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Economia

La carica dei navigator, in 54 mila a Roma per tre giorni per 2980 posti di lavoro al Mise

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Per tre giorni affolleranno cinque grandi padiglioni, con la speranza di conquistare, fino al 30 aprile 2021, il compenso annuo di 27.388,76 euro lordi. E’ la carica dei candidati navigator che per tre giorni mettera’ a dura prova il quadrante ovest della capitale. Alla linea di partenza della selezione sono 53.907. Erano quasi 79mila ma una prima selezione e’ stata fatta in base al voto di laurea. Ora solo uno su venti ce la fara’. I posti in palio, per questa prima ondata di ‘tutor’ del reddito di cittadinanza saranno solo 2.980. Poi ci saranno le altre selezioni per i centri impieghi regionali, altri 5.600 posti per i quali bisogna attendere ancora un po’. La scelta dei navigator e’ di fatto un maxi-concorso. Per una occupazione a tempo, che servira’ a trovare il lavoro a chi non ce l’ha e per questo percepisce il reddito di cittadinanza. La sfida, per chi si e’ candidato, passa attraverso 100 domande a risposta multipla. Non solo cultura generale e quesiti psicoattitudinali, ma anche domande di logica e informatica, economia aziendale, politica e mercato del lavoro…e soprattutto sul reddito di cittadinanza. Sono stati i temi affrontati con libricini e guide, selezionati con chat nate su internet per fare gruppo e scambiarsi consigli ed esperienze. Ma il primo ostacolo da superare sara’ quello di raggiungere la Fiera di Roma in tempo, alle 9 del mattino, e poi alle 14,30 per il secondo turno.

Chi non rispetta l’orario e’ fuori dal gioco. E il luogo e’ fuori citta’. Si raggiunge con la metro o con un trenino. I parcheggi sono molti, ma l’ingorgo va dato per scontato. Poi le distanze a piedi non sono piccolissime: del resto visti i numeri non era possibile scegliere location meno ampie. Sul sito dell’Anpal ci sono tutte le indicazioni. Si consiglia l’ingresso Nord. Poi bisogna andare al Padiglione 9 dove si mostra la copia firmata della domanda di partecipazione con il codice di identificazione. Solo dopo un ulteriore passaggio di identificazione si arriva ai padiglioni dal 3 all’8, nei quali si svolge la prova. L’identikit del ‘candidato’ e’ stato stilato dall’Anpal. Il primo dato che emerge e’ che tre quarti sono donne – 39.528 le candidate iscritte – e che nella meta’ dei casi si tratta di una persona con eta’ compresa tra i 30 e i 40 anni. Il 31% ha la laurea in legge e moltissimi sono coloro che vengono dal meridione. Dal Sud arrivano in 29.193: per la gran parte da Campania (9.420), Sicilia (8.580) e Puglia (4.960).

Nel proprio curriculum la laurea piu’ frequente (per 16.953 aspiranti) e’ quella in giurisprudenza, seguita da psicologia (12.080) e scienze economico-aziendali (7.242). I 2.980 idonei dovranno ricoprire le posizioni indicate da Anpal Servizi nel piano di distribuzione dei navigator per ciascuna zona d’Italia, un piano elaborato con l’obiettivo di uniformare gli standard dei servizi per l’impiego su tutto il territorio nazionale. Nella regione Campania c’e’ il maggior fabbisogno di navigator (471) con la sola provincia di Napoli che ne prevede 274. Segue la Sicilia con 429 posti di cui 125 a Palermo e 100 a Catania. Al Nord c’e’ la Lombardia con 329 navigator, di cui 76 a Milano e 50 a Brescia mentre nel centro Italia e’ il Lazio la regione che ha maggiore necessita’ di copertura con 273 operatori, 195 nella provincia di Roma. Chi superera’ la selezione avra’ un contratto di collaborazione, anche se il vicepremier Luigi Di Maio ha promesso piu’ volte una stabilizzazione: ma per ora l’incarico scadra’ il 30 aprile 2021, periodo nel quale oltre al compenso lordo annuale di 27.338,76 euro si aggiungeranno 300 euro lordi mensili come rimborso forfettario per le spese di viaggio, vitto e alloggio. Avranno l’obiettivo di realizzare ‘politiche attive’ per l’occupazione, anche innovative. Una scommessa che, da qualsiasi parte si guardi, gira attorno ad una sola parola: lavoro.

