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Lettera a Giorgia Meloni: ci aiuti a mantenere “bella” la nostra cara ed amatissima Patria

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Onorevole Presidente del Consiglio,

sconvolto dai fatti di Caivano, da ciò che è accaduto alle due cuginette bambine, ho molto apprezzato la sua risposta positiva all’invito di Don Patriciello, per una visita personale e politica al prete, al parroco, al missionario che da quelle parti sta sulla trincea della pietà e della legalità: affinché non si abbia un’ennesima declinazione della “banalità del male”, una messa in scena quotidiana della normalità dell’orrore.

Mi permetto perciò di scriverle, incoraggiato da questa sua sensibilità, a proposito degli sbarchi di migranti in Italia. Non devo ricordare io a lei i numeri in gioco, insostenibili sotto ogni profilo, data la situazione economica, organizzativa, giuridica che affligge il nostro Paese al riguardo. E proprio per questo, confesso, mi sarei aspettato altro dal Consiglio dei Ministri di ieri, dopo lo stillicidio di notizie durante la pausa estiva dell’azione collettiva di Governo. L’agenda è fitta, e forse ieri si sono gettate le basi per la sua riorganizzazione e la sua gestione.
Penso, tra le questioni strutturali, all’emergenza climatica che si fa sempre più inquietante: basta una pioggia, ormai, per mettere in ginocchio Genova e la Liguria. Penso al teatro di guerra russo-ucraino, in piena mutazione non tanto militare ma politica, tanto a Mosca quanto a Kiev.

Ma penso anche, e per l’appunto, ai migranti. Sui quali, io credo, bisogna dare non solo più efficaci risposte emergenziali -come si svuota l’hotspot di Lampedusa!- ma i.m.m.e.d.i.a.t.e. risposte politiche le quali:

i. illustrino in tre o quattro punti di poche frasi ognuno, la s.t.r.a.t.e.g.i.a. del Governo in ordine ai flussi, chiarendo cosa si vuol fare a Tunisi che, portale di ingresso sulla rotta del Mediterraneo centrale, va ripensata come piattaforma di equilibrio tra accordi (oggi insufficienti) e risorse (oggi insufficienti); e chiarendo cosa si vuol fare a Bruxelles, cioè nell’Europa assente, anche al fine di mettere in mora una volta per tutte le inadeguate personalità che la guidano, e cioè Ursula von der Leyen e Charles Michel, cominciando a prepararne l’indispensabile successione. Avendo cura, si capisce, di non produrre ulteriori messaggi in bottiglia affidati alla benevolenza divina, ma c.a.l.e.d.a.r.i.z.z.a.n.d.o. ciascun percorso individuato.

ii. impegnino le opposizioni ad uscire dal loro fin troppo comodo guscio di critica all’inanità governativa, senza prendersi la briga di offrire alla discussione pubblica qualche proposta che sappia andare oltre “l’accogliamoli tutti” che è poi la non più tenibile contropartita massimalista dell’altrettanto sterile “fermiamoli sul bagnasciuga”.

Il problema dei migranti, lei sa bene Onorevole Presidente del Consiglio, coinvolge una molteplicità di aspetti, che si dispongono su tutta la scala dello scibile e della sensibilità umana, se posso dire: dall’etica, quando parliamo dei morti in mare o ricordiamo le “opere di misericordia”, fino alle cosmìe che tentano di dirci che sul nostro Pianeta il movimento è una forma di vita, è uno dei modi attraverso i quali la vita, non solo umana, si è sviluppata, ha prosperato ed ha qualche speranza di sopravvivenza.

Ma ora, qui, quel che mi preme portare alla sua attenzione, è l’urgenza di un segnale forte che vada contro la sensazione che “non si faccia nulla” e che “l’accoglienza diffusa” sia un modo di gettare per strada una moltitudine di persone, nei rigori dell’inverno imminente, nelle spirali sfruttamentiste del lavoro nero e sottopagato, negli angoli bui della prostituzione e della delinquenza. Una moltitudine di persone, dico, spesso percepite come moleste e pericolose, contro cui, come abbiamo visto nelle scorse settimane in Grecia, si possono sviluppare dei sentimenti xenofobi; e contro cui, come abbiamo visto da ultimo in Tunisia, si possono scagliare strumentalmente grottesche teorie del complotto, primo fra tutti quello della “sostituzione etnica”.

Ci aiuti, Signora Presidente del Consiglio, per la sua alta funzione, a mantenere “bella” la nostra cara ed amatissima Patria. Che si dice “Belpaese” non solo per i suoi panorami e le sue piazze e i suoi musei, e i suoi cibi, ma perché i suoi abitanti sono “belli”, disponibili e aperti, generosi, poco inclini al risentimento, tanto meno all’odio: e che non meritano di assuefarsi al degrado sociale, di diventare indifferenti, e poi violenti e infine razzisti, senza più vergogna. 

Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM.

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Roberto Burioni: «L’omeopatia è una bufala, va esclusa da università e sanità pubblica»

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Roberto Burioni (foto Imagoeconomica in evidenza), virologo e professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, non usa mezzi termini: «L’omeopatia è una bufala, senza alcuna base scientifica, e chi la somministra al posto di cure efficaci dovrebbe essere radiato». In una lunga intervista rilasciata a La Stampa, lo scienziato – noto divulgatore e autore del libro Omeopatia. Bugie, leggende e verità – attacca frontalmente il ricorso sempre più diffuso a questi rimedi alternativi.

«L’omeopatia si basa su teorie dell’Ottocento, del tutto superate»

Burioni spiega con chiarezza i fondamenti dell’omeopatia, nata oltre due secoli fa: «Si basa sull’idea che il simile curi il simile e che una sostanza diluita all’estremo aumenti di efficacia. Ma è un concetto privo di ogni logica scientifica». Fa un esempio provocatorio: «Provate a diluire il detersivo della lavatrice e vedrete se lava meglio».

Il paradosso degli studi a favore: «Misurano solo la suggestione»

Secondo il professore, i pochi studi che riportano benefici dell’omeopatia sono scientificamente deboli: spesso i pazienti sanno cosa stanno assumendo, e i medici che valutano gli effetti coincidono con quelli che hanno prescritto il prodotto. «Così si misura solo la suggestione, non l’efficacia reale», sottolinea.

«Medici e farmacisti devono essere sanzionati se la propongono come cura»

Burioni punta il dito contro i professionisti sanitari che avallano l’omeopatia: «Un medico che propone un rimedio omeopatico al posto di una terapia efficace deve essere espulso dall’Ordine». E ricorda due tragici casi: un bambino di 7 anni morto per un’otite e uno di 4 anni per una polmonite, entrambi curati da omeopati che hanno rifiutato farmaci salvavita.

«È assurdo che venga insegnata nelle università e detratta dalle tasse»

Il virologo definisce «abominevole» la presenza dell’omeopatia nei corsi universitari di medicina, paragonandola a insegnare astrologia in un corso di astronomia. Ma ancor più grave, secondo lui, è il suo riconoscimento fiscale: «È scandaloso che i preparati omeopatici siano detraibili dalle tasse al pari dei veri farmaci».

La denuncia finale: «Tutto questo accade perché c’è chi ci guadagna»

Burioni conclude la sua analisi puntando il dito contro gli interessi economici: «Università, medici, farmacisti e aziende ci lucrano. Ma il successo dell’omeopatia sottrae risorse a ciò che davvero serve alla nostra salute. Con la salute non si scherza!»

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Economia

Cresce il Pil italiano, ma vola anche l’inflazione: carrello della spesa a +2,6%, allarme dei consumatori

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L’economia italiana accelera nel primo trimestre del 2025, ma a pagarne il prezzo sono le famiglie, colpite da una nuova impennata dell’inflazione. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua, portando la crescita acquisita per l’anno a +0,4%.

Un dato che soddisfa il governo: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di «segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche». Sulla stessa linea anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha sottolineato come «l’Italia cresca più degli altri grandi Paesi europei». Infatti, l’Italia fa meglio di Germania (+0,2%) e Francia (+0,1%), ma è superata dalla Spagna (+0,6%).

Cresce il Pil ma volano i prezzi

Parallelamente, però, l’Istat ha certificato anche una risalita dell’inflazione, che ad aprile è salita al 2% (dall’1,9% di marzo). A preoccupare di più è il carrello della spesa, che registra un +2,6% su base annua, mentre l’inflazione di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) cresce da +1,7% a +2,1%.

Tra i principali fattori dell’aumento dei prezzi:

  • Alimentari: +3%

  • Servizi di trasporto: +4,4%

  • Voli internazionali: +31,6%

  • Voli nazionali: +26,3%

  • Alberghi e pensioni: +11,7%

L’allarme dei consumatori

Per il Codacons, questa inflazione significa un aggravio di +657 euro l’anno per una famiglia media, che sale a +895 euro per un nucleo con due figli. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha definito la crescita del Pil «una magra consolazione», giudicando «preoccupante» l’accelerazione dell’inflazione. Secondo Dona, il rischio recessione è concreto, soprattutto in caso di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti.

Fiducia dei consumatori in calo

Federdistribuzione segnala un calo di oltre due punti della fiducia dei consumatori, il livello più basso da marzo 2021. Confesercenti invita alla cautela, ricordando che rispetto al 2021 i prezzi degli energetici sono saliti del 70% e quelli degli alimentari del 20%. Confcommercio, pur confermando che «la crescita non è brillante», invita a un «moderato ottimismo», stimando una possibile discesa dei prezzi nei prossimi mesi, passato l’effetto pasquale.

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Esteri

Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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