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Lolloflow, dopo il successo di ‘O mar for arriva Sangue nero

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Lorenzo Gennaro in arte Lolloflow è un giovane musicista e produttore, grazie al pianoforte scopre la sua passione per la musica. Con gli anni si avvicina al rap e in generale all’hip-hop. A 20 anni il primo gruppo trap/rap di nome Suba Crew con in Icaro e PJ, Lolloflow ha anche inciso 4 singoli.
Riesce ad avere maggior visibilità grazie al brano “O Mar For”, sigla della serie “Mare fuori”, realizzato con l’amico Matteo Paolillo, in arte Icaro, che nella serie interpreta Edoardo.
Entrambi hanno collaborato anche nella stesura del brano “Sangue nero”, che verrà presentato nella seconda stagione di Mare fuori.

Da dove nasce il nome Lolloflow?

È nato per caso, io ballavo e ballo break dance e il mio nome d’arte era Flow. Un giorno mentre stavamo registrando con il gruppo Suba Crew, PJ, un membro del gruppo, mi ha chiamato casualmente Lolloflow, perché a lui piace stravolgere i nomi d’arte. A me è piaciuto tantissimo, anche perché “Lollo” era il nomignolo che mi davano da bambino.

Come è nata la passione per la musica?

Anche qua tutto per casualmente. Anni fa i mie genitori comprarono una tastiera per farci suonare, perchè mio padre è un musicista. Un giorno, per caso, mi misi a suonare la tastiera. Da subito, tutti notarono che ero estremamente portato. Imparavo canzoni da solo e di un certo spessore, come “Per Elisa” di Beethoven guardando solo semplici tutorial su Youtube. Da lì mi hanno chiesto se volevo studiare pianoforte, così ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte ed ho conseguito dei diplomi. Poi non so cosa mi è successo… sono finito ad ascoltare tutt’altra musica, come metal, brani con sound più aggressivi e hardcore per poi passare a sonorità più forti ma allo stesso tempo “più leggere”fino ad arrivare a Salmo che mi ha fatto conoscere la cultura rap. La musica elettronica è arrivata molto dopo, in gran parte con il gruppo Suba Crew.

Come è nato il gruppo Suba Crew?

Io, Matteo e DJ frequentavamo la stessa scuola, il centro sperimentale di Roma. Però non ci eravamo mai ‘calcolati’. Ogni anno in quella scuola facevano un lavoro che si chiamava 48 ore Film Fest; Era un progetto, in cui dovevi realizzare un cortometraggio in 48 ore. Un anno avevo deciso di partecipare, e lì ho incontrato Matteo. Non mi ricordo come uscito fuori il discorso, ma parlando gli dissi che io facevo musica, lui mi rispose che faceva Rap e che io avevo delle basi eccetera. In seguito Matteo mi ha presentato PJ. Non abbiamo creato subito il gruppo, ma era più un collettivo dove ci si supportava e dove facevamo canzoni. Con il tempo abbiamo capito che, nonostante le nostre diversità, ci venivamo molto incontro e abbiamo capito di voler creare un gruppo, ma tutto è successo in maniera casuale. Fu Matteo in un live a decidere su due piedi il nostro nome Suba Crew.

Qual è il messaggio che vorresti dare con i tuoi brani da solista?

Nei mie brani voglio dare diversi messaggi, in ogni canzone tendo a parlare di un argomento differente.
Con la mia musica in generale, cerco di affrontare l’introspettività, la propria sensibilità e cerco di affrontare me stesso. Nel brano “2%”, l’ultimo che ho realizzato; il messaggio è semplice, si parla di storie d’amore tossiche, alle quale ripensi con nostalgia ma ti rendi conto che comunque erano tossiche.
Il brano “Ruggine” era un ragionamento sul “piove sempre sul bagnato” . Di conseguenza piangere non serve a nulla perché, se tu piangi mentre già stai male non migliorerai mai. “Tornare bambino” era un guardarmi dentro in particolare durante la mia infanzia, non ho ricordi molto felici, e di conseguenza in quel periodo della mia vita avevo bisogno di raccontarmi. Il mio primo brano “Zero storie” volevo fare “una coattata” perché sono romano de Roma e ci sta! anche se “Zero storie” ha un mood che mi piace tirare fuori ma non mi appartiene , però ogni tanto mi piace tirarlo fuori; preferisco un mood sospeso lento.

L’anno scorso lei e Matteo Paolillo avete collaborato nella creazione del brano “O Mar For” , sigla della serie “Mare Fuori”. Quest’anno avete collaborato con il brano “Sangue nero”.
Due canzoni di successo.