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Economia

Nagel apre la partita sul Leone, Mps non si ferma

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Mediobanca gioca la sua mano nella partita del risiko bancario proponendo di scambiare la quota del 13% nelle Generali con la totalità delle azioni di Banca Generali. Un’operazione che da un lato trasformerebbe in un asset industriale una partecipazione finanziaria con cui i manager di Piazzetta Cuccia hanno sempre inciso sulle scelte strategiche del Leone e dall’altro aprirebbe nuovi scenari sugli assetti di controllo del grande ‘forziere’ del risparmio italiano. La mossa, di cui l’ad di Mediobanca Alberto Nagel (foto Imagoeconomica in evidenza) ha sottolineato la valenza industriale e la coerenza con il piano di Piazzetta Cuccia, ha però anche l’effetto non secondario di cercare di sottrarre la banca all’abbraccio sgraditissimo di Mps, la cui scalata potrebbe diventare più costosa se il mercato crederà alle promesse di Nagel e più complessa in uno scenario di integrazione a tre.

“L’operazione – scrivono gli analisti di Bofa – aggiunge incertezza e uno strato di complessità al progetto di un terzo polo Mps-Mediobanca”. Non la vedono così a Siena dove tira tutt’altro che aria di resa. Non solo l’offerta su Banca Generali viene giudicata non “ostativa” della scalata a Mediobanca ma viene anzi ritenuta in grado di “rafforzare il valore industriale” dell’operazione di Mps, che punta a aumentare la sua presenza nel wealth management e valuta “non strategica” e cedibile la quota nel Leone. Lovaglio può contare sul sostegno dei suoi grandi sponsor. Anzitutto del governo, dove fra i meloniani Banca Generali viene considerata la “risposta scaltra” di Nagel al Monte e si auspica che l’ops di Mps “vada in porto”.

Ma anche di Caltagirone e Delfin, che insieme hanno il 27,2% di Mediobanca e il 20% di Mps, e non appaiono intenzionati a deporre le armi, come dimostra l’astensione dei rappresentanti di Delfin nel cda di Mediobanca e la battaglia che potrebbero dare in Generali, anche sollevando il tema del conflitto di interesse di Mediobanca, i consiglieri del Leone eletti nella lista Caltagirone. Si tratterà di vedere se, alla prova del mercato, Nagel sarà in grado di convincere i suoi azionisti che è meglio una Mediobanca indipendente e con una solida presenza nel wealth management ad un matrimonio con Mps, che con Piazzetta Cuccia punta invece a diversificare il suo business e a creare il terzo polo bancario. Ma anche se saprà spingere i soci di Banca Generali, a partire dal Leone, a consegnare le azioni. A caldo la Borsa – dove viene riconosciuto il senso industriale e finanziario dell’ops per Mediobanca ma meno per Generali e Banca Generali – ha risposto con una certa freddezza, facendo scendere Piazzetta Cuccia (-0,8%) e Generali (-1,1%) e spingendo Mps (+2,1%).

