesta di Grant di cambiare la sua nazionalità e che la modifica entrerà in vigore a partire dagli Internazionali d’Italia”.

A Roma Tyra Grant, che di nascita effettiva e tennistica è italianissima, giocherà anche il singolare, perché ha avuto una wild card. Peccato per gli Usa, dov’era considerata una probabile erede delle sorelle Venus e Serena Williams e di Coco Gauff. Lei si è limitata a dire che “essendo papà di Brooklyn e avendo passato io un anno lì, mi sento anche un po’ americana”, ma ciò che ora conta è se questa 17enne confermerà le aspettative. Intanto Tyra ha spiegato che si sente imbarazzata a dirlo, ma spera “di poter diventare numero 1 del mondo e poter vincere tanti Slam. Non lo dico con presunzione, ma oggettivamente mi alleno per questo. Poi vedremo che carriera avrò”. Non rimane che vederla impegnata sul campo, il bello viene adesso.

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Borsa della Spesa, il caldo anticipa le produzioni estive

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Il caldo anticipa le produzioni estive, con il prezzo dei meloni retati siciliani “in veloce calo (-7,3% in una settimana) “poiché aumenta la produzione ma la domanda rimane ancora bassa”. A segnalarlo è La Borsa della Spesa, servizio settimanale di Borsa Merci telematica italiana (Bmti) e Italmercati, con il supporto di Consumerismo No Profit. Tra la frutta, rilevano inoltre gli analisti, le fragole sono nel pieno della loro produzione e i loro prezzi all’ingrosso, prosegue la nota, “sono stabili e vanno da 3,00 euro/Kg per le produzioni campane, siciliane e calabresi fino a 4,50 euro/kg per le produzioni lucane, di qualità maggiore.

In questa settimana è anche possibile acquistare gli ultimi kiwi italiani, venduti all’ingrosso intorno a 2,70 euro/kg. Tra gli ortaggi, le fave hanno raggiunto il picco della loro produzione e presentano prezzi all’ingrosso regolari, intorno a 1,50 euro/kg, grazie all’abbondanza della loro produzione. Molto richiesti anche i piselli, i cui prezzi all’ingrosso sono scesi questa settimana al di sotto di 3,00 euro/Kg. confermandosi mediamente intorno a 2,70 euro/kg.

I prezzi all’ingrosso degli asparagi oscillano da 3,50 a 4,50 euro/kg, in calo del 12,2% rispetto alla settimana precedente grazie all’aumento della produzione, soprattutto in Campania e in Puglia. Per i carciofi i prezzi all’ingrosso vanno da 0,30 a 0,70 euro al pezzo, a seconda della varietà. Nel settore ittico, abbondano le seppie, nel pieno della loro stagione e con prezzi che vanno da 10,00 a 15,00 euro/kg. Nel comparto carni si registrano prezzi in calo per i tagli anteriori di vitellone, che vanno da 6,55 a 6,65 euro/kg.

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