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Esteri

Legge di bilancio, la Camera Usa cancella il voto voluto da Trump: repubblicani spaccati

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Niente voto sulla legge di bilancio americana voluta da Donald Trump: dopo una giornata di fitte trattative, lo speaker della Camera Mike Johnson ha deciso di cancellare la votazione prevista, come riportato dalla Cnn. La ragione è chiara: mancano i numeri tra i repubblicani per approvare la manovra sostenuta dall’ex presidente.

Una bocciatura indiretta per Trump e i vertici repubblicani

La decisione di Johnson rappresenta un duro colpo per i vertici del Grand Old Party e per Trump, che da giorni cercano di compattare i propri ranghi per far passare quella che il tycoon ha definito la “sua grande, bella legge”. Ma la realtà dei numeri, ancora una volta, ha avuto la meglio.

Lo scontro interno: tagli troppo lontani tra Camera e Senato

Al centro del conflitto ci sono le divergenze sui tagli alla spesa pubblica. Il Senato, con un’impostazione più moderata, propone un taglio da 4 miliardi di dollari, mentre la Camera, a guida repubblicana, punta a un taglio molto più drastico, da 1.500 miliardi. La distanza tra le due versioni della legge appare incolmabile e, soprattutto, alla Camera i repubblicani non possono permettersi di perdere più di tre voti.

I falchi fiscali mettono in crisi il partito

All’interno del GOP, infatti, cresce il malumore tra i cosiddetti “falchi fiscali”, che giudicano ancora troppo morbidi i tagli proposti e mettono in discussione l’intero impianto del provvedimento. Di fronte al rischio concreto di una sconfitta in aula, Johnson ha preferito rinviare il voto, di fatto congelando il processo legislativo.

Tutto rimandato di almeno due settimane

La pausa di due settimane di Capitol Hill complica ulteriormente i tempi. Trump dovrà attendere ancora, e con lui anche il suo partito, diviso su una delle leggi chiave per la sua agenda politica. Una nuova frattura che rischia di pesare in vista delle presidenziali del 2024.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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Esteri

‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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