Collegati con noi

Cultura

Leonardo, studiosi: nel “Dna” del Genio anche l’eredità del nonno mercante

Pubblicato

del

Importanti scoperte, frutto di ricerche in archivi di Prato e Barcellona, che cambiano la storia della famiglia e della formazione di Leonardo Da Vinci grazie a analisi sulla genealogia, sui territori, e, in parallelo, anche sulle impronte digitali lasciate dal grande genio in dipinti e manoscritti: le descrive il libro ‘Il Dna di Leonardo. Le origini. Da Vinci a Firenze e Bacchereto fino a Barcellona e al Marocco’ (Angelo Pontecorboli Editore), degli studiosi Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale Leonardo Da Vinci, e Agnese Sabato, con introduzione di Carlo Vecce, che sara’ presentato domani pomeriggio all’Archivio di Stato di Prato. Nell’occasione saranno visibili alcuni degli oltre 140 documenti (dal 1391 al 1406) che i due studiosi hanno individuato nel Fondo Datini a Prato e che, dal 2 maggio, anniversario della morte di Leonardo, saranno esposti nel Museo Ideale Leonardo Da Vinci a Vinci (Firenze) per la mostra ‘Leonardo vive’. Il volume e le ricerche, si spiega in una nota, documentano, ad esempio, le esperienze straordinarie del nonno di Leonardo, Antonio, mercante nel Mediterraneo occidentale tra Spagna e Marocco, che rappresentano una nuova e determinante prospettiva per comprendere lo sviluppo intellettuale del giovane Genio. Antonio, fu colui che annoto’ persino l’ora della nascita di Leonardo e i nomi dei dieci testimoni al suo battesimo; e sarà ancora lui, cinque anni dopo, a ricordare che il nipote viveva nella sua casa a Vinci, pur essendo figlio illegittimo di Ser Piero e di Caterina. Quella del nonno di Leonardo fu certo una vita ricca di esperienze e di conoscenze che sicuramente tramandò al nipote, aprendogli orizzonti inimmaginabili per la Vinci del tempo, con il fascino di racconti di mari e terre lontane, porti e mercati, usanze diverse e paesaggi fantastici. Ne libro sono documentate anche notizie inedite come l’individuazione di un avo fino a sconosciuto di Leonardo, Frosino, cugino di Antonio e mercante a Barcellona. Si modifica cosi’ profondamente lo scenario della prima formazione di Leonardo, futuro genio universale.

Advertisement

Cronache

Ville Vesuviane, firmato protocollo per tutelarle e rilanciarle come simbolo del Miglio d’Oro

Un accordo tra Fondazione, Ministero e Procure per protezione e valorizzazione.

Pubblicato

del

Un patto per difendere e valorizzare uno dei patrimoni più preziosi del territorio vesuviano: le Ville del ‘700, capolavori del Miglio d’Oro, saranno ora al centro di un’azione condivisa tra istituzioni. È stato sottoscritto questa mattina a Palazzo Reale di Napoli un protocollo d’intesa tra la Fondazione Ente Ville Vesuviane, il Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale del Ministero della Cultura e le Procure della Repubblica di Napoli e Torre Annunziata.

Un modello virtuoso di cooperazione istituzionale

«Uno straordinario protocollo d’intesa che costituisce un’azione di rilancio delle Ville Vesuviane e una buona prassi da seguire – ha dichiarato Gennaro Miranda, presidente della Fondazione – Un esempio virtuoso di collaborazione trasversale, che coniuga tutela, conservazione e promozione culturale». Le Ville Vesuviane, secondo Miranda, sono “lo spirito e l’identità del territorio”, e grazie a questo protocollo potranno diventare un vero faro di cultura e bellezza per tutto il Miglio d’Oro.

