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La Juventus torna leader, ora anche in campionato Pirlo vuole contare di più

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Ora l’obiettivo e’ la continuita’, oltre a mostrare l’atteggiamento da Champions League anche in campionato e per tutti e 90 i minuti, non solo per un tempo come accaduto nel derby di sabato scorso. E’ questa la missione che Andrea Pirlo si ritrova davanti a se’ per le prossime settimane, durante le quali insieme ai suoi ragazzi sara’ chiamato a velocizzare la marcia in serie A. La media di due punti a partita non e’ sufficiente per puntare al primato, bisogna aumentare i giri del motore e sfruttare i passi falsi che, inevitabilmente, la concorrenza fara’. Genoa e Parma in trasferta, Atalanta e Fiorentina in casa: questi gli ultimi quattro ostacoli prima della pausa natalizia, quattro gare in dieci giorni con l’obiettivo di centrare il un percorso netto e mettersi in tasca 12 punti. Vedendo quanto fatto dalla Juve a Barcellona, e’ tutt’altro che impossibile. Un’impresa attesa 17 anni, con l’ultima vittoria al Camp Nou firmata Zalayeta nel lontano 2003, e un sorpasso in extremis, nel girone, proprio a Messi e soci, annichiliti dalla prova perfetta dei bianconeri, cosi’ da presentarsi nell’urna delle prime qualificate al sorteggio di lunedi’ a Nyon. L’euforia e’ alle stelle, ora bisogna tornare con i piedi per terra: “Per noi era importante prendere fiducia, quando siamo concentrati e siamo determinati possiamo fare qualsiasi cosa: dobbiamo mantenere questo livello anche in Serie A, non basta una bella partita in Champions per cancellare tutto quello che abbiamo sbagliato prima e deve essere l’inizio di un lungo cammino”, l’avviso di Pirlo alla sua truppa. Perche’ negli occhi c’e’ da una parte la bella, anzi bellissima Juve di Barcellona, ma dall’altra c’e’ anche quella brutta e impacciata di Benevento e Crotone, o anche del primo tempo nel derby con il Toro. “In queste due gare abbiamo ritrovato i valori della Juve vincente, ora lo step successivo e’ continuare” il punto di vista di Bonucci, lo stesso di Pirlo ma espresso in parole diverse. Nella notte del Camp Nou il grande protagonista e’ stato Cristiano Ronaldo, il quale ha surclassato Leo Messi nel confronto diretto tra i due fenomeni, anche se c’e’ stata un’altra stella a brillare, a quasi 43 anni: “Essere primi non e’ una questione secondaria” il commento social di Gigi Buffon, tra i migliori in campo dell’altra sera. Questa mattina la squadra si e’ ritrovata in campo a poche ore dal ritorno dalla Spagna: programma defaticante al JTC, mentre Pirlo ha concesso un giorno libero per domani. E’ da venerdi’, dunque, che Ronaldo e compagni cominceranno a preparare la trasferta di Genova: una sorta di esame di maturita’ per vedere se questa Juve sta davvero sbocciando.

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È morto a 84 anni Jair, protagonista della ‘Grande Inter’ Helenio Herrara

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Il mondo del calcio è in lutto. È morto questa sera Jair da Costa, in arte Jair. Aveva 84 anni. Fu campione del mondo col suo Brasile nel 1962 (pur senza giocare). Amatissimo anche in Italia per il suo decennio di trionfi, gol e soddisfazioni con l’Inter tra il 1962 e il 1972. Fu uno dei protagonisti assoluti della Grande Inter di Angelo Moratti ed Helenio Herrara. Con i nerazzurri vinse 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinetali.

“É scomparso Jair – scrive l’Inter sui social – Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternitá di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile”.

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Calcio:3-2 al Real Madrid, Barcellona conquista la Coppa del Re

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Il Barcellona ha vinto la Coppa del Re battendo 3-2 i rivali di sempre del Real Madrid al Sanchez Pizjuan di Siviglia. A regalare il Clasico di Coppa ai blaugrana il gol nel secondo tempo dei supplementari di Koundé (116′) dopo che il match, bellissimo e avvincente, era terminato 2-2 dopo i tempi regolamentari. Ad aprire le marcature la prodezza di Pedri nel primo tempo (28′), poi nella ripresa la reazione del Real con Mbappè su punizione (70′) e Tchouameni (77′) che la ribaltano, Ma non è finita con il pari blaugrana di Ferran Torres nel finale (84′). Decisivo il Var, nel prolungamento della partita, che annulla un rigore concesso al 96′ per la scivolata di Asencio su Raphinha che si lascia andare e poi viene ammonito per simulazione. Mercoledì prossimo il Barcellona incontrerà l’Inter nell’andata delle semifinali di Champions League.

Partitissima preceduta da feroci polemiche arbitrali: nell’occhio del ciclone Ricardo de Burgos Bengoetxea, arbitro designato per la partita, che a poche ore dal fischio d’inizio si è sfogato in conferenza denunciando la pressione subita quest’anno dai direttori di gara dalla tv ufficiale del Real (“Quando un figlio va a scuola e ci sono bambini che gli dicono che suo padre è un ladro e torna a casa piangendo, fa male.

Quello che faccio è cercare di educare mio figlio, dirgli che suo padre è onesto, soprattutto onesto. E che può sbagliare, come chiunque”). Dichiarazioni non andate giù ai Blancos, che con il presidente Florentino Perez avevano pensato di boicottare la finale, facendo poi un passo indietro.

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Masters 1000 di Madrid, Matteo Arnaldi elimina Novak Djokovic: il mio idolo, è incredibile

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“Novak è il mio idolo, ero già contento di poterci giocare contro, perchè non era mai successo. Invece l’ho battuto è incredibile”. Così Matteo Arnaldi dopo aver eliminato Novak Djokovic al secondo turno del Masters 1000 di Madrid. “Per riuscirci ho dovuto giocare al mio meglio – ha continuato l’italiano n.44 al mondo -. Sapevo che lui non è in un gran momento di forma così ho cercato di portare avanti gli scambi e cercar di farlo sbagliare”. “Ovviamente ero molto teso all’inizio, quasi me la facevo sotto, anche perchè da quando avevo 9 o 10 anni ho cominciato a guardare le sue partite – ha ammesso Arnaldi, 24 anni – ma poi con l’andare avanti della partita mi sono calmato. Sono stato contento di prendere il break per primo, perchè sapevo che prima o poi me l’avrebbe fatto lui. E’ stato tutto perfetto”.

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