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Esteri

L’Iran mette ai domiciliari l’atleta in gara senza velo

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Eroina per un giorno a Teheran ma con le manette già pronte a scattare ai polsi: Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che ha gareggiato senza il velo sfidando la Repubblica islamica, accolta con applausi e slogan al suo rientro nella capitale iraniana è agli arresti domiciliari in attesa di formulare una “piena confessione” del suo ‘reato’ . La 33enne, ha rivelato il canale in persiano della Bbc citando “fonti informate”, è stata portata direttamente dall’aeroporto, dove era attesa da una folla di oltre mille persone, all’incontro con il ministro dello Sport Hamid Sajjadi. Qui, all’Accademia nazionale olimpica dove era già scortata dai famigerati uomini della sicurezza iraniana in borghese, è stata scattata la foto di rito con il responsabile del governo da dare in pasto all’opinione pubblica internazionale, come a sancire la fine della vicenda. Ma alle autorità di Teheran non sarebbe bastato il tentativo della scalatrice di ridimensionare il gesto – “l’hijab mi è caduto per errore”, aveva scritto dopo la gara – e sarebbe stata minacciata con la confisca di oltre 250mila euro di beni appartenenti alla famiglia. Ora, riferiscono ancora le fonti, è “sotto pressione”, evidentemente per scollegare in maniera netta il suo gesto clamoroso ai Campionati asiatici in Corea del Sud, dove ha partecipato alla finale senza l’hijab, dalle proteste che infiammano il Paese. Il velo è obbligatorio in pubblico dal 1979 nell’Iran degli ayatollah, ed è al centro delle manifestazioni represse nel sangue, oltre 240 i morti, dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto. Anche oggi centinaia di manifestanti sono scesi oggi per le strade di Zahedan, nel sud-est dell’Iran, la stessa città dove lo scorso 30 settembre le forze dell’ordine uccisero almeno 93 persone, in quello che è stato definito il “Venerdì di sangue”. I manifestanti hanno urlato “Morte al dittatore”, ovvero il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei. E un gruppo di personalità del mondo calcio e dello sport iraniani ha inviato una richiesta formale alla Fifa di procedere alla sospensione della Federazione calcio dell’Iran – e quindi di escludere la nazionale dai Mondiali alle porte – sostenendo che il divieto di accesso negli stadi del Paese per le donne contravviene alle regole della Federazione. Nella missiva, il gruppo sottolinea che l’attuale situazione nel Paese giustifica la richiesta “di una dissociazione inequivocabile e ferma dal mondo del calcio e dello sport”.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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