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Libano, attacco Israele a basi Onu con italiani: ‘Ci hanno sparato ripetutamente e deliberatamente’

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Israele ha sparato “ripetutamente” e “deliberatamente” contro le basi dell’Onu nel sud del Libano, tra cui due posizioni gestite dal contingente italiano: non ha dubbi Andrea Tenenti, portavoce di Unifil, la missione delle Nazioni Unite presente a ridosso della linea di demarcazione con Israele e di cui fanno parte un migliaio di militari italiani. Il punto di osservazione n.12 della base Onu di Naqura, all’estremo sud del Libano, è quello più avanzato e vicino alla linea di demarcazione con Israele. E la torretta di osservazione, presidiata da caschi blu indonesiani, è stata colpita “deliberatamente” dall’esercito israeliano, i cui carri armati Merkava si sono attestati sul crinale della vicina collina di Labbune, lì dove è infuriata per tutta la mattina una battaglia con i soldati di Hezbollah. “Ero sotto la torretta. C’è stato un primo colpo che ci ha sfiorato. E poi quello che ha preso in pieno il posto di osservazione”, ha raccontato di un casco blu di Unifil, ricostruendo quanto avvenuto nel perimetro sud-orientale della base di Naqura. Un missile, sparato da un tank, avrebbe abbattuto la torretta di osservazione.

Due militari indonesiani, che erano all’interno della torretta sono stati sbalzati all’esterno e sono caduti nel vuoto. “Sono feriti ma non gravi”, afferma Tenenti. Nelle stesse ore in cui un tank israeliano apriva il fuoco contro la base Onu a Naqura, altri militari dello Stato ebraico seminavano il panico nella posizione 1-31 di Unifil, gestita dal contingente italiano, proprio a ridosso della collina di Labbune. In quel fazzoletto di terra gli israeliani hanno tentato di penetrare in territorio libanese con una fila di carri armati. Hezbollah ha affermato di aver colpito due tank nemici e le tv libanesi hanno a lungo trasmesso immagini di colonne di fumo dalla zona poco prima degli spari di Israele alle basi Onu.

“I soldati dell’esercito israeliano – afferma Tenenti – hanno sparato contro la posizione 1-31, colpendo l’ingresso del bunker dove i caschi blu si stavano rifugiando”. In questo altro attacco sono stati danneggiati “veicoli e un sistema di comunicazione”. Poco prima era “stato osservato un drone dell’esercito israeliano volare all’interno della posizione Onu fino all’ingresso del bunker”, ha detto Tenenti. “In questo momento l’unica cosa che possiamo fare è proteggerci”, hanno commentato fonti militari italiane in Libano.

“Quando gli spari nella base sono arrivati eravamo nei bunker. Restiamo nelle nostre basi a fare il nostro dovere, nel perimetro della nostra sicurezza, fin quando ci sarà consentito dall’Onu e dalla Difesa”, hanno aggiunto. “Ieri – prosegue Tenenti – i soldati dell’esercito israeliano avevano deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di sorveglianza perimetrale della posizione” 1-31 a Labbune. E un’altra posizione Unifil, sempre presidiata dai militari italiani, è stata colpita: la 1-32A da anni usata per gli incontri tripartiti tra i vertici di Unifil, generali libanesi e loro colleghi israeliani. In questa posizione gli israeliani hanno danneggiato il sistema di illuminazione e quello elettrico.

A Naqura, il casco blu testimone dell’attacco israeliano alla torretta non ha dubbi: “Non è possibile che sia stato un errore. Il carro armato ha puntato deliberatamente su di noi”, ha aggiunto il militare. “Il quartier generale di Unifil a Naqoura e le posizioni vicine sono state colpite ripetutamente”, ribadisce Tenenti.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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