Collegati con noi

Cronache

L’appello di Marco su Facebook: “Aiutatemi, il dolore mi sta uccidendo, non voglio più soffrire”

Pubblicato

del

“Sono sempre stato un ragazzo attivo e sportivo, finché ho potuto. Sono laureato in Psicologia, in Fisioterapia, e sono massaggiatore shiatsu. Ho fatto animazione in villaggio turistico, teatro d’improvvisazione. Facevo cabaret. Andavo in montagna. Che bello sciare, ciaspolare, fare trekking. Ballavo latino americano, hip hop, che passione! Intrattenevo. Meditavo e suonavo la batteria. Mi piaceva viaggiare. Vivevo tanto con gli amici. Gli interessi non mi mancavano.
Mi hanno fatto due diagnosi, scoperte in ritardo di anni dalla comparsa dei sintomi e che non rispondono a nessuna terapia, privandomi di momenti e giornate di sollievo.  C’ è una parte di me che ogni giorno si spegne lentamente. Il Marco sciatore, psicologo, animatore nei villaggi turistici è morto, non esiste più. A un certo punto ho pensato anche che la morte, quella fisica, fosse davvero l’ unica soluzione. Poi mi sono reso conto che non sono pronto ad arrendermi, voglio solo smettere di soffrire. L’ appello lanciato attraverso i social è la mia ultima speranza”. Chi racconta questa storia, la sua storia, è Marco Fallini, 33 anni, originario di Prata Camportaccio, in Valchiavenna (Sondrio). Oggi abita a Lugano.
Due lauree, in Psicologia e Fisioterapia, suonava la batteria, praticava sci e calcio, ha fatto stage in Germania e Irlanda. Un giovane pieno di vita, come tanti. A 15 anni arrivano i primi problemi di salute. I suoi genitori consultano medici, illustri clinici. Sono ben 109 gli specialisti che lo hanno visitato. Ha subito quattro interventi chirurgici senza beneficio, sette mesi trascorsi in ospedale, le diagnosi con cure che si sono rivelate inefficaci: spondiloentesoartrite psoriasica e impingement femore-acetabolare associati a dolore cronico, dice il referto medico.
Non solo. C’è una’aggravante: la mancata risposta ai farmaci.
La sua malattia è iniziata sei anni. Il tratto distintivo della malattia è il dolore. Un dolore cronico, diventato insopportabile. Un dolore che gli rende impossibile  fare le cose più elementari. Da qui il suo appello affidato a Facebook. “Quanti di voi amano uscire con gli amici, andare in bicicletta, ballare? In questo periodo di limiti dovuti al Covid molti sono costretti a grandi rinunce. Una situazione che per me non cambia e non cambierà neanche una volta finita la pandemia. Per questo vi chiedo di aiutarmi”. Marco chiede un aiuto pr superare i suoi ultimi sei anni di quarantena.
Marco ha realizzato un blog (helpingmarco.com) su cui ha caricato tutte le cartelle cliniche raccontando la sua storia, nella speranza che medici o ricercatori da qualche parte del mondo abbiano sviluppato una cura in grado di dargli sollievo. Il suo post ha ricevuto centinaia di commenti e migliaia di condivisioni.
“Non avrei mai pensato di affidarmi ai social, mettendomi completamente a nudo, ma non mi resta altra strada – continua Marco -. Per farvi capire è come se avessi dei grossi chiodi conficcati nel bacino, nella schiena, nelle ginocchia. Dolori sempre presenti, a cui si aggiunge un mal di testa costante. Le medicine non mi aiutano più e anche gli esperti a cui mi sono rivolto mi hanno dato poche speranze, la mancata risposta alle cure potrebbe essere dovuta a una forma rara della mia malattia. Ho girato cliniche e ospedali, in Italia e in Svizzera. Da un anno vivo sdraiato nel letto, mi alzo solo per poche ore al giorno usando le stampelle. Ho dovuto cambiare più volte lavoro, senza poter mettere a frutto i miei studi, abbandonando tutti i miei sogni. Io che ho abitato a lungo in collegio a Pavia condividendo la quotidianità con centinaia di ragazzi, amavo i balli latino americani, ero l’anima della compagnia, ora mi ritrovo qui, solo, rinchiuso in una stanza”.