Ma il piano di Mediobanca prevede anche l’addio a Trieste, con metà della quota che verrebbe rilevata dal Leone e metà che si dissolverebbe nel mercato. Per Generali – dove Delfin ha quasi il 10%, Caltagirone il 6,8% e Benetton il 4,8% – si aprirebbe l’esigenza di puntellare la compagine tricolore che ne difenda l’italianità, in una fase in cui il governo ha acceso un faro sull’accordo nell’asset management con Natixis. Una partita su cui potrebbero avere qualcosa da dire Intesa, che domani investirà il suo ceo Carlo Messina con un nuovo mandato triennale, e soprattutto Unicredit, che ha già rastrellato il 6,7% del capitale e ha votato con Caltagirone e Delfin in assemblea, auspicando un cambio di passo a Trieste. Una partita che potrebbe incrociarsi con l’ops su Banco Bpm, partita oggi con la consegna di sole 798 azioni. L’operazione è fortemente a rischio dopo i paletti imposti dal governo con il golden power, in relazione ai quali Unicredit, che per ora non ha impugnato il provvedimento, ha chiesto chiarimenti. Nel frattempo il cda di Gae Aulenti ha rinviato al 12 maggio la presentazione dei suoi risultati, inizialmente in programma il 7, stesso giorno di quelli di Banco Bpm.

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Pirelli: viene meno il controllo di Sinochem ma è scontro

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Dopo 10 anni di convivenza Pirelli prova a prendere le distanze dal socio cinese che, dopo aver investito 7,1 miliardi di euro, non intende però farsi mettere alla porta. “E’ venuto meno il controllo di Sinochem” si leggerà nella relazione finanziaria che il 12 giugno i soci voteranno in assemblea ma Marco Polo International Italy, il veicolo che detiene la quota del 37%, si oppone fin d’ora. In cda il presidente di Pirelli (e di Sinochem) Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua hanno votato contro e il bilancio è stato approvato a maggioranza, con il voto favorevole di 9 su 15 consiglieri. Il fronte cinese non è compatto: Tang Grace si è astenuta e gli indipendenti Marisa Pappalardo e Alberto Bradanini hanno votato a favore. In serata arriva la presa di posizione di Marco Polo International Italy che esprime un “profondo disappunto e ferma opposizione”.

La relazione finanziaria di Pirelli, su proposta dell’ad Andrea Casaluci, contiene l’informativa secondo cui, “a seguito del Golden Power è venuto meno il controllo di Marco Polo Italy (e, per l’effetto, di Sinochem) su Pirelli ai sensi dell’Ifrs 10”. Il decreto “non include alcuna disposizione che privi Mpi del controllo su Pirelli, anzi lo presuppone” ribatte il socio cinese e sembra una dichiarazione di voto; e poi arriva la precisazione che “tra l’altro Mpi continua a detenere una percentuale rilevante per l’esercizio di un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria”. Lo scontro diretto però non sembra nello stile del socio cinese, che ricorda “in qualità di azionista responsabile di Pirelli, abbiamo sempre rispettato rigorosamente le leggi italiane ed estere, e continueremo a farlo con spirito di collaborazione con tutte le autorità competenti assicurando la naturale tutela degli interessi di Mpi e preservando sempre lo sviluppo e la crescita di Pirelli”. Il dialogo dunque continua. Il venir meno del controllo, sottolineano i manager, è “un primo passo, ma non risolutivo, nel percorso di necessario adeguamento della governance societaria ai vincoli normativi negli Usa”, un mercato chiave per l’High Value (un settore che pesa per il 76% dei ricavi totali) e la tecnologia Cyber Tyre. Gli analisti, Banca Akros, Equita e Mediobanca dicono cose simili, Pirelli “avrebbe bisogno di una nuova governance”.

