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L’ira di Trump contro la Russia, “fuori dal Venezuela”: si profila una crisi stile Baia dei Porci

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“Fuori la Russia dal Venezuela”. L’ira di Donald Trump e’ incontenibile. L’arrivo a Caracas di aerei mandati dal Cremlino e carichi di armi e di soldati viene vissuta a Washington come una vera e propria provocazione, assolutamente non gradita. Cosi’ come l’annuncio fatto da Nicolas Maduro della firma di oltre 20 accordi di cooperazione in settori di comune interesse con Mosca. Quello di una progressiva occupazione per rafforzare l’influenza russa in un’area che da sempre viene considerata ‘il cortile di casa’ dell’America e’ oramai piu’ di un sospetto, e potrebbe diventare l’ennesimo smacco di Vladimir Putin ai danni del presidente americano. Alimentando un clima da guerra fredda proprio nel momento in cui il tycoon, tirato un sospiro di sollievo per il rapporto Mueller, spera di far finalmente decollare i rapporti con lo zar del Cremlino, finora fin troppo condizionati dalle vicende del Russiagate. “La Russia deve andare via dal Venezuela e ribadiamo al 100% il nostro sostegno a Juan Guaido'”, ha detto Trump incontrando alla Casa Bianca la moglie del leader dell’opposizione venezuelana. Fabiana Rosales, 26 anni, e’ stata ricevuta con tutti gli onori, con la possibilita’ di parlare, prima del faccia a faccia col tycoon nello Studio Ovale, anche con la figlia del presidente Usa, Ivanka Trump, e con il vicepresidente Mike Pence. Giovedi’ invece sara’ nella Casa Bianca d’Inverno di Mar-a-Lago, in Florida, ospitata dalla first lady Melania Trump. Gli Usa sono la terza tappa del tour intrapreso da Fabiola Rosales, dopo Cile e Peru’, per tenere alta l’attenzione internazionale sul suo Paese e cercare il massimo sostegno possibile nella lotta al regime di Maduro che sta consumando un intero Paese.

Un Paese, ha denunciato la donna, che oramai e’ sull’orlo di una catastrofe. “E’ una partita tra liberta’ e dittatura, ma anche tra la vita e la morte”, ha affermato l’aspirante first lady venezuelana, sottolineando come a pagare il prezzo piu’ alto della tragica situazione del Venezuela sono i bambini e le persone malate. E’ appassionata la giovanissima Fabiana: seduta accanto a Trump mostra un look informale ma uno sguardo molto determinato, lei cresciuta come attivista, tempratasi durante le tante proteste di piazza, alcune sfociate in violenze da parte di polizia ed esercito, e al fianco di Juan Guaido’ fin dai tempi dell’universita’. “La mia gente in questo momento non ha piu’ cibo e l’80% della popolazione e’ senza corrente elettrica”. “Siamo con il Venezuela”, ha quindi ribadito Trump, sottolineando come la famiglia Guaido’ stia attraversando un periodo molto duro. L’intervento di Mosca al fianco del dittatore, pero’, rischia di rendere una possibile svolta ancor piu’ difficile. Fonti russe hanno sostenuto che l’operazione portata a termine nel fine settimana ha riguardato accordi di cooperazione tecnico-militare esistenti. Una spiegazione rigettata dalla Casa Bianca: “Non tollereremo ingerenze di potenze militari straniere ostili agli obiettivi condivisi dell’emisfero occidentale”, ha ammonito il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton. E si sa, Trump ha sempre tenuto “tutte le opzioni sul tavolo”.

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Blackout in Spagna e Portogallo: indagini in corso, ipotesi anche di un cyberattacco

Spagna e Portogallo colpiti da un blackout elettrico: disagi nei trasporti e nelle comunicazioni. Il governo indaga, possibile anche un cyberattacco.

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Poco dopo le 12 di oggi, migliaia di cittadini in tutta la Spagna continentale e in Portogallo sono stati colpiti da un improvviso blackout elettrico. Come riportato dal quotidiano “El País”, il governo spagnolo ha attivato diversi team tecnici di vari ministeri per indagare sulle cause dell’interruzione, anche se al momento non esiste ancora una spiegazione ufficiale.

Secondo quanto riferito da Red Eléctrica, l’azienda pubblica responsabile della gestione del sistema elettrico nazionale, si sta lavorando intensamente per ripristinare la fornitura di energia. Anche l’Istituto nazionale di cybersicurezza è coinvolto nelle analisi, valutando la possibilità che il blackout possa essere stato causato da un attacco informatico, sebbene non ci siano ancora conferme in tal senso.

Reti di comunicazione e trasporti in tilt

Il blackout ha avuto ripercussioni su diversi settori strategici: sono stati colpiti reti di comunicazione, aeroporti e linee ferroviarie ad alta velocità in Spagna e Portogallo. Problemi sono stati segnalati anche nella gestione del traffico stradale, con numerosi semafori fuori servizio, oltre che in centri commerciali e strutture pubbliche.

La ministra spagnola della Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha fatto visita al centro di controllo di Red Eléctrica per seguire da vicino le operazioni di ripristino. L’azienda ha attivato un piano di emergenza che prevede il graduale ritorno alla normalità, iniziando dal nord e dal sud della penisola iberica.

Coinvolta anche la Francia meridionale

Le interruzioni non hanno riguardato esclusivamente la Spagna e il Portogallo: alcune aree del sud della Francia, interconnesse con la rete elettrica spagnola, hanno subito disagi simili. Le autorità francesi stanno monitorando attentamente la situazione in coordinamento con le controparti spagnole.

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Wsj, Putin sta espandendo basi e truppe ai confini Nato

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A circa 160 chilometri dal confine con la Finlandia, nella città russa di Petrozavodsk, gli ingegneri militari russi stanno espandendo le basi militari dove il Cremlino prevede di creare un nuovo quartier generale dell’esercito per supervisionare decine di migliaia di soldati nei prossimi anni. E’ quanto scrive il Wall Street Journal. I soldati, molti dei quali ora in prima linea in Ucraina, dovrebbero costituire la spina dorsale dell’esercito russo in chiave anti-Nato. Il Cremlino sta ampliando il reclutamento militare, rafforzando la produzione di armi e potenziando le linee ferroviarie nelle zone di confine.

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Ft: accuse a Orban, 1 miliardo sussidi a media filogovernativi

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Due organi di informazione ungheresi, Magyar Hang e una seconda testata coperta dall’anonimato, intendono presentare oggi una denuncia alla Commissione europea, sostenendo che il governo di Viktor Orbán ha concesso più di un miliardo di euro di sovvenzioni illegali ai media filogovernativi. Lo riporta il Financial Times online. Secondo le due testate, le entrate pubblicitarie sarebbero state convogliate verso giornali, emittenti televisive e piattaforme online filo-Orbán tra il 2015 e il 2023 per per garantire il sostegno al partito al potere Fidesz e per escludere il giornalismo critico.

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