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Libano, fermate diverse persone pronte a lanciare razzi su Israele. Due morti nei raid israeliani nel sud del Paese

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Le autorità libanesi hanno arrestato diverse persone che, secondo quanto riferito dall’esercito domenica, stavano presumibilmente pianificando un attacco missilistico contro Israele. Durante l’operazione sono stati sequestrati razzi e lanciatori. I fermati sono stati trasferiti all’autorità giudiziaria competente.

L’operazione è collegata a precedenti arresti annunciati nei giorni scorsi. L’intelligence militare libanese, infatti, durante un’indagine ha ottenuto informazioni su un nuovo attacco in preparazione. I militari hanno quindi fatto irruzione in un appartamento nei pressi della città portuale di Sidone, nel sud del Libano, trovando armi e fermando i sospetti coinvolti.

Mercoledì scorso, altre persone – tra cui diversi cittadini palestinesi – erano state arrestate per presunto coinvolgimento in due attacchi missilistici contro Israele a fine marzo, che avevano scatenato dure rappresaglie aeree israeliane. In quell’occasione Hezbollah aveva negato qualsiasi responsabilità nei lanci di razzi.

Nel frattempo, domenica, una serie di raid aerei israeliani nel sud del Libano ha provocato la morte di due persone, secondo quanto riferito dalla Protezione Civile libanese.

L’esercito israeliano ha confermato l’attacco e ha dichiarato di aver ucciso Hussein Ali Nasr, definito vice capo dell’Unità 4400 di Hezbollah, accusato di gestire traffici di armi e fondi dall’Iran verso il Libano, anche tramite l’aeroporto di Beirut.

In un altro episodio separato, tre soldati libanesi sono morti a causa dell’esplosione di un veicolo dell’esercito che trasportava munizioni. Le circostanze dell’incidente restano ancora poco chiare.

Dalla fine della guerra durata 14 mesi tra Israele e Hezbollah, conclusasi con un cessate il fuoco nel novembre scorso, le forze israeliane hanno condotto diversi raid nel sud del Libano, causando decine di vittime tra civili e membri di Hezbollah.

Il leader del movimento sciita, Naim Kassem (nella foto in evidenza), ha ribadito venerdì che Hezbollah non deporrà le armi finché l’esercito israeliano resterà nel sud del Libano e finché l’aviazione israeliana continuerà a violare lo spazio aereo libanese.

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Trump affida il dialogo con Mosca al suo uomo di fiducia Witkoff, uno che fa affari con oligarchi russi

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Donald Trump ha estromesso Keith Kellogg dai contatti sulla guerra in Ucraina. Il generale, pur essendo l’inviato ufficiale della Casa Bianca, è stato considerato in conflitto d’interessi per via del lavoro della figlia, che collabora con un’agenzia impegnata a fornire farmaci a Kiev. La notizia, rilanciata dalla stampa russa e dai servizi d’intelligence di Mosca, ha spinto Trump a escluderlo dalle trattative.

Witkoff entra in scena senza incarichi ufficiali

Al suo posto, Trump ha affidato i contatti con il Cremlino a Steve Witkoff, immobiliarista newyorkese e suo collaboratore personale. Witkoff non ha alcuna esperienza diplomatica né una posizione formale all’interno delle istituzioni americane. Tuttavia, gode della fiducia diretta dell’ex presidente e sembra avere piena libertà d’azione nei rapporti con la Russia.

L’ombra dell’oligarca Blavatnik nei suoi affari

A rendere controversa la scelta di Witkoff è il suo socio d’affari, Leonard Blavatnik, miliardario nato a Odessa, naturalizzato americano e britannico, considerato uno degli oligarchi più influenti. Blavatnik è finito nella lista delle sanzioni dell’Ucraina per i suoi rapporti con l’economia russa. Con Witkoff ha gestito operazioni immobiliari per oltre un miliardo di dollari.

Gli affari miliardari costruiti nell’era post-sovietica

Blavatnik ha fatto fortuna negli anni delle privatizzazioni in Russia. Con Mikhail Fridman e Viktor Vekselberg ha acquisito la compagnia petrolifera TNK e, nel 2003, ha siglato una partnership con British Petroleum. L’operazione si è conclusa nel 2013 con la vendita a Rosneft per 56 miliardi di dollari, con l’appoggio politico del Cremlino.

Trump ignora i rischi e tira dritto

Nonostante la posizione ambigua di Blavatnik — che ha definito la guerra “inimmaginabile” senza mai accusare Putin — Trump continua a considerare valido il canale con Mosca tramite Witkoff. Le attività comuni tra i due sono proseguite anche dopo l’inizio della guerra in Ucraina, con un recente investimento da 85 milioni di dollari. Per Trump, nessun problema. O forse, proprio per questo, un vantaggio.

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Il deputato Chiquinho Brazão accusato dell’omicidio di Marielle perde il mandato

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La Camera dei deputati del Brasile ha dichiarato giovedì 24 aprile la perdita del mandato del deputato federale Chiquinho Brazão, uno dei rinviati a giudizio accusati di aver agito come mandante dell’omicidio della consigliera comunale Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes, nel 2018. Lo rende noto Agência Brasil. La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Camera ed è stata giustificata sulla base dell’articolo della Costituzione che determina la perdita del mandato del parlamentare che “non si presenti in ogni sessione legislativa a un terzo delle sessioni ordinarie della Camera”.

Brazão è stato arrestato nel marzo dello scorso anno ma ha lasciato il carcere all’inizio di aprile di quest’anno dopo che il giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, ha concesso gli arresti domiciliari all’oramai ex deputato. Nella sua decisione, Moraes ha concordato con il bollettino medico presentato dal carcere di Campo Grande dove era recluso secondo il quale, Brazão ha una “delicata condizione di salute” con “alta possibilità di soffrire un malore improvviso con elevato rischio di morte”.

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Lavrov, Trump ha ragione su direzione Russia-Usa su Ucraina

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“Donald Trump ha ragione ad affermare che Stati Uniti e Russia si stanno muovendo nella giusta direzione per quanto riguarda la risoluzione del conflitto ucraino”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov in un’intervista alla Cbs, riporta la Tass. “Il presidente degli Stati Uniti crede, e ritengo a ragione, che ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Le forze armate russe – ha detto ancora Lavrov – stanno conducendo attacchi in Ucraina solo contro obiettivi militari o siti utilizzati dall’esercito ucraino. Il presidente russo Vladimir Putin lo ha già ribadito in più occasioni”.

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