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Esteri

La controffensiva di Kiev, ora i russi sono in difficoltà

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La resistenza ucraina continua a tenere duro in tutte le principali citta’ nel mirino della Russia, e dopo quasi un mese dall’inizio dell’invasione ci sono anche i primi “segnali di un contrattacco”. E’ il Pentagono a fotografare le “difficolta’” dell’Armata di Vladimir Putin nel giorno in cui le forze di difesa di Kiev hanno ripreso il controllo di Makariv, uno degli accessi alla capitale. Mosca, inoltre, deve fare i conti con un grave problema di rifornimenti: le truppe avrebbero scorte per appena due-tre giorni, secondo l’ultimo rapporto dell’esercito ucraino. La campagna di pesanti bombardamenti da piu’ fronti condotta dai russi finora non ha portato alla resa. In questa fase, al contrario, gli americani hanno registrato uno slancio degli ucraini sul terreno. Che grazie anche agli aiuti militari forniti dall’Occidente “stanno andando all’offensiva in alcune zone, inseguendo i russi e spingendoli fuori”, ha riferito il portavoce del Dipartimento della Difesa John Kirby. A sud, ad esempio, i russi sono stati costretti a ripiegare dal nord-est di Mykolaiv, strategico porto tra Mariupol e Odessa, e si sono riposizionati nella parte meridionale. Sul fronte di Kiev lo stato maggiore ucraino ha annunciato di aver ripreso la citta’ di Makariv, 60 km a ovest della capitale. E le truppe russe, secondo alcuni report, sarebbero circondate anche nei sobborghi nord-occidentali, Bucha, Irpin e Gostomel. Persino a Kherson, uno dei pochissimi centri in mano ai russi, le proteste contro gli occupanti stanno crescendo cosi’ tanto che Mosca sarebbe pronta a scatenare il “grande terrore”. Il piano, rivelato da una gola profonda dell’Fsb, avrebbe l’obiettivo di andare a prendere i dissidenti casa per casa nella notte. Le valutazioni del Pentagono sullo stato dell’invasione russa in Ucraina convergono con altre analisi condotte dagli alleati. L’Armata di Putin appare quasi impantanata, incapace di coordinare le proprie operazioni e con problemi di comunicazione tra le forze aeree e di terra. E cresce la frustrazione tra le truppe dopo il fallimento della guerra lampo. Kiev, inoltre, stima che le forze di occupazione stiano finendo le scorte di munizioni e cibo, mentre la mancanza di carburante ha gia’ costretto i russi ad abbandonare diversi mezzi blindati per le strade. Alle effettive difficolta’ nel guadagnare terreno, Mosca risponde insistendo con i bombardamenti. Sono almeno dieci gli ospedali distrutti finora in Ucraina ed in tutto il Paese ci sono sempre piu’ scheletri di edifici civili. Come a Mariupol, ridotta a citta’ fantasma, dove circa 200 mila abitanti restano ancora intrappolati da nuovi raid e dai combattimenti per le strade. I civili sono stati presi di mira anche nel Donbass. A Severdonetsk, nella regione di Lugansk, i russi hanno fatto fuoco su persone in coda in un supermercato, provocando morti e feriti, hanno denunciato le autorita’ locali. Ed e’ stato colpito un ospedale pediatrico, fortunatamente vuoto. Lungo il Mar Nero l’offensiva russa con armi pesanti ha insistito anche su Mykolaiv, prendendo di mira il porto. Mentre la contraerea ucraina e’ stata a lungo in azione a Odessa, all’indomani del primo attacco diretto alla citta’. Sul fronte orientale Kharkiv e’ stata bombardata con l’artiglieria per tutta la notte. Tra le vittime anche una famiglia di tre persone (tra cui una bambina), centrata nella sua auto da un tank. A Kiev, il giorno dopo il raid che ha fatto a pezzi un centro commerciale a pochi chilometri dal centro, i raid si sono abbattuti su un istituto scientifico, uccidendo almeno una persona. Tutte queste citta’, nonostante la pioggia di fuoco, continuano comunque a resistere. Il timore adesso e’ che Putin perda la pazienza ed alzi ulteriormente il tiro. I segnali gia’ ci sono. Secondo funzionari della Nato, e’ sempre piu’ “probabile” che la Bielorussia entri nel conflitto al fianco di Mosca. E secondo Joe Biden lo zar sta valutando l’utilizzo di armi chimiche e biologiche. Per non parlare della minaccia nucleare arrivata in serata dal Cremlino se la Russia dovesse ritenere “la sua stessa esistenza” in pericolo.

