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‘Ingerenze russe’, annullate le presidenziali in Romania

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Nuovo clamoroso colpo di scena in Romania, dove oggi la Corte costituzionale, confermando i pesanti sospetti di ingerenze russe nel processo elettorale a favore del candidato di estrema destra Calin Georgescu, ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali, proprio alla vigilia del ballottaggio programmato per domenica 8 dicembre. Una decisione tanto inaspettata quanto esplosiva, che di fatto cancella tutto quanto accaduto fino ad ora. Inclusi i 33.000 voti degli elettori romeni della diaspora che, in Australia e in nuova Zelanda, si erano già presentati alle urne per il voto del ballottaggio.

Una decisione shock e senza precedenti che aggrava ulteriormente il caos politico nel Paese balcanico esploso all’indomani del primo turno presidenziale del 24 novembre, con le rivelazioni sulle interferenze nel processo elettorale attraverso TikTok da parte di altri Paesi, a cominciare dalla Russia, a favore in particolate dell’estremista di destra Georgescu, vincitore a sorpresa della prima tornata. Il Consiglio supremo per la sicurezza della nazione (Csat), poche ore dopo la chiusura dei seggi, aveva infatti parlato di “una massiccia esposizione sulla base di un trattamento preferenziale di TikTok. La Romania è diventata un bersaglio per azioni ostili da parte di alcuni stati, in particolare la Russia”.

L’indagine interna è rimasta segreta per alcuni giorni, ed è presumibilmente proprio la sua desecretazione nelle ultime ore che ha spinto l’alta corte a prendere una decisione senza precedenti nel Paese e ad annullare il primo turno delle presidenziali. Nel comunicato della Corte si afferma che “si annulla, in base all’articolo 146, lettera f della Costituzione, l’intero processo elettorale relativo all’elezione del presidente della Romania. Il governo stabilirà una nuova data per le elezioni, e l’intero processo elettorale sarà ripetuto integralmente”. Dal comunicato emerge dunque che la Corte ritiene che non siano state rispettate le procedure per lo svolgimento di elezioni libere, accettando quindi le quattro segnalazioni da parte della Snspa (la Scuola nazionale di studi politici e amministrativi), dell’Istituto per lo Studio del Totalitarismo, della pubblicazione Calea Europeana e del candidato Cristian Terhes.

Al caso Romania aveva ovviamente prestato attenzione l’Ue, che anche oggi aveva espresso preoccupazione “per i crescenti indizi di un’operazione coordinata di influenza online straniera che ha come obiettivo le elezioni romene”. Il primo turno delle presidenziali era stato peraltro convalidato dalla stessa Corte Costituzionale dopo una settimana, nonostante la richiesta dello stesso Cristian Terhes (candidato che il 24 novembre aveva ottenuto appena l’1,7% delle preferenze) di procedere al riconteggio di tutti i 9,4 milioni di voti. Ma ora è tutto da rifare, senza però avere certezze sulle date, in un contesto in cui il governo è praticamente alla fine del suo mandato, il nuovo esecutivo non si è ancora formato (appena domenica scorsa si sono svolte le elezioni legislative) e il presidente della Repubblica, Klaus Iohannis, terminerà ufficialmente il proprio mandato il 21 dicembre, anche se ha già annunciato che rimarrà in carica fino a quando non verrà eletto il suo successore. Come se non bastasse, il leader del piccolo partito nazionalista Drept ha chiesto oggi l’annullamento anche delle elezioni parlamentari sostenendo che “anche tale consultazione potrebbe essere stata influenzata da ingerenze straniere”.

Elena Lasconi, la sfidante centrista moderata che al ballottaggio avrebbe dovuto affrontare Georgescu, si è mostrata decisamente contrariata dal verdetto dell’alta corte, probabilmente anche perché gli ultimi sondaggi la davano leggermente avanti a Georgescu: “Oggi lo Stato romeno ha calpestato la democrazia. Condanno fermamente ciò che è stato fatto. E’ una decisione immorale, illegale che annulla l’essenza della democrazia. Avremmo dovuto andare al voto e rispettare il volere del popolo romeno”, ha affermato. Di tutt’altro avviso il premier socialdemocratico, Marcel Ciolacu, estromesso dalla corsa per il ballottaggio, ma il cui partito Psd ha vinto le parlamentari. “La decisione della Corte costituzionale riguardo all’annullamento delle elezioni presidenziali – ha detto – è l’unica soluzione corretta dopo la declassificazione dei documenti riservati che mostrano come il risultato del voto dei romeni sia stato palesemente distorto a seguito dell’intervento della Russia. Le elezioni presidenziali devono essere ripetute”, ha osservato Ciolacu.

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Zelensky a Roma per i funerali di Papa Francesco, forse incontra Trump

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato a Roma per partecipare ai funerali di Papa Francesco. Lo ha confermato il suo portavoce, Sergei Nykyforov, spiegando che anche la First Lady Olena Zelenska prenderà parte alla cerimonia funebre.

Incertezza fino all’ultimo sulla presenza

Fino a poche ore prima dell’annuncio, Zelensky aveva espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere la capitale italiana, affermando di non essere certo di “avere il tempo” per partecipare all’evento e per rivedere il presidente americano Donald Trump, anch’egli atteso ai funerali. Alla fine, il presidente ucraino ha scelto di essere presente per rendere omaggio a Papa Francesco.

Un momento solenne di rilievo internazionale

La partecipazione di Zelensky e della First Lady alla cerimonia sottolinea l’importanza del momento, che vede la presenza di numerosi capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo.

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Sondaggio Nyt, tasso di approvazione per Trump crolla al 42%

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Il consenso di Donald Trump crolla al 42%, secondo un sondaggio New York Times-Siena college condotto tra il 21 e il 24 aprile su 913 elettori registrati: il 42% approva il suo operato, mentre il 54% lo disapprova (il 5% non sa o non risponde). E solo il 36% pensa che gli Usa siano nella giusta direzione, il 53% crede il contrario (l’11% non sa o non risponde). Quanto al suo secondo mandato, il 66% del campione lo definisce caotico, il 59% preoccupante e solo il 42% eccitante.

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Trump, Mosca e Kiev si incontrino per concludere accordo

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“Appena atterrato a Roma. Una buona giornata di colloqui e incontri con Russia e Ucraina. Sono molto vicini a un accordo e le due parti dovrebbero ora incontrarsi, ad altissimo livello, per ‘concluderlo’. La maggior parte dei punti principali è stata concordata. Fermate lo spargimento di sangue, ora. Saremo ovunque sia necessario per contribuire a porre fine a questa guerra crudele e insensata!”: lo scrive Donald Trump su Truth dopo essere arrivato a Roma per i funerali del Papa.

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