Ovviamente il procedimento penale innescato dalla denuncia e affidato al pm Pantaleo Polifemo procederà d’ufficio. Così prevede il codice rosso, la nuova legislazione approvata nel 2019 a tutela delle vittime di violenza domestica. Infatti l’iter non viene interrotto neanche da un eventuale remissione della querela (che la Urbanetz sembra intenzionata a fare, ma non l’ha ancora fatto), tenendo in considerazione la condizione di debolezza di alcune donne che spesso sono costrette a ritornare sui propri passi per mancanza di reddito o sudditanza psicologica.
La difesa di Fresa esclude con decisione che ci troviamo di fronte a uno di questi casi e respinge anche le accuse formalizzate dalla Urbanetz nella sua denuncia, in particolare quelle relative a una presunta predisposizione dell’uomo a esercitare violenza nei confronti delle donne del suo nucleo famigliare, passato e presente (l’uomo ha un’ex moglie e due figlie).
Il magistrato, che in queste righe parla per bocca del suo avvocato (la moglie non ha rilasciato dichiarazioni), ridimensiona i fatti per come sono stati raccontati sino a oggi: “Ancora una volta”, precisa Villani, “con una prassi ormai costante, il mio assistito ha appreso dalla carta stampata notizie, frammenti pare di atti giudiziari, particolari inverosimili e racconti di terze persone non si sa bene a quale titolo resi e riportati, di quello che doveva rimanere un “incidente domestico”, perché tale è stato, con dinamiche ancora tutte da accertare”.