Advertisement

Cronache

De Magistris: «Manfredi sta con i negazionisti del genocidio. Io sto con la Taverna Santa Chiara e il popolo palestinese»

Pubblicato

del

Annunciato per il 21 giugno il flash mob “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio” sul lungomare di Napoli. Venerdì 9 maggio la conferenza stampa al caffè Arabo di piazza Bellini

È uno sfogo durissimo quello che Luigi de Magistris affida ai social per commentare la presa di posizione della giunta comunale di Napoli sul caso Taverna Santa Chiara e sulla vicenda israelo-palestinese. L’ex sindaco di Napoli non usa mezzi termini: «È vergognoso che Manfredi con la sua giunta si schieri con i negazionisti del genocidio. Io sto con la Taverna a Santa Chiara, con l’umanità, per la pace e contro il genocidio dello Stato d’Israele nei confronti della Palestina».

Il sostegno alla ristoratrice Nives Monda

De Magistris, che oggi ha fatto visita alla titolare della Taverna Santa Chiara, Nives Monda (nella foto con de Magistris), coinvolta nei giorni scorsi in una polemica internazionale per aver allontanato due turisti israeliani dal proprio ristorante, ribadisce la sua posizione: «Io mi schiero come sempre dalla parte della giustizia, della Palestina e degli oppressi». Un appoggio diretto e simbolico, accompagnato dalla partecipazione a un’iniziativa pubblica.

Il flash mob per Gaza: “Tutti giù per terra”

L’ex sindaco ha infatti annunciato un flash mob dal titolo “Tutti giù per terra: per Gaza, contro il genocidio” che si terrà il prossimo 21 giugno sul lungomare di Napoli. L’iniziativa è organizzata dall’associazione LIFE FOR GAZA, con il supporto del comitato dei garanti a cui aderisce lo stesso De Magistris.

Tutti i dettagli della mobilitazione verranno resi noti in una conferenza stampa prevista per venerdì 9 maggio alle ore 11 al Caffè Arabo di piazza Bellini. Tra gli invitati, anche Nives Monda, ormai diventata simbolo del fronte pro-palestinese a Napoli.

Continua a leggere

Cronache

Inchiesta Doppia Curva, altri 7 arresti: ombre su Inter, Milan e il ruolo di Zanetti. Rapporti tra curva e dirigenza sotto i riflettori

L’inchiesta Doppia Curva porta a nuovi arresti tra gli ultrà di Inter e Milan. Emergono rapporti tra Bellocco, Beretta, Scarfone e il vicepresidente Zanetti.

Pubblicato

del

La nuova tranche dell’inchiesta Doppia Curva ha portato oggi all’arresto di sette persone legate alle tifoserie organizzate di Inter e Milan, rivelando una rete di intrecci tra criminalità organizzata, imprenditoria e ambienti dirigenziali calcistici.

Il ruolo di Antonio Bellocco e la rete di contatti

Nel provvedimento cautelare si legge dell’esistenza di un rapporto diretto tra Antonio Bellocco, figura di spicco della curva Nord e affiliato alla ’ndrangheta, e la società Inter. Bellocco, ucciso nel settembre scorso da Andrea Beretta, ex capo ultrà interista oggi collaboratore di giustizia, avrebbe avuto “concrete entrature” nella multinazionale QFort, attiva nella produzione di infissi e dichiarata estranea all’inchiesta.

Il legame passava attraverso Davide Scarfone, oggi in carcere, amministratore unico della QFort Como srl e rappresentante di altre due società del gruppo. Scarfone era vicino sia a Bellocco che a figure centrali della curva Sud del Milan, come Luca Lucci e Marianna Tedesco, già coinvolti nel maxi blitz del settembre 2023.

L’evento QFort e la presenza di Zanetti

Secondo le intercettazioni, Bellocco si era attivato per ottenere la partecipazione del vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti a un evento organizzato da QFort l’11 novembre 2023, rilevante per gli affari di Scarfone. Il 17 novembre Zanetti partecipò effettivamente all’iniziativa, su quella che viene descritta dal gip come “espressa volontà di Bellocco”, per rafforzare il prestigio di Scarfone.

