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Esteri

In Romania non escluso l’annullamento del voto a presidenziali

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Il caos seguito al primo turno delle elezioni presidenziali in Romania prosegue, se possibile anche ingigantendosi, come era prevedibile dopo quanto successo ieri con la decisione della Corte costituzionale di procedere al riconteggio dei voti, e con il rapporto del Comitato Supremo della Difesa che ha parlato di attacchi cibernetici allo scopo di influenzare la correttezza del processo elettorale e tirando in ballo ingerenze della Federazione Russa.

Notizie che naturalmente non potevano non avere un seguito. Andare al riconteggio non solo potrebbe durare troppo tempo in vista del ballottaggio previsto per l’8 dicembre, ma potrebbe anche stravolgere il posizionamento dei candidati, in particolar modo quello di Elena Lasconi, la sfidante dell’indipendente di estrema destra Calin Georgescu, che ha superato di poco e per meno di 3 mila voti nella corsa al ballottaggio il premier Marcel Ciolacu, poi dimessosi dalla guida del Partito socialdemocratico (Psd). Un’ipotesi che, se da un lato spinge Lasconi a contestare la decisione sul riconteggio dei voti, dall’altro rende molto difficile la realizzazione del ballottaggio previsto per l’8 dicembre.

Resta, quindi, plausibile l’ipotesi di annullamento completo del primo turno, tanto è vero che questa mattina il presidente dell’autorità elettorale permanente, Toni Grebla, ha avanzato a Radio Romania Actualitati l’ipotesi che i due turni di elezioni potrebbero svolgersi il 15 e 29 dicembre. Nel primo pomeriggio dovrebbe arrivare una decisione al riguardo da parte della Corte costituzionale.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Esteri

Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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