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Cronache

Italiana scomparsa a Malaga, indagini senza risultati

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Domani saranno trascorse due settimane esatte da quando Roberta Cortesi, bergamasca di 36 anni, ha inviato l’ultimo messaggio via WhatsApp alla mamma Eliana a Osio Sotto. Da quel momento della donna, che lavorava come cameriera a Malaga, in Spagna, si è persa ogni traccia. Per questo proseguono le indagini della polizia spagnola, in stretto coordinamento con l’ambasciata italiana a Madrid. Gli investigatori spagnoli non escludono alcuna pista, mentre i familiari in Italia – la mamma e la sorella Alessandra – si dicono molto preoccupati dalla completa assenza di notizie dalla Spagna e temono che Roberta possa essere rimasta vittima di un delitto.

Finora tutti gli accertamenti non avrebbero portato a nulla di concreto: la donna lavorava in un ristorante di Malaga, il cui titolare aveva ricevuto, 48 ore dopo la scomparsa della cameriera, una chiamata di una donna che si era spacciata per Roberta e che aveva spiegato di aver perso il cellulare e di non potersi più presentare al lavoro. Di contro, il titolare che non la vedeva da sabato, le aveva detto di non presentarsi per l’appunto più, visto le sue assenze ingiustificate a partire da domenica. La chiamata – hanno poi ricostruito i parenti tramite il legale che li assiste, l’avvocato Luca Gambirasio – era arrivata da un altro ristorante di Malaga, a 11 chilometri da quello dove lavorava Roberta. Contattato, il titolare di questo locale ha prima tergiversato, poi ha detto di non sapere nulla della vicenda.

Per i familiari e l’avvocato si sarebbe trattato di un depistaggio. Ma a opera di chi e perché? Roberta Cortesi aveva conosciuto in Andalusia un uomo, con il quale i familiari in Italia sono riusciti a mettersi in contatto ma che è parso confuso, quasi come fosse sotto l’effetto di alcol. Anche la titolare del bed&breskfast dove la donna soggiornava ha riferito di aver sentito qualcuno nella stanza di Roberta 48 ore dopo la sua scomparsa: dalla stanza, senza che la titolare la vedesse, la donna ha detto che sarebbe dovuta partire benché il soggiorno fosse stato pagato fino alla domenica successiva. Per i familiari, anche questo potrebbe essere stato un depistaggio in una vicenda che ha molti punti oscuri. Le autorità locali riferiscono di tenere aperta ogni pista e di non escludere nessuna ipotesi, anche se i familiari temono ormai il peggio e continuano a chiedere che venga fatta chiarezza al più presto.

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Cronache

Funerali di Papa Francesco: online le foto ufficiali della Polizia di Stato scattate da Massimo Sestini a bordo di un elicottero

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Sono disponibili da oggi, sul sito ufficiale poliziadistato.it, le straordinarie fotografie realizzate in occasione delle esequie di Papa Francesco. Gli scatti portano la firma di Massimo Sestini, fotoreporter di fama internazionale, incaricato dalla Polizia di Stato di documentare uno degli eventi più solenni e seguiti al mondo.

Le immagini sono state realizzate a bordo di un elicottero del 1º Reparto Volo della Polizia di Stato, impegnato nei servizi di sicurezza durante la cerimonia. Da una prospettiva aerea unica, Sestini ha catturato il raccoglimento e l’imponenza di Piazza San Pietro gremita di fedeli e delegazioni internazionali, offrendo uno sguardo emozionante e potente sull’ultimo saluto al Pontefice.

(Funerali di Papa Francesco, tutte le foto contenute in questo articolo sono di MassimoSestini per la PoliziadiStato)

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Cronache

Cadono da tetto del casolare: 14enne muore, gravissimo 13enne

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Due ragazzini sono caduti dal tetto di un casolare abbandonato, facendo un volo di circa 20 metri a Mazara del Vallo (Trapani). È successo nel lungomare San Vito, nei pressi del Mahara Hotel. Uno dei due di 14 anni è deceduto sul colpo, mentre l’altro di 13 anni è stato trasportato in ospedale in gravissime condizioni.

I ragazzini sarebbero entrati in un ex stabilimento vinicolo, nel pomeriggio, nonostante vi fossero cartelli di divieto e una recinzione. Sul posto sono andati i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia di Stato, la polizia municipale e anche il sindaco di Mazara Salvatore Quinci.

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Cronache

Il ciclista morto a Grosseto era un cardiologo in pensione

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Si chiamava Eugeniu Dabija, aveva 65 anni ed era un medico in pensione originario della Moldavia, ma trasferitosi in Italia, il ciclista morto sulla Senese a Grosseto dopo essere stato travolto da un’auto vicino alla pista ciclabile. L’incidente mortale risale al primo pomeriggio del 25 aprile e la vittima non è stata identificata subito. Un’auto, una Golf, ha travolto l’uomo mentre stava attraversando la strada per raggiungere la pista ciclabile che porta a Roselle. Dopo l’urto e l’intervento del 118 ogni tentativo di rianimazione dell’ex medico in pensione è stato vano.

E’ morto al pronto soccorso dell’ospedale Misericordia di Grosseto. La persona che era alla guida della Golf, un trentenne, si è subito fermata e ha prestato i primi soccorsi insieme ad altri automobilisti di passaggio, che poi hanno chiamato il 118. Dabija era un cardiologo. Aveva lavorato per molti anni in un penitenziario in Moldavia. Poi, andato in pensione, si è trasferito a Grosseto dove ora vivono dei familiari. La procura, col magistrato di turno Valeria Lazzarini, ha aperto un fascicolo per omicidio stradale a carico del conducente.

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