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L’interruzione delle statine nei pazienti anziani aumenta il rischio di eventi cardiovascolari: la ricerca della scienziata napoletana Filippelli 

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L’interruzione delle statine nei pazienti più anziani che assumono anche altri farmaci comporterebbe un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, anche fatali. È quanto emerge da uno studio italiano nato da un’intuizione di Fiorella Filippelli, docente di farmacologia dell’Università di Salerno e membro del Comitato Prezzi/Rimborsi di AIFA. Alla ricerca hanno partecipato studiosi dell’Università di Salerno e di Milano-Bicocca. Le statine sono farmaci impiegati per ridurre i livelli eccessivamente elevati di colesterolo; agiscono inibendo l’enzima HMG-CoA reduttasi e in tal modo ostacolano la sintesi del colesterolo endogeno. 

La dottoressa Filippelli chiarisce le premesse della sua ricerca. “I pazienti in età avanzata presentano quasi sempre comorbilità e sono dunque trattati con più farmaci. Da una parte c’è la tendenza al deprescribing, ossia a ridurre i farmaci assunti dalle persone molto anziane, per i rischi derivanti dalle interazioni farmacologiche. Dall’altra parte, si corre però il rischio di sospendere farmaci essenziali provocando seri danni al paziente. Lo scopo dello studio era quello di identificare se vi fosse o meno un danno clinico con la deprescrizione delle statine nei pazienti anziani che assumevano più farmaci”.  

Lo studio ha così esaminato i dati di 29.047 pazienti italiani provenienti dalla Regione Lombardia, di età pari o superiore a 65 anni, che stavano ricevendo un trattamento ininterrotto con statine e agenti ipotensivi, antidiabetici e antipiastrinici per 16 mesi. Il 20% di essi, ossia 5819 pazienti, ha interrotto le statine continuando ad assumere gli altri farmaci. Di questi, 4010 sono stati confrontati con un comparatore, ossia con pazienti che hanno continuato ad assumere le statine. In coloro che hanno interrotto le statine, è stato riscontrato un aumento del rischio di ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca, eventuali esiti cardiovascolari, morte per qualsiasi causa e ricoveri di emergenza per qualsiasi causa. Il periodo di monitoraggio è durato tre anni. 

Perché molti pazienti ad un certo punto interrompono l’assunzione di questo farmaco per il colesterolo? “Le statine costano molto meno di altri farmaci utilizzati per abbassare il colesterolo ed essendo utilizzati da molto tempo, il loro rischio-beneficio è noto – spiega Filippelli -. Il problema dei farmaci assunti per le malattie croniche è che, a lungo andare, le persone, soprattutto quelle più anziane, tendono a dimenticarsi di assumerli. Se un paziente non prende Il farmaco per il diabete, si abbassa troppo la glicemia e se ne accorge subito. Per i farmaci del colesterolo invece non è così, non se ne coglie immediatamente il rischio. I pazienti non sono consapevoli del rischio che corrono smettendo di assumere il farmaco, sia per loro incuria sia perché non adeguatamente informati dal medico di medicina generale”.  

Lo studio – il cui punto di forza risiede, fra gli altri, nell’ampia dimensione del campione e nell’accuratezza delle informazioni attinte dal database del Servizio Sanitario Nazionale – è stato finanziato dal PRIN del MIUR e pubblicato su un’importante rivista di settore, JAMA Network Open. Notevole è stata poi la risonanza all’estero, dove la ricerca è stata ripresa da prestigiose riviste mediche e oltre 250 sono stati i tweet in cui è stata citata da importanti siti scientifici. 

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Esteri

Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Ambiente

Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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Esteri

Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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