Cultura, legalità e bellezza: la visione delle Procure

Presente alla firma Nicola Gratteri, procuratore di Napoli, insieme al procuratore generale Aldo Policastro, che ha sottolineato l’impegno crescente delle Procure nel contrasto ai reati contro i beni culturali: «Bellezza e legalità sono un connubio che va alimentato». Sulla stessa linea anche Nunzio Fragliasso, procuratore di Torre Annunziata: «Il protocollo si inserisce in un percorso che da anni portiamo avanti per proteggere l’immenso patrimonio storico, artistico e archeologico del nostro territorio».

Ministero e Soprintendenza: rafforzare la rete di protezione

Luigi La Rocca, capo dipartimento del Ministero della Cultura, e Mariano Nuzzo, Soprintendente Abap per l’area metropolitana di Napoli, hanno evidenziato la necessità di integrare la tutela normativa con azioni concrete sul territorio, promuovendo anche attività di restauro e percorsi didattici per rilanciare l’educazione al patrimonio.

Presenti autorità civili e militari

All’incontro hanno partecipato il prefetto di Napoli Michele di Bari, i procuratori aggiunti Pier Paolo Filippelli e Vincenzo Filippelli, Rosalia D’Apice per la Soprintendenza di Napoli, Roberto Chianese direttore generale della Fondazione Ente Ville Vesuviane, i consiglieri Elena Scarlato e Alfonso Gifuni, Maria Raffaella Caramiello(magistrato di Sorveglianza) e il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno.

Continua a leggere

Cultura

San Carlo, Manfredi nomina Maria Grazia Falciatore: il ministero ora deve muovere i suoi pezzi

Pubblicato

del

Si sblocca – almeno parzialmente – la delicata partita della governance del Teatro di San Carlo. Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che per legge presiede la fondazione lirica, ha firmato il decreto con cui nomina Maria Grazia Falciatore nel consiglio di indirizzo, in rappresentanza della Città metropolitana, completando così la parte di sua competenza. Ora la palla – definita “avvelenata” nei corridoi istituzionali – passa al Ministero della Cultura, che deve indicare i suoi due rappresentanti per permettere finalmente la discussione sul nuovo sovrintendente, dopo l’uscita di scena di Stéphane Lissner.

Una nomina di peso: Falciatore al posto di Mariano Bruno

Con il nuovo decreto, Maria Grazia Falciatore subentra all’imprenditore Mariano Bruno, membro del consiglio per dieci anni. Classe 1963, manager esperta e dirigente di lungo corso nella pubblica amministrazione, Falciatore è attualmente capo di gabinetto del Comune di Napoli, ma ha lavorato per anni anche in Regione Campania. Ha fatto parte del comitato di indirizzo della Fondazione Ravello Festival, esperienza che rafforza il suo profilo culturale.

Subito dopo la nomina, ha dichiarato:

“Frequento il San Carlo da quando ero bambina. Per me, come per tanti napoletani, è un pezzo di storia. Ora attendiamo il completamento del consiglio per procedere, nei termini di legge, rapidamente con il lavoro”.

Attesa per le nomine del Ministero: riflettori su Schifone e Faraone Mennella

Il consiglio di indirizzo è composto da cinque membri: il sindaco (che lo presiede), due nomi del Ministero, uno della Regione e uno della Città metropolitana. Dopo la conferma di Riccardo Realfonzo da parte della Regione e l’ingresso di Falciatore, mancano solo i due rappresentanti del Ministero della Cultura: gli uscenti Alessandro Barbano e Marilù Faraone Mennella potrebbero essere riconfermati, ma Roma starebbe pensando di inserire l’avvocato Luciano Schifone come nuovo ingresso.

Senza queste nomine, la scelta del nuovo sovrintendente resta ferma. E intanto gli altri teatri lirici italiani si sono già mossi, con la recente nomina a Cagliari e la prossima chiusura del dossier Petruzzelli a Bari.

Una sfida politica: i nomi sul tavolo e il duello Manfredi–Mazzi

Lo scontro, nemmeno troppo velato, tra il sindaco Manfredi e il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi è tutto sulla gestione delle nomine. Mazzi ha più volte invitato Manfredi a muoversi, accusandolo di ritardi. Ma oggi è il ministero a essere atteso al varco.

