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Politica

In cda Rai nomina di Chiocci e Ad di Rai Pubblicità

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Mentre in Vigilanza continua lo stallo sull’elezione del presidente della tv pubblica, in cda Rai arrivano le prime nomine della nuova gestione targata Giampaolo Rossi. All’ordine del giorno della seduta in programma domani c’è la conferma alla guida del Tg1 di Gian Marco Chiocci, chiamato lo scorso anno a Saxa Rubra mentre era al timone dell’Adnkronos. Il suo contratto era legato all’incarico del precedente amministratore delegato con una scadenza fissata al sessantesimo giorno successivo alla fine del mandato di quest’ultimo. La formula del nuovo accordo dovrebbe essere analoga. Si tratta della prima nomina ad una testata dopo il rinnovo del cda, in attesa del pacchetto che dovrebbe riguardare il Tg3, dopo l’uscita di Mario Orfeo in direzione Repubblica, oltre a Tgr, Rainews, Rai Sport. Domani in consiglio è prevista anche la nomina dell’amministratore delegato di Rai Pubblicità dopo le dimissioni annunciate da Gian Paolo Tagliavia a partire dall’inizio del 2025.

Al suo posto dovrebbe essere indicato Luca Poggi, in Rai Pubblicità dal 2018 e attuale direttore Centri Media della concessionaria a diretto riporto dell’Ad. All’esame del cda anche la presa dell’atto dei palinsesti inverno-primavera e l’affidamento dei lavori di bonifica e l’ammodernamento della sede di Viale Mazzini, che dovrebbero partire nella seconda metà del 2025 quando i dipendenti si saranno trasferiti in un edificio a Roma Sud, in via Alessandro Severo, dove dovrebbero rimanere per un paio d’anni. Nuova fumata nera, intanto, in Commissione di Vigilanza, convocata questa mattina per la votazione del presidente Rai.

La maggioranza ha disertato la seduta, proseguendo così il muro contro muro con l’opposizione che aveva a sua volta annunciato la volontà di non partecipare al voto per protesta contro la scelta della coalizione di governo di puntare, senza alcun confronto, su Simona Agnes, nome indicato da Forza Italia. “Succedono due cose gravi – ha sottolineato il capogruppo del Pd in Vigilanza Stefano Graziano -: la prima è un ricatto politico dentro la maggioranza, perché dopo due mesi non ci sono le nomine dei vertici delle testate e dei generi e non c’è una discussione vera sulla situazione aziendale; l’altra è un ricatto verso l’opposizione. Cioè si dice: se non votate il candidato che vogliamo noi non facciamo funzionare la commissione. C’è una differenza però: se la minoranza fa l’Aventino dà un segnale politico, se la maggioranza va sul Colle Oppio si blocca il processo democratico”.

“La sinistra continua a girare la frittata – ha replicato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri -. Sono loro che boicottano la vita della Rai e la funzionalità della Vigilanza. Pretendendo di trasformare la minoranza in maggioranza. Chiedono convocazioni che poi disertano e vorrebbero che la maggioranza facesse da convitato di pietra. Noi siamo seri e responsabili e assistiamo con tristezza a questo festival della bugia”. Un nuovo tentativo di votazione è previsto mercoledì 27 novembre alle 8.30.

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Ue: nuovo colloquio telefonico von der Leyen-Meloni

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la premier Giorgia Meloni hanno avuto un colloquio telefonico ieri in serata. Lo riferisce una portavoce dell’esecutivo Ue. La conversazione si è concentrata su “tutte le questioni di interesse comune attuale”, compreso il sostegno all’Ucraina e il dossier dei dazi nel quadro della trattativa tra l’Ue e l’amministrazione Trump.

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Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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