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Leonardo Manera: “Oggi i comici sono meno liberi di quelli del Medioevo”

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Leonardo Manera, nome d’arte di Leonardo Antonio Bonetti, comico tra i più originali del panorama italiano, racconta al Corriere della Sera la sua carriera, le sue battute, la sua visione della comicità. Tutto nasce a 17 anni, quando, prestigiatore “comico”, sente che Bonetti non suona bene per il palcoscenico. “Mio fratello leggeva i fumetti di Milo Manara, da lì presi ispirazione e nacque Manera, che suona vagamente spagnoleggiante”.

Originalità, amarezza e Zelig

“Mi sono sempre considerato atipico”, racconta. “Nei miei spettacoli cerco sempre uno sguardo personale, fuori dagli schemi. A Zelig mi presentavo con l’amarezza addosso e Claudio Bisio mi prendeva in giro: ‘Ecco a voi Leonardo energia pura Manera!’”.

Ridere: una questione di verità e contatto

Per Manera far ridere significa spogliarsi delle sovrastrutture. “Bisogna stabilire un contatto vero col pubblico, dare l’idea che si creda profondamente in ciò che si dice. E poi osservare la realtà, che offre infiniti spunti”.

Tra personaggi e realtà: “Dentro di me c’è un po’ di tutti”

I suoi personaggi spesso sono sconfitti, malinconici, alienati. Ma riflettono anche aspetti autentici della sua personalità: “Io rielaboro le mie parti più sottotono, a volte mi ci rivedo. Forse quello che più mi assomiglia è Peter, il ragazzo ingenuo della provincia bresciana”.

La comicità oggi? Più censurata di ieri

Il pensiero più forte arriva alla fine dell’intervista: “Oggi i comici sono meno liberi di quelli del Medioevo. All’epoca, almeno durante il Carnevale, si potevano prendere in giro i potenti. Ora l’autocensura è ovunque. Tanti rinunciano a certe battute perché tanto ‘non passeranno’. È un problema serio”.

Dai club scambisti alla radio, Manera ne ha viste tante

Manera ha fatto di tutto: spettacoli per bambini il pomeriggio, cabaret la sera, club per scambisti la notte. “All’inizio guadagni pochissimo. Poi, se non fai il salto di qualità, resti lì. Ma con una condizione intermedia come la mia, vivi bene”. A teatro oggi inserisce “più tematiche”, e trova uno spazio di libertà anche nella radio, con Alessandro Milan a Radio 24.

Dalla chirurgia al fisco: satira dei nostri tempi

Tra i suoi personaggi più noti, il chirurgo estetico Gerry Pannocchia — che ha fatto ridere persino il vero prof. Klinger — e lo chef-guru che impartisce lezioni di vita più che di cucina. “Con loro prendo in giro l’ossessione per l’immagine e le mode del momento”. Non manca nemmeno il funzionario dell’Agenzia delle Entrate: “Nessuno paga le tasse con gioia. E il mio commercialista dice sempre ‘meglio se paghiamo’, ma non contribuisce mai”.

La vita privata? Discreta. E quel paparazzo su Novella 2000…

Timido per sua stessa ammissione, racconta con ironia un aneddoto familiare: “Mia madre mi ripeteva di riprendere giurisprudenza. Ma un giorno vide una mia foto su Novella 2000, paparazzato con una fidanzata. Finalmente era felice: ‘Allora sei diventato famoso!’”.

Il padre, l’arte moderna, il Milan

Con il figlio Beniamino — avuto da una relazione conclusasi anni fa — ha mantenuto un forte legame. “Mi prende in giro, lui è appassionato di profumi, non del mio lavoro”. Ama l’arte moderna, gioca a tennis, e tifa Milan. “Fare il comico significa sottoporsi ogni sera al giudizio del pubblico. È una follia che pesa sull’umore”.

E se avesse un’Arca di Noè per salvare i comici?

“Gli amici li porto tutti a bordo. Ma qualcuno lo lascio giù…”.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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