Durante l’evento, Zanetti avrebbe elogiato pubblicamente l’imprenditore, che a sua volta si sarebbe vantato del riconoscimento ricevuto. Beretta, interrogato, ha ammesso di aver contattato Zanetti direttamente: “C’era proprio un rapporto di amicizia con Javier”.

Minacce e usura: gli affari sporchi del clan

Scarfone, sempre secondo l’ordinanza, avrebbe anche minacciato un imprenditore comasco, costretto a subire tassi usurari fino al 400% per prestiti ricevuti dal clan Bellocco. Un quadro che, per la magistratura, dimostra la pervasività dei legami tra criminalità e mondo ultras, con gravi implicazioni per le società calcistiche coinvolte.

La sanzione della Figc a Zanetti

La Figc ha recentemente multato Javier Zanetti per 14.500 euro, dopo aver analizzato gli atti dell’inchiesta. Una sanzione che certifica l’interesse della giustizia sportiva per i rapporti intercorsi tra la dirigenza nerazzurra e ambienti ultrà poi finiti in carcere.

inchiesta Doppia Curva, arresti curva Inter Milan, Antonio Bellocco, Davide Scarfone, Javier Zanetti, Andrea Beretta, QFort, ultrà Inter Milan, rapporti Inter ultrà, Figc multa Zanetti

Continua a leggere

Cronache

Inchiesta Doppia Curva, altri arresti per usura ed estorsione con finalità mafiosa legati alle tifoserie di Inter e Milan

Nuovi sviluppi nell’inchiesta Doppia Curva: sette arresti per usura ed estorsione, coinvolto Mauro Russo, ex socio di Maldini e Vieri. Contestata l’aggravante mafiosa.

Pubblicato

del

L’inchiesta Doppia Curva della Procura di Milano si allarga: altri sette arresti sono stati eseguiti nelle scorse ore per reati di usura ed estorsione legati al mondo del tifo organizzato. Per alcuni degli indagati la magistratura contesta l’aggravante della finalità mafiosa, per aver favorito la potente cosca calabrese dei Bellocco, uno dei clan più influenti della ‘ndrangheta.

Ai domiciliari Mauro Russo, legato ai parcheggi di San Siro

Tra i nomi finiti in manette figura anche Mauro Russo, personaggio noto per essere stato socio in affari con due ex stelle del calcio italiano: Paolo Maldini e Christian Vieri, entrambi completamente estranei alle indagini in corso. Russo è accusato di aver estorto 4mila euro al mese all’imprenditore Gherardo Zaccagni, ex gestore dei parcheggi dello stadio di San Siro, per un totale stimato in circa 60mila euro.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza del gip Domenico Santoro, Russo avrebbe svolto attività opache anche in altri ambiti calcistici, come la tentata acquisizione dei parcheggi dello Stadio San Nicola di Bari. In quell’occasione, secondo gli inquirenti, avrebbe cercato di ottenere il via libera da parte di famiglie mafiose locali, confermando un modus operandi consolidato.

Rapporti con società di calcio e istituzioni: un sistema da decifrare

Il giudice Santoro sottolinea nella misura cautelare come Mauro Russo sia in grado di intessere relazioni trasversali, che vanno dal mondo delle curve a quello delle istituzioni, passando per ambiti societari legati al calcio professionistico. Una rete definita “chiaramente evocativa della sua capacità di reiterare condotte analoghe” a quelle oggetto dell’indagine.

Questi nuovi arresti arrivano dopo quelli dei capi ultras di Inter e Milan, già coinvolti nella prima fase dell’inchiesta. Il quadro che emerge è quello di un sistema radicato e tentacolare, dove il confine tra tifo organizzato, business e criminalità appare sempre più sfumato.

inchiesta doppia curva, Mauro Russo, ultras Inter, ultras Milan, Paolo Maldini, Christian Vieri, estorsione San Siro, arresti mafia curva nord, famiglia Bellocco

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto