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Israele accetta piano Witkoff, tregua per il Ramadan

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Conclusa la riunione ristretta tra il premier Benyamin Netanyanu, il ministro della Difesa, l’establishment della sicurezza e il team negoziale, Israele annuncia di aver accettato ‘il piano Witkoff’, dopo giorni di stallo dei colloqui per il proseguimento dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas. Poco prima di mezzanotte, l’ufficio del primo ministro ha reso noto che Gerusalemme “adotta la proposta Usa per un cessate il fuoco temporaneo durante il periodo del Ramadan e della Pasqua ebraica. Nel primo giorno del piano, metà degli ostaggi vivi e dei caduti saranno liberati, e al termine – se si raggiungerà un accordo su un cessate il fuoco permanente – saranno liberati gli altri rapiti vivi e i caduti”. Secondo la dichiarazione, “Hamas ha ripetutamente violato l’accordo, mentre Israele non l’ha fatto, poiché può riprendere le ostilità dopo il 42/o giorno (dell’accordo con Hamas) se ritiene che i negoziati non siano efficaci”.

La clausola – sostiene l’ufficio del premier – “è supportata da una lettera collaterale dell’amministrazione Biden e ha ricevuto anche il sostegno dell’amministrazione Trump”. “Se Hamas cambierà posizione, Israele entrerà immediatamente nei negoziati su tutti i dettagli del piano di Witkoff”, conclude il comunicato. Nel frattempo, un nuovo, pericoloso fronte potrebbe aprirsi dopo la dichiarazione del ministro della Difesa israeliano che ha ordinato all’Idf di ‘prepararsi a difendere’ la città siriana a maggioranza drusa di Jaramana, alla periferia di Damasco. “Israele non permetterà al regime di estremisti islamici in Siria di danneggiare i drusi. Se il regime li danneggia verrà colpito da noi”, ha detto Israel Katz. In serata a Jaramana sono stati segnalati scontri in corso.

La dichiarazione ha fatto salire ancor di più la tensione nel Paese, dove dal pomeriggio sono in corso manifestazioni in molte città contro la posizione del governo che non procede alla seconda fase dell’accordo con Hamas. Intanto restano a Gaza 59 ostaggi di cui almeno 35 sono morti. Le famiglie dei rapiti accusano Netanyahu di aver “orchestrato la crisi nei negoziati”, come ha dichiarato Einav Tsangaoker, madre di Matan. Il primo ministro ha inviato al Cairo una “delegazione fittizia senza un reale mandato”, ha detto Einav. Dalla Striscia, Hamas ha pubblicato un nuovo video – definito di ‘crudele guerra psicologica’ dall’ufficio del premier – in cui si vedono Yair Horn, liberato dalla prigionia dopo 489 giorni, e suo fratello Eitan, ancora in mano ai terroristi, nel momento drammatico in cui si abbracciano prima della liberazione di uno solo di loro. Nel filmato compare anche il soldato Nimrod Cohen, nonostante Hamas abbia oscurato i volti degli altri ostaggi. Il padre di Nimrod, ricevendo indirettamente una prova che il ragazzo è in vita, ha detto a Ynet: “È facile identificarlo dal suo braccio. Si era fatto un tatuaggio qualche giorno prima di essere rapito”.

Nel frattempo, mentre l’Idf pubblica i risultati dell’inchiesta sul 7 ottobre, emergono sempre più particolari del fallimento israeliano nel non aver saputo difendere la popolazione inerme dall’assalto dei terroristi. Primo fra tutti: mentre il peggior scenario ipotizzato dall’esercito prevedeva l’infiltrazione di circa 70 terroristi da 4-8 punti diversi, quel sabato nero 5.500 terroristi sono entrati da 114 varchi al confine tra il sud di Israele e Gaza. Completamente ignorata dall’intelligence la serie ‘Pugno dei Liberi’, prodotta da Hamas e lodata da Yahya Sinwar, che mostrava una incursione in territorio israeliano. L’Idf ha sigillato il confine solo dopo tre ore e mezzo dall’inizio dell’attacco. Dai social di Gaza rimbalzano le immagini di un Iftar collettivo, il pasto serale che interrompe il digiuno durante il Ramadan appena iniziato. Un lunghissimo tavolo apparecchiato su una strada sterrata a Rafah, lucine e musica della festa. Intorno solo polvere, macerie e distruzione.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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