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Impatto vaccino da primavera. Prime 9750 dosi il 27

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Scatta a partire dal 27 dicembre, data annunciata ieri dalla presidente von der Leyen per il Vaccino Day europeo, la piu’ grande operazione sanitaria mai vista in Europa, la V-Day, giornata anche fortemente simbolica che nessun governo in Europa vuole rischiare di mancare. Nella riunione tra Governo e Regioni, il Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha annunciato che per quella data arriveranno in Italia le prime 9.750 dosi di vaccino della Pfizer. Saranno consegnate all’ospedale Spallanzani di Roma e da li’ partira’ la distribuzione in tutta Italia in modo che nello stesso giorno si possa cominciare a somministrare il siero in tutte le regioni. Tuttavia resta un punto fermo della politica il messaggio di non confondere l’euforia del momento con un allentamento delle misure e dell’attenzione da parte dei cittadini. Il ministro della Salute Roberto Speranza parlando un incontro della Federazione nazionale degli Ordini dei medici ha voluto chiarire: “L’impatto sulla popolazione della vaccinazione anti-Covid lo vedremo a primavera inoltrata. Cio’ significa che ancora per un tempo significativo dovremo convivere con il virus con l’unica vera arma che abbiamo, che e’ quella delle misure non farmacologiche”. Motivo – ha detto – che spiega “il mio atteggiamento di prudenza, specialmente nei 15 giorni di Natale per evitare una recrudescenza. Fin quando non saranno vaccinate 10-15 milioni di persone, l’effetto immunologico sara’ ancora residuale e quindi per non poche settimane dovremo mantenere un livello di attenzione significativo”. Restano invece per il momento esclusi dalla campagna vaccinale i bambini, ha confermato il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza. “Per ora non e’ previsto l’inserimento dei bimbi nella campagna vaccinale. E per diversi motivi: non mi risulta ci siano sperimentazioni su bambini. Inoltre sono meno suscettibili al Sars-Cov-2 e piu’ raramente hanno sintomi e malattia gravi. Infine non sono stati identificati come popolazione che sostiene la trasmissione dell’infezione nella comunita’”, ha detto. In ogni caso, in attesa dell’autorizzazione dell’Ema, il conto alla rovescia e’ gia’ cominciato e Arcuri ha sottolineato che “il giorno della vigila di Natale i vaccini partiranno dalla fabbrica della Pfizer, il 26 arriveranno allo Spallanzani e da qui, il giorno dopo, raggiungeranno i punti di somministrazione nelle Regioni. Ad avere il maggior numero di dosi per le prime inoculazioni sara’ la Lombardia, con 1.620 dosi, seguita da Emilia Romagna (975), Lazio (955), Piemonte (910) e Veneto (875). Le regioni che riceveranno meno dosi sono la Valle d’Aosta (20), il Molise (50) e l’Umbria (85). Intanto la Commissione europea ha esercitato l’opzione per l’acquisto di ulteriori 80 milioni di dosi del vaccino anti-Covid mRNA-1273, prodotto da Moderna, per gli Stati membri. Portando cosi’ le dosi totali acquistate a 160 milioni. La casa farmaceutica ha confermato che il suo vaccino puo’ essere trasportato localmente in condizioni controllate e rimane stabile allo stato liquido a 2-8 gradi per 30 giorni, facilitando cosi’ la distribuzione nei luoghi piu’ difficili da raggiungere. Moderna ha infatti aggiornato la guida alla gestione per la distribuzione. Anche Mosca sta accelerando e ha iniziato con l’Ema (European Medicine Agency) le procedure necessarie per l’autorizzazione al suo vaccinoSputnik V in Europa. “Abbiamo richiesto la consulenza scientifica rapida di Ema (Rapid Scientific Advice), che e’ il primo passo del processo di autorizzazione del vaccino nell’Unione europea. Abbiamo fatto domanda il 10 dicembre e ora stiamo interagendo molto attivamente con il team dell’Agenzia”, ha detto un rappresentante del Russian Direct Investment Fund (RDIF), il fondo sovrano russo partner del centro di ricerca Gamaleya, dove e’ stato sviluppato il vaccino.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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