L’abbraccio con papa Francesco, la colazione con Mattarella, l’incontro a Palazzo Chigi con Meloni. E’ stata a tutto campo la giornata romana del presidente brasiliano Inacio Lula da Silva che, ricordando “il rapporto storico con l’Italia, fin dai tempi in cui ero dirigente sindacale”, ha messo sui tavoli dei suoi interlocutori priorità e sfide del gigante latinoamericano, a partire dalla pace in Ucraina. Ma anche il rafforzamento delle “relazioni tra due Paesi fratelli, Brasile e Italia” e “l’accordo tra Unione europea e Mercosur”, temi di cui Lula ha parlato con Mattarella, come ha riferito lui stesso su Twitter. Un visita, la prima in Italia nel corso del suo terzo mandato, che si inserisce nell’offensiva diplomatica del presidente carioca che mira a riportare il Brasile del nuovo corso in prima linea nell’agenda internazionale. Quel nuovo corso che gli ha riconosciuto anche Mattarella esprimendogli “tutta la stima e l’apprezzamento per la sua difesa della democrazia e del parlamento”, chiaro riferimento all’assalto del gennaio scorso ai palazzi delle massime istituzioni dello Stato da parte dei sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro che non accettavano la vittoria di Lula. Ma il nuovo protagonismo globale del Brasile passa soprattutto dal tentativo di inserirsi nel cammino per arrivare alla pace in Ucraina con una propria proposta, illustrata a Mosca e Kiev dall’inviato Celso Amorim, che non ha trovato finora grandi riscontri. Lula ha parlato a lungo al papa della sua idea di pace. Un “fiore molto fragile” in questo “tempo di guerra”, come l’ha definita il pontefice regalando al presidente un bassorilievo in bronzo su cui campeggia proprio questa scritta.
Quarantacinque minuti di colloquio privato nell’Auletta dell’Aula Paolo VI in un clima di “molta simpatia e amicizia” dal momento che Francesco e Lula si conoscono da anni, riferisce la sala stampa della Santa Sede, sottolineando in una nota il “positivo scambio di vedute sulla situazione socio-politica della regione” e “su alcuni temi di comune interesse, quali la promozione della pace e della riconciliazione, la lotta contro la povertà e le disuguaglianze, il rispetto delle popolazioni indigene, nonché la protezione dell’ambiente”. E al grazie al papa “per la bella conversazione sulla pace nel mondo”, postato su Twitter dal presidente brasiliano, si è accompagnato l’invito alla festa ‘Círio de Nazaré’ in onore della Madonna di Nazareth, che si svolge a ottobre nel Belém-Pará, uno dei maggiori festeggiamenti mariani al mondo.
Lula non ha visto invece il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, a Udine per un incontro pubblico, nel quale è tornato sulla guerra in Ucraina ribadendo l’importanza di “continuare a offrire canali di pace con la mediazione e i buoni uffici”, anche se “non mi pare che attualmente ci siano grandi prospettive che queste offerte siano accettate”. Onori militari invece a Palazzo Chigi per il presidente brasiliano, che ha avuto un colloquio di poco più di un’ora con la premier Giorgia Meloni prima di dirigersi verso il Campidoglio, dove il sindaco Roberto Gualtieri, in fascia tricolore, lo ha accolto con un abbraccio. Anche questa una vecchia amicizia: da eurodeputato Gualtieri visitò l’allora ex presidente, accusato di corruzione, nel carcere di Curitiba. “Con Lula abbiamo parlato della candidatura di Roma all’Expo che sarà valutata dal Brasile con grande attenzione, poi vedremo”, ha riferito tra l’altro il sindaco. La giornata romana del leader brasiliano ha visto anche un incontro con la segretaria del Pd Elly Schlein, per la quale Lula è “un simbolo straordinario di lotta, di riscossa e di rivincita delle persone più deboli su una destra estrema che anche in Brasile ha spaccato la società, emarginato i più deboli e fatto gli interessi di pochissimi”.