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Esteri

Naufraga barca di migranti alle Canarie, decine i dispersi

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Naufraga un’imbarcazione con migranti a bordo al largo de El Hierro, una delle isole Canarie, lasciando decine di dispersi in mare. Stando a quanto si apprende da diverse fonti, 9 persone sono state soccorse con un elicottero e portate sull’isola per fornite loro assistenza sanitaria e alcuni di essi, scrive l’agenzia Efe, hanno raccontato ai soccorritori che la barca si è ribaltata due giorni fa, e che in quel momento a bordo c’erano circa “60 persone”. In seguito, alcune di loro sarebbero riuscite a rigirarla e tornarvici sopra.

L’incidente, avvenuto a circa 60 miglia nautiche a sud de La Restinga (El Hierro), è stato notificato dall’equipaggio di una nave mercantile di passaggio, chiamata Beskidy. Secondo questa segnalazione, la barca dei migranti era in situazione di “semi-affondamento”. Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo, che per ora non conferma cifre di morti e dispersi in questo naufragio, ha mobilitato per i soccorsi, oltre all’elicottero, anche un’imbarcazione di emergenza.

(la foto in evidenza è di archivio e non ha a che vedere con la vicenda narrata)

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Cronache

Le gang criminali in Svezia seducono la polizia e s’infiltrano

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Un’inchiesta giornalistica del quotidiano svedese Dagens Nyheter ha portato alla luce numerosi casi in cui agenti di polizia avrebbero divulgato informazioni sensibili a membri di gang criminali. Alcuni di questi agenti avrebbero agito sotto pressioni da parenti, mentre altri avrebbero avuto rapporti intimi con individui legati alla criminalità organizzata.

Il giornale ha reso pubblici estratti di lettere d’amore inviate da una poliziotta a un membro della nota gang Foxtrot: “Sono al lavoro. Quante ore del mio tempo lavorativo ho dedicato a te? Se solo la gente sapesse”, riporta una delle lettere citate. In un altro caso, la capo squadra ‘Camilla’, specializzata in criminalità organizzata, è stata licenziata dopo essere stata sorpresa uscire da una stanza d’albergo con un membro di una gang al tempo imputato per riciclaggio: “Ci siamo accorti che qualcosa non andava”, ha dichiarato l’ex capo di Camilla al quotidiano. “Abbiamo notato un cambiamento di comportamento nei criminali che stavamo monitorando. Come se sapessero. Questo è successo più volte.

“Molti dei suoi colleghi sono rimasti scioccati dall’improvviso licenziamento di Camilla, avvenuto senza alcuna spiegazione a causa della segretezza. Lo scoop giornalistico rivela che dal 2018 è stato presentato un totale di 514 denunce per presunte divulgazioni di informazioni, ma che non tutte hanno portato a sentenze e in diversi casi non si è riusciti a individuare la fonte della fuga d’informazioni. Durante questo periodo, 30 agenti di polizia sono stati giudicati un “rischio per la sicurezza” e sono stati licenziati o invitati a lasciare il loro incarico. Le informazioni divulgate comprendono dettagli su gang rivali, metodi investigativi e dettagli privati di agenti di polizia, nonché avvertimenti di arresto e perquisizioni. Dopo la rivelazione, il Ministro della Giustizia, Gunnar Strömmer, ha convocato una riunione con i vertici della polizia: “Si tratta di un fatto molto grave” ha dichiarato a Dagens Nyheter “La divulgazione di informazioni sensibili ai criminali è un reato e può avere conseguenze molto dannose per il lavoro condotto dalle forze di polizia. A lungo termine, rischia di minare la fiducia nel sistema di giustizia e ledere la democrazia”, ha concluso il Ministro.

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Esteri

‘Da banche Occidente in Russia 800 mln euro in tasse a Cremlino’

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Le maggiori banche occidentali che sono rimaste in Russia hanno pagato lo scorso anno più di 800 milioni di euro in tasse al Cremlino, una cifra quattro volte superiore ai livelli pre-guerra. Lo riporta il Financial Times sottolineando che le imposte pagate, pari allo 0,4% delle entrate russe non legate all’energia per il 2024, sono un esempio di come le aziende straniere che restano nel Paese aiutano il Cremlino a mantenere la stabilità finanziaria nonostante le sanzioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, “le maggiori sette banche europee per asset in Russia – Raiffeisen Bank International, Unicredit, Ing, Commerzbank, Deutsche Bank, OTP e Intesa Sanpaolo – hanno riportato profitti totali per oltre tre miliardi di euro nel 2023. Questi profitti sono stati tre volte maggiori rispetto al 2021 e in parte generati dai fondi che le banche non possono ritirare dal Paese”.

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