“Tra le diverse soluzioni – elencano ricordando le indiscrezioni di stampa – vi è una riduzione della quota di Sinochem a meno del 25%, forse attraverso l’ingresso di un nuovo azionista di riferimento o una nuova governance che limiti il numero di membri cinesi nel CdA”. Casaluci ha un mese e mezzo per ricomporre lo strappo e poi porterà in assemblea il bilancio, il dividendo e il piano di incentivazione. Il 2024 si è chiuso con un utile netto consolidato di 501,1 milioni (+1%) e ricavi in aumento dell’1,9% a 6.773,3 milioni; per la capogruppo l’utile netto è stato di 302 milioni (+24,3%) e il cda proporrà la distribuzione di una cedola da 0,25 euro per azione per un totale complessivo di 250 milioni di euro. E per il 2025 non abbassa l’asticella anche se resta prudente, alla luce delle elevate incertezze sui dazi Usa. Per mitigarne l’impatto è già pronto un piano con l’obiettivo di garantire i target di Ebit Adjusted (al 16%) e di generazione di cassa (0,55 miliardi) nella parte bassa della guidance e raggiungere comunque l’obiettivo di deleverage. Il piano di mitigazione “prevede maggiori importazioni dal Brasile e un aumento della capacità negli Usa” aveva spiegato l’ad in occasione della presentazione dei conti. Inoltre “la politica commerciale verrà riesaminata sulla base del tasso di inflazione”.

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Dichiarazione dei redditi al via, dal 30 la precompilata

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Parte la stagione della dichiarazione dei redditi. Da mercoledì pomeriggio la precompilata 2025 sarà disponibile in modalità consultazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate. I modelli già predisposti contengono i dati in possesso del fisco oppure inviati dagli enti esterni, come datori di lavoro, farmacie e banche. Sono complessivamente circa 1,3 miliardi le informazioni trasmesse per la stagione dichiarativa in corso. Dal 15 maggio sarà poi possibile modificare e inviare i modelli dichiarativi. I contribuenti potranno anche quest’anno optare per il 730 semplificato, che nel 2024 è stato scelto da oltre metà della platea. Con questa modalità la compilazione è facilitata e il il cittadino non deve più conoscere quadri, righi e codici ma viene guidato fino all’invio della dichiarazione.

Nella sezione “casa” si potranno quindi trovare i dati relativi all’abitazione (rendita, eventuali contratti di locazione, interessi sul mutuo ecc.), in quella “spese sostenute” gli oneri, e nella sezione “famiglia” le informazioni su coniuge e figli. Una volta accettato o modificato i dati, sarà il sistema ad inserire automaticamente i dati all’interno del modello. Per inviare la dichiarazione ci sarà tempo fino al 30 settembre 2025.

Per chi invece presenta il modello Redditi (il modello alternativo per lavoratori dipendenti e pensionati con la differenza che il debito non viene trattenuto in busta paga, ma va pagato tramite il modello F24) la scadenza è il 31 ottobre. Nelle dichiarazioni precompilate sono già precaricati i 1.298.784.152 dati ricevuti dal Fisco. Le spese sanitarie si confermano in testa alla classifica con oltre 1 miliardo di documenti fiscali trasmessi. Seguono i premi assicurativi (più di 98 milioni di dati), le certificazioni uniche di dipendenti e autonomi (quasi 75 milioni) e i bonifici per ristrutturazioni (10,5 milioni).

In forte aumento rispetto al 2024 i dati sulle ristrutturazioni condominiali (quasi 7,5 milioni, +32%), quelli sulle erogazioni liberali (2,8 milioni, +13%) e quelli relativi alle spese scolastiche (8,5 milioni), universitarie (4 milioni) e gli asili nido (oltre mezzo milione). Per rendere ancora più agevole l’adempimento dichiarativo quest’anno sono state riviste e migliorate alcune funzionalità: ad esempio, la scelta del sostituto d’imposta e il passaggio dalla compilazione con la modalità semplificata a quella con il metodo ordinario.

Inoltre sono stati introdotti due nuovi quadri (M e T) che consentono alle persone fisiche non titolari di partita Iva di utilizzare la dichiarazione semplificata anche in relazione ai redditi soggetti a tassazione separata, a imposta sostitutiva o derivati da plusvalenze di natura finanziaria. Novità anche per gli eredi: da quest’anno il servizio web per la gestione delle autorizzazioni in capo all’erede è stato reso fruibile anche a tutori, amministratori di sostegno e genitori abilitati.

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