“O mare for” è nato da una necessità della produzione di mare fuori. C’ era bisogno di realizzare la sigla per la serie tv. Un giorno Matteo mi chiese di buttare giù una base con un mood relativo alla criminalità del Sud, ma non lo avevo mai fatto! Ho ascoltato varie colonne sonore, di film e serie TV, come Gomorra.
Da lì mi è venuta l’ispirazione tutto in un pomeriggio. Mentre io realizzavo la base, Matteo nel frattempo scriveva il testo. In seguito nell’arrangiamento ci ha lavorato Stefano Lentini. Così e nato il brano, “O Mar For” Non ci aspettavamo tutto questo successo, fino ad allora non avevamo mai avuto tutta questa visibilità. Quest’anno più o meno il modus operandi è stato lo stesso. Ci è stato richiesto di fare altri brani per la serie tv, con le linee guida delle sceneggiatura. Abbiamo realizzato due brani, “Amare chi fa male” e “Sangue nero”. Alla fine abbiamo deciso di fare inserire solo il brano “Sangue nero”. Su “Amare chi fa male” ci abbiamo lavorato in un secondo momento con Domenico Cuomo.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Sto lavorando a tantissimi progetti che spero vedranno la luce molto presto. Un EP tutto mio e anche collaborazioni con altri artisti.

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Viktoriia Roshchyna, morta in carcere russo la giornalista ucraina: il corpo restituito con segni di tortura

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Il 14 febbraio scorso, la Russia ha restituito all’Ucraina il corpo di Viktoriia Roshchyna, giovane giornalista freelance ucraina scomparsa nell’agosto 2023 mentre documentava i crimini nei territori occupati nel sud-est del Paese. La restituzione è avvenuta nell’ambito di uno scambio di salme, ma la condizione del corpo ha subito destato allarme.

Segni di tortura e lesioni inflitte in vita

Secondo le indagini della Procura generale ucraina, rese note da Ukrainska Pravda, il corpo di Roshchyna era in avanzato stato di decomposizione e mostrava chiari segni di tortura: abrasioni, contusioni diffuse, una costola rotta, ferite al collo e probabili scosse elettriche ai piedi. Il capo del Dipartimento della Guerra della procura, Yurii Bielousov, ha confermato che le lesioni “sono state inflitte mentre era ancora in vita”.

Organismi interni mancanti e sospetti di occultamento

La conferma dell’identità è avvenuta tramite test del DNA con una corrispondenza del 99%, ma il padre della reporter ha chiesto ulteriori accertamenti, viste le condizioni del corpo. L’autopsia ha rivelato l’assenza di diversi organi interni, tra cui cervello, bulbi oculari e parte della trachea. Un medico legale internazionale ha ipotizzato che questo possa essere stato un tentativo di occultare prove di strangolamento o soffocamento.

Detenzione illegale e isolamento totale

Roshchyna, 27 anni, è la prima giornalista ucraina confermata morta in un carcere russo. Era stata detenuta senza accuse formali nel carcere Sizo-2 di Taganrog, uno dei centri dove la Russia trattiene civili ucraini in condizioni denunciate da diverse organizzazioni internazionali. Non le sarebbe stata consentita alcuna comunicazione con l’esterno.

Tajani: “Putin bluffa, ma la pace è possibile entro il 2025”

Mentre la vicenda scuote l’opinione pubblica internazionale, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando dal congresso del Partito Popolare Europeo a Valencia, si è detto convinto che entro il 2025 la guerra finirà.

Secondo Tajani, la proposta di tregua avanzata da Vladimir Putin è “un bluff, come quella di Pasqua”, ma l’Italia è pronta a sostenere la pace sotto l’egida delle Nazioni Unite. Il governo italiano sta organizzando una conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma, preceduta da incontri a Bruxelles e Verona. «Tocca a Putin fare il primo passo», ha dichiarato il ministro, auspicando un coinvolgimento diretto di Europa e Stati Uniti nel processo negoziale.

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Meloni, 650 milioni per la sicurezza e i salari crescono

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Di fronte alle morti sul lavoro “il cordoglio, ne siamo consapevoli, non basta”. Giorgia Meloni, in maniche di camicia, si affaccia via social dalle sale di Palazzo Chigi per annunciare un nuovo intervento per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Con un video diffuso proprio mentre i suoi ministri, compresa la titolare del Lavoro Marina Calderone, in conferenza stampa raccontano il Consiglio dei ministri appena finito, la premier prende la parola con un oramai consueto videomessaggio. E’ la vigilia del primo maggio e il governo, dopo i provvedimenti degli scorsi anni, vuole dare un segnale ma stavolta si limita alle dichiarazioni di intenti. Anche perché, prima di “agire”, ci sarà un confronto con le parti sociali. Serve una “un’alleanza tra istituzioni, sindacati, associazioni datoriali per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell’Italia”, dice la presidente del Consiglio, usando quasi le stesse parole che pronuncia la nuova segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, unica a commentare accogliendo positivamente l’invito (via web) di Meloni.

La mattina dell’8 maggio ci sarà l’incontro per “raccogliere anche i suggerimenti” delle parti sociali “e rafforzare le misure che abbiamo previsto”. Sul tavolo ci potrebbe essere anche la proposta elaborata dalla commissione ad hoc del ministero della Giustizia, di riconoscere un “benefit penale” alle imprese virtuose. Era stata la stessa premier a preannunciare nuovi interventi ma non sono arrivati testi in Consiglio dei ministri. “Prima serve la concertazione”, dice anche Calderone proprio mentre scorrono i contenuti del video della premier, che annuncia ulteriori “650 milioni” che sono stati trovati “con l’Inail”, che portano la dote per la sicurezza sul lavoro a circa 1,2 miliardi. Risorse che potrebbero non bastare, tanto che si sarebbe alla ricerca di qualche centinaio di milioni in più, ma che intanto serviranno “per potenziare il sistema di incentivi e disincentivi per le imprese in base alla loro condotta in materia di sicurezza con particolare attenzione al mondo agricolo”, spiega Meloni, sottolineando l’importanza della “formazione dei lavoratori”.

Si renderà anche “strutturale” l’assicurazione Inail per studenti e docenti. Di fronte alle morti sul lavoro “non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione”, dice ancora la premier citando Sergio Mattarella. Meloni dà ragione al presidente della Repubblica, mettendo in fila quanto fatto fin qui dall’esecutivo, a partire dalla patente a punti che ora vale per l’edilizia ma, assicura Calderone, dovrebbe essere poi estesa “ad altri settori”. Le opposizioni, scettiche, puntano il dito soprattutto sul passaggio che Meloni fa sull’aumento dei salari. Quelli “reali crescono in controtendenza rispetto al passato” e c’è una dinamica che è “migliore non peggiore rispetto al resto d’Europa” dice la premier facendo un confronto tra “2013-2022” e quello che sta accadendo, da “ottobre 2023” quando la “tendenza” è cambiata”.

“Scopre l’acqua calda” perché ci sono stati dei rinnovi contrattuali ma con “i prezzi al consumo” saliti del “19,7%” tra “2021 e 2024” e un “aumento delle retribuzioni contrattuali dell’8,6%” il divario è “spaventoso”, fa i calcoli la responsabile Lavoro dei dem Cecilia Guerra. “La realtà è che le famiglie italiane non reggono l’aumento del costo della vita, come ha sottolineato il presidente Mattarella”, va all’attacco anche il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia mentre la segretaria, Elly Schlein accusa Meloni di raccontare “un paese che non c’è”. Basta “decreti spot” dicono i capigruppo di Camera e Senato del M5s Riccardo Ricciardi e Stefano Patuanelli, che stigmatizza l’ipotesi di “benefit penale”. Ci sono i dati Istat che mostrano stipendi ancora a “-8% sul 2021”, la incalza anche Giuseppe Conte, ricordando anche “il 9% dei lavoratori full time in povertà” rilevati da Eurostat. “Meloni – ironizza il leader M5s – è andata a vivere su Marte, forse con l’aiuto di Musk”.

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La F1 fa tappa in Usa, Vasseur: Ferrari pronta per Miami

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Il circus della Formula 1 ha attraversato l’Atlantico per l’ultima gara extraeuropea che chiude il primo quarto di stagione, il Gp di Miami, dove è prevista anche una sprint al sabato. Un doppio impegno che renderà più difficile la messa a punto delle monoposto, magari non per una McLaren fin qui dominante ma di certo per le rivali, dalla Red Bull, alla Ferrari fino alla Mercedes, dal rendimento altalenante. La Scuderia “è pronta”, fa sapere il team principal, Frederic Vasseur, in Florida “vogliamo continuare a fare progressi sul piano della prestazione, sull’onda delle incoraggianti prove offerte nelle gare di Bahrain e Gedda”, dove Charles Leclerc ha conquistato il primo podio stagionale per le Rosse in gara lunga. Lewis Hamilton ha trionfato nella Sprint in Cina ma dopo di allora ha mostrato solo difficoltà nel gestire la SF-25, che avrà disponibili aggiornamenti al ritorno dagli Stati Uniti, per il Gp di Imola.

“Dopo qualche giorno trascorso a Maranello, utile per analizzare i dati raccolti nella prima tripletta stagionale, siamo pronti per scendere in pista a Miami – sottolinea Vasseur -, dove è previsto il secondo weekend Sprint della stagione. Ci siamo preparati al meglio in fabbrica dal momento che avremo solo un’ora di prove libere prima della qualifica Sprint, e dunque il peso specifico del lavoro fatto al simulatore e nei briefing preparatori è ancora più elevato”. La Ferrari spera in un risultato brillante anche per celebrare un anno di collaborazione con il title partner, HP. Per questo motivo le due SF-25 scenderanno in pista con una livrea speciale, mentre Leclerc e Hamilton useranno una tuta diversa da quella classica, in bianco e in blu, colori del logo del colosso dell’informatica. Nel 2024 a Miami a vincere fu Lando Norris ed è probabile che sia ancora una monoposto papaya a trionfare tra sabato e domenica prossimi, ma per ottenere il bis il britannico dovrà fare i conti con Oscar Piastri, primo sul podio già tre volte in questa stagione. Unico a interrompere il dominio delle McLaren è stato Max Verstappen, che è ancora una volta il più accreditato riprovarci nonostante gli attuali limiti della Red Bull, dato che le caratteristiche del circuito, sulla carta, potrebbero aiutare, lui e gli altri a ridurre il gap.

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