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La guerra vista dal mirino: il racconto del cecchino Sasha, il “Fantasma” di Bakhmut

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Nel cuore del Donbass, dove il conflitto tra Russia e Ucraina si intensifica ogni giorno, i cecchini diventano figure centrali. Sasha, soprannominato “Fantasma”, è uno dei più esperti tiratori scelti ucraini. Con il suo team di venti uomini, “I fantasmi di Bakhmut”, ha partecipato alle battaglie più cruciali della guerra. La sua storia offre uno sguardo unico sulla vita di chi combatte nell’ombra, lontano dalle luci dei riflettori.

Un mestiere spietato e solitario
“Uccidere un soldato nemico è come un normale lavoro,” spiega Sasha. Il cecchino opera in silenzio, con precisione chirurgica, senza spazio per esitazioni. In 17 mesi, ha eliminato personalmente 147 soldati russi, mentre la sua unità ha superato quota 1.200. Un lavoro che richiede sangue freddo, pazienza e una preparazione minuziosa.

Le missioni dei cecchini sono lunghe e complesse. Le squadre, composte da 8 uomini, si muovono a piedi per chilometri, spesso oltre le linee nemiche, portando con sé zaini di oltre 30 chili. Una volta raggiunta la zona operativa, possono restare immobili per ore, mimetizzati tra le macerie o nei boschi. “Il segreto del buon cecchino è la pazienza. Sparare tanto non serve, anzi, può tradirci.”

La precisione letale e i record personali
Sasha, ingegnere civile prima di diventare soldato nel 2014, ha affinato le sue capacità nei momenti più drammatici del conflitto. Il suo record personale è un colpo preciso a un chilometro e mezzo di distanza, ma la maggior parte dei suoi bersagli si trova tra i 300 e 500 metri. Nel novembre 2023, un altro cecchino ucraino ha stabilito il record mondiale con un colpo da 3,8 chilometri, un’impresa che testimonia il livello di preparazione dei tiratori scelti.

Vita personale e precauzioni
Dietro la maschera del cecchino si cela un uomo con una famiglia e paure personali. Sasha è padre di due figlie: Vladislava, 13 anni, e Anastasia, 8 anni. La preoccupazione per la sicurezza dei suoi cari è costante. “I russi potrebbero cercare Vladislava per punirmi,” afferma, spiegando il motivo per cui mantiene l’anonimato.

La dura realtà del fronte
Sul fronte di Pokrovsk, la situazione è critica. “I russi attaccano continuamente,” racconta Sasha, sottolineando la superiorità tecnologica dei droni nemici. Nonostante la determinazione dei soldati ucraini, la pressione russa cresce, rendendo sempre più incerto il destino della guerra.

Conclusione
La storia di Sasha e della sua unità di cecchini mette in luce la brutalità e la complessità della guerra nel Donbass. Figure come lui operano nell’ombra, con la consapevolezza che ogni colpo potrebbe cambiare il corso della battaglia o costare loro la vita. In un conflitto segnato da tecnologia avanzata e tattiche tradizionali, i cecchini restano una risorsa chiave, ma anche un simbolo della crudeltà della guerra moderna.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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