Sulla successione di Lissner, i due principali nomi circolati sono:

  • Fulvio Macciardi, ex sovrintendente del Comunale di Bologna e attuale presidente Anfols, figura gradita al centrodestra.

  • Emmanuela Spedaliere, manager interna al San Carlo da quasi trent’anni, oggi direttrice generale, rappresenta la linea della continuità.

Non si esclude, però, l’ipotesi di un terzo nome a sorpresa, che potrebbe spuntare per mediare tra i fronti politici contrapposti.

Come ha dichiarato Manfredi:

“Chi sarà sovrintendente dovrà essere in grande sintonia con il territorio. Il San Carlo è patrimonio di Napoli, non di altri”.

Parole nette, che fanno da contraltare alla pressione politica che arriva da Roma. Intanto, il tempo stringe.

Continua a leggere

Cultura

Africa nei media italiani: la grande assente dell’informazione nel 2024

Pubblicato

del

Nel 2024, l’Africa e gli africani sono sempre più invisibili nei media italiani. A denunciarlo è il nuovo rapporto L’Africa Mediata, a cura dell’Osservatorio di Pavia per Amref, l’organizzazione che lavora per migliorare l’accesso alla salute nelle comunità africane. Il dato più allarmante: le notizie sull’Africa sono calate del 50% rispetto al 2023.

Prevale l’“Africa qui”: immigrazione e cronaca nera

Dei 590 articoli pubblicati nel 2024 su quotidiani e reti televisive, il 77,3% riguarda vicende ambientate in Italia o in Europa, e solo il 22,7% si riferisce a fatti accaduti effettivamente in Africa. A dominare sono i temi dell’immigrazione, della cronaca nera, delle visite istituzionali e delle performance di italiani afrodiscendenti, come precisa Paola Crestani, presidente di Amref Italia.

Notizie rare e quasi sempre negative

Nei telegiornali di prima serata, l’Africa passa dall’1,9% del 2023 all’1,2% del 2024 sul totale delle notizie. Quando viene trattata, l’Africa è spesso associata a conflitti, terrorismo, o emergenze sanitarie. Il Paese più citato è stato l’Egitto, principalmente per vicende legate a Gaza, il caso Regeni o fatti di cronaca come la morte di un turista aggredito da uno squalo.

Rappresentazione riduttiva anche in tv

L’indagine ha coinvolto anche 587 puntate di programmi di informazione e infotainment. Su oltre 5.000 presenze televisive, solo 62 ospiti erano africani o afrodiscendenti. In gran parte dei casi, erano coinvolti in dibattiti su immigrazione, religione o sicurezza, con un approccio difensivo e ruoli marginali.

Un continente giovane, creativo e innovativo

«Questa rappresentazione riduttiva — sottolinea Crestani — dimentica l’altra Africa, quella dove il 50% della popolazione ha meno di 20 anni, la più giovane al mondo, che nel 2050 rappresenterà oltre il 40% dei giovani globali». Un continente in fermento, dove tecnologie mobili, istruzione digitale, arte, cinema e letteratura stanno costruendo un nuovo futuro.

Arte, cultura e imprenditoria: un volto diverso

Nel 2024 sono aumentate del 40% le opere di artisti africani vendute all’asta nel Regno Unito, cresce l’editoria, e Nollywood, l’industria cinematografica nigeriana, è tra le più prolifiche al mondo. Eppure, in Italia, quando si parla positivamente dell’Africa si citano solo parchi e fauna.

Gli italiani vogliono un’informazione più equilibrata

Secondo un’indagine Ipsos del 2023, gli italiani associano l’Africa a povertà, malattie, guerra, immigrazione. Ma, sorprendentemente, l’82% degli intervistati chiede più informazioni positive e complete sul continente. Il messaggio è chiaro: serve un nuovo racconto sull’Africa, più reale, umano e giusto.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto