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Lazio al fotofinish, Immobile beffa la Fiorentina

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La Lazio aveva il compito di cancellare il tracollo patito in Champions League contro il Feyenoord e al tempo stesso di accorciare il distacco su una diretta concorrente alle competizione europee del prossimo anno. L’obiettivo può dirsi raggiunto: il successo al fotofinish contro la Fiorentina è un passo avanti rispetto al tonfo di Rotterdam, e un’iniezione di fiducia in vista dei prossimi impegni (Bologna e poi derby in campionato, intervallati dal ritorno casalingo con gli olandesi). Ora la Lazio è aquota 16 punti, uno in meno della Viola, che sciupa l’occasione di andare sopra a Napoli e Atalanta.

Dopo un primo tempo assai scialbo, la formazione di Sarri si mostra più arrembante, ma sotto porta continua a mancare cinismo. La Fiorentina, sebbene più pericolosa all’inizio, va calando nella seconda frazione. Serve il rigore al 95′ di Immobile per spezzare lo 0-0; anche per il capitano questa vittoria è una bella dose di autostima, dopo le critiche di inizio stagione. In epoca recente la Lazio aveva sempre messo sotto la Viola: sei vittorie negli ultimi otto precedenti, tra cui il 4-0 al Franchi lo scorso anno. Non solo: nelle ultime sette trasferte all’Olimpico contro i biancocelesti, la Fiorentina non aveva mai vinto.

Eppure, la gara di questa sera è stata caratterizzata da un equilibrio di fondo. Sarri, privo del solo Casale (infortunato) schiera Guendouzi e Castellanos dal primo minuto; i biancocelesti si fanno vedere per la prima volta dalle parti di Terracciano al 12′, quando dopo una fuga di Lazzari Guendouzi serve nell’area piccola Luis Alberto: tiro fortissimo, ma che colpisce l’esterno della rete. I ragazzi di Italiano reagiscono subito: Beltran addomestica uno spiovente dalle retrovie, salta in dribbling Provedel e fa 1-0. La gioia toscana dura pochissimo: per l’arbitro Marcenaro il gol è viziato da un tocco di mano. L’attaccante ospite prova subito a rifarsi con una bella inzuccata da corner, ma il palo gli impedisce di esultare.

E’ invece Provedel a bloccare con un’uscita bassa il tiro ravvicinato di Nico Gonzalez. L’ultimo quarto d’ora si inacidisce un po’, con quattro cartellini gialli equamente distribuiti ed una lite a centrocampo tra Ikoné e Rovella. La ripresa ci mette una decina di minuti ad ingranare, fino ad accendersi assieme alla Lazio: in due minuti, i padroni di casa si fanno vedere con il destro alto di Castellanos e soprattutto con Felipe Anderson, sulla cui conclusione da fuori il portiere viola Terracciano compie un mezzo miracolo. Ed è sempre Terracciano a salvare il risultato sul piattone da pochi passi di Luis Alberto. L’ingresso dell’applauditissimo Immobile non cambia gli equilibri in campo: la Lazio continua a spingere (anche Vecino si aggiunge all’elenco dei tiri finiti fuori), ma il gol tanto agognato non arriva, fino a che Pedro tira fuori dal cilindro un cross velenoso per la testa di Vecino, che Milenkovic intercetta con un braccio. Sul dischetto va Immobile, che spiazza Terracciano: l’Olimpico esplode, la Lazio ottiene la terza vittoria di fila in campionato, filotto che mancava da aprile.

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Liverpool campione d’Inghilterra, è il 20/o titolo

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Il Liverpool è campione d’Inghilterra per la stagione 2024-’25. Ha avuto la certezza del titolo, il 20/o della sua storia, grazie al successo di oggi per 5-1 sul Tottenham, con reti di Luis Diaz, MacAllister, Gakpo e Salah e autogol di Udogie per i Reds. A 4 giornate dalla fine della Premier League il vantaggio degli uomini di Arne Slot sull’Arsenal secondo in classifica è di 15 punti e sono quindi matematicamente campioni.

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Masters 1000 di Madrid, Cobolli e Paolini eliminati al 3/o turno

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Dopo un sabato sugli scudi nel Masters 1000 di Madrid, la domenica del tennis azzurro è amara con le sconfitte di Flavio Cobolli e Jasmine Paolini. Il tennista romano cede in due set allo statunitense Brandon Nakashima che si impone col punteggio di 7-5 6-3. Sconfitta al terzo turno anche per la Paolini, superata in due set da una ritrovata Maria Sakkari, con la greca che vince con il punteggio di 6-2 6-1, in un’ora e 19 minuti di partita. Sfuma il sogno di Cobolli di qualificarsi per gli ottavi di finale del Masters 1000 di Madrid. Contro Nakashima sono stati fatali i 38 gratuiti del tennista romano, che dopo essere partito fortissimo, si è spento nel corso del match, pagando anche la scarsa percentuale di punti vinti con la seconda di servizio. Ottava sconfitta stagionale per Jasmine Paolini: prestazione maiuscola quella offerta da Maria Sakkari che negli ottavi troverà o la kazaka Elena Rybakina o l’ucraina Elina Svitolina.

La toscana ha sbagliato tantissimo e il punteggio finale la dice lunga. Paolini tornerà in campo agli Internazionali di Roma. Avanza al secondo turno del Mutua Open di Madrid il doppio italiano formato da Flavio Cobolli e Lorenzo Musetti. I due si sono imposti al super tie-break contro i francesi Doumbia e Reboul col punteggio di 6-3 5-7 11-9 e affronteranno ora le testa di serie n.6 del seeding, Mektic e Venus. Buona l’intesa e alta l’intensità messa in campo dai due azzurri con Cobolli ripresosi dopo l’eliminazione patita nella mattinata contro Nakashima.

La terra rossa si conferma superficie che ben si lega al tennis così diverso eppure così efficace dei due giovani italiani. Ed è un’intesa, la loro, sulla quale continuare a insistere vista la potenziale sintesi cui potrebbe dare origine. Tra gli altri risultati di giornata, il n. 2 mondiale Alexander Zverev ha avuto bisogno di tre set e due tie-break per strappare il posto agli ottavi di finale, battendo lo spagnolo Alejandro Davidovich-Fokina in quasi tre ore di gioco. Esce invece di scena il detentore del titolo Andrey Rublev che ha perso 6-4, 0-6, 6-4 al terzo turno contro il kazako Alexander Bublik.

Nel torneo femminile avanza anche la n.1 Aryna Sabalenka che ha battuto in rimonta la belga Elise Mertens mentre, saluta il torneo spagnolo la statunitense Jessica Pegula che si è fatta sorprendere dalla giapponese Moyuka Uchijima. A una settimana dalla scadenza della sospensione dalle gare di Jannik Sinner, concordata con la Wada per la vicenda Clostebol (il 4 maggio, domenica prossima), il torneo madrileno entra nel vivo. Aspettando Roma.

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La Roma vince a San Siro, Inter terzo ko ed è crisi

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L’Inter non c’è più, mentre la Roma continua a volare. A San Siro la rete decisiva di Soulé lancia i giallorossi sempre più vicina alla zona Champions League, mentre i nerazzurri trovano la terza sconfitta consecutiva, come non accadeva dall’aprile 2017. Un’Inter svuotata di testa e di gambe, da encefalogramma piatto, incapace di una reazione anche in casa, davanti a 70mila propri tifosi, in una partita potenzialmente decisiva nella corsa scudetto, a tre giorni dalla semifinale Champions in casa di un inarrestabile Barcellona. La giustificazione della stanchezza fisica tiene fino a un certo punto, perché così come nel derby contro il Milan l’Inter soprattutto sembra non crederci più: altrimenti una reazione, anche piccola, si sarebbe vista. Tant’è che alla Roma non è servita la migliore prestazione stagionale, anzi, considerando l’avversario è bastato poco più del minimo sindacale, sprecando tra l’altro molto soprattutto nel primo tempo quando avrebbe potuto chiudere subito la gara.

Ma restano tre punti fondamentali per la squadra di Ranieri, che continua la sua striscia di imbattibilità, sfata il tabù Meazza (prima vittoria dopo 17 anni) e si conferma in piena lotta per il quarto posto e la conseguente qualificazione in Champions League. L’Inter prova a partire forte, Frattesi dopo 5′ andrebbe già in gol su assist di Arnautovic, ma l’arbitro annulla per un fuorigioco in partenza dell’austriaco. L’Inter cerca di fare la partita, mentre la Roma si chiude per ripartire. Inzaghi perde Pavard, costretto al cambio dopo un quarto d’ora per un problema alla caviglia sinistra. La Roma si fa vedere con un destro dal limite di Kone, alto di poco. È un’avvisaglia, perché poco dopo su una azione identica come sviluppo i giallorossi sbloccano il risultato: destro dal limite di Pellegrini, rimpallo che favorisce Soulé che con una conclusione ravvicinata porta avanti la squadra di Ranieri.

Cristante ha subito dopo la palla anche per il raddoppio, ma servito da Pellegrini calcia male da dentro l’area. E poi serve una scivolata miracolosa di Carlos Augusto, che respinge la conclusione a botta sicura di Shomurodov. L’Inter prova a reagire, su sviluppi di corner Arnautovic viene disturbato da Cristante al momento dal tiro in area e calcia alto. I nerazzurri cercano di alzare la pressione, senza però riuscire a creare pericoli per la porta di Svilar. Nella ripresa ci si attenderebbe una reazione dell’Inter, che però non arriva: il lento possesso palla nerazzurro non porta sbocchi, con la Roma che si limita a difendersi ordinatamente. Provando a ripartire anche, seppur le conclusioni di Soulé e del subentrato Baldanzi non creino particolari problemi a Sommer. Inzaghi si gioca la carta dell’ex Zalewski e di Dumfries, al ritorno dall’infortunio.

Ci prova Calhanoglu dalla distanza, palla però a lato. La migliore occasione capita subito a Dumfries, che colpisce a botta sicura di testa trovando Svilar sulla sua strada. L’Inter alza i giri, Lautaro imbuca per Barella che quasi dentro l’area piccola calcia malissimo divorandosi la palla per il pareggio. La Roma però in ripartenza si rende pericolosissima, con Pisilli prima e Dovbyk per due volte poi che sprecano malamente l’occasione per il raddoppio da soli davanti a Sommer. Inzaghi prova il tutto per tutto con il tridente inserendo Correa e con il ritorno in campo anche di Zielinski. L’assalto finale porta solo proteste interiste per una trattenuta di Ndicka su Bisseck: ma i tre punti vanno alla Roma.

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