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Cronache

Il Presidente del Consiglio Comunale di Foggia in un video mentre spara dal balcone di casa

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E’ emerso un altro video diventato virale nei social media e mostra il presidente del Consiglio comunale di Foggia, Leonardo Iaccarino di Forza Italia, che spara dal balcone di casa, dopo i due video choc che da giorni fanno discutere in Puglia, protagonisti il figlio 16enne del politico foggiano e un bimbo di Taranto, che pure sparano da casa per festeggiare il Capodanno, con pistole scacciacani. Nella vita Iaccarino fa il vigile del fuoco. Mentre spara a salve dice: “Non e’ una barzelletta”. E oggi conferma che il video e’ stato girato la sera del 31 dicembre, con un cellulare: dopo i primi 4 colpi il politico simula ancora gli spari. La pistola si inceppa e nel video si sente la voce di un ragazzino che lo incita a sparare di nuovo: “spara, spara ancora. C’e’ un altro colpo”. Poi parte un quinto colpo. “Qualcuno si sta divertendo a mettere in giro questi video – commenta Leonardo Iaccarino -. Se qualcuno vuole contestare che stavo con una pistola giocattolo, faccia pure. Mi sembra assurdo che stare con una pistola giocattolo sul balcone di casa possa essere un fatto determinante per chiedere le mie dimissioni. Non mi dimetto. L’ha comprata mio figlio perchè è una pistola giocattolo con tappo rosso. E io mi sono assicurato che si trattasse di un’arma a salve”, ha ribadito oggi. Ieri aveva parlato dell’episodio con il figlio 16enne come di “una bravata che non andava assolutamente fatta e di questo chiedo scusa – aveva detto -. Non siamo genitori incoscienti. Ingenuamente gli ho dato il consenso di utilizzare la pistola a salve con tappo rosso, legalmente acquistabile, proprio per evitare che scendesse in strada a sparare i botti di Capodanno”. Purtroppo quello che aggiunge perplessità a sconcerto per quanto avvenuto è il tono consolatorio di quest’uomo, sulla cui condotta morale e sulla cui dirittura nessuno prova alcun dubbio. Ma un vigile del fuoco ha un senso dello Stato molto più saldo e forte. Non si può giustificare l’acquisto della pistola a salve perchè ‘è legittimo’. Non si può dire che un genitore è incosciente verso i figli. E poi, davvero sconcertante, il fatto che questo pover’uomo, finito certamente nel tritacarne mediatico, dica che “tuttavia, il ruolo istituzionale che ricopro mi impone a chiedere scusa a tutti coloro i quali hanno avvertito fastidio pensando a qualcosa di diverso”. Non funziona così. Iaccarino deve chiedere scusa per la pistola che ha fatto acquistare al figlio, per avergli consentito di impugnarla e perchè le scuse sono necessarie e sentite non perchè è presidente del Consiglio comunale.

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‘Papa di unità per mondo diviso’, la bussola del conclave

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Tra le cose certe, al momento, c’è che tutti i 133 cardinali che voteranno nell’imminente conclave sono giunti a Roma, e che tutti saranno alloggiati tra la residenza di Casa Santa Marta e l’adiacente Santa Marta vecchia. Il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha informato oggi che nel pomeriggio di sabato 3 maggio il cardinale camerlengo Kevin Farrell ha proceduto al sorteggio delle stanze per i 133 porporati: dei 135 attuali elettori restano fuori per malattia lo spagnolo Antonio Canizares Llovera e il kenyano John Njue. La grande attesa verso l’elezione di chi prenderà il posto di Francesco, insomma, sta per giungere al traguardo. I lavori nella Cappella Sistina – che da mercoledì pomeriggio ospiterà le votazioni – sono in via di completamento e così a Santa Marta e Santa Marta Vecchia.

Chi tra gli elettori volesse, potrà trasferirsi anche domani mattina negli alloggi assegnati: dovrà farlo comunque entro mercoledì mattina, prima della messa ‘Pro eligendo Pontifice’. La Sistina è stata anche messa in sicurezza dalla Gendarmeria vaticana. E gli officiali e addetti al Conclave giurano “segreto assoluto”, pena la scomunica. Oggi, inoltre, due sono le congregazioni generali, mattina e pomeriggio, per dare più tempo ai cardinali di confrontarsi tra loro, esprimere pareri e richieste, giudizi sullo stato della Chiesa e del mondo, delineare quella che vorrebbero come figura del nuovo Pontefice, individuare candidati da appoggiare ed eventuali alleanze.

C’è un po’ il nodo degli ultimi ritardatari, che ancora non si sono fatti conoscere né hanno conosciuto i confratelli, ma i residui scampoli di confronto – l’ultima congregazione generale, la dodicesima, si terrà domattina – più i ‘tempi morti’ fino all’ingresso in Sistina, serviranno anche a questo. Stamane, all’ingresso della decima congregazione, non si è sottratto ai cronisti un elettore tra gli ultimi ad approdare a Roma, quasi in extremis, il cardinale indonesiano Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, arcivescovo della capitale Giacarta nonché ordinario militare del Paese asiatico. “Sono arrivato ieri”, ha ammesso, assicurando che mercoledì pomeriggio entrerà in conclave “con cuore aperto”. Il nuovo Pontefice sarà sulla linea di Bergoglio? “Non lo so – si schermisce -, dipenderà dallo Spirito Santo”.

“Speriamo che il nuovo Papa arrivi in tre-quattro giorni”, è quanto ha auspicato il cardinale iracheno Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad. Per quanto riguarda un identikit del futuro Pontefice, Sako ha parlato di “un pastore che guardi all’unità, all’integrità della Chiesa”. Secondo il cardinale Jean-Paul Vesco, di origine francese ma arcivescovo di Algeri, invece, “non c’è fretta per la fumata bianca, abbiamo il tempo: l’importante è avere un buon Papa”. Per Vesco il futuro Pontefice dovrà essere “un pastore, una voce per il mondo, per la pace”. E potrebbe essere un francese? “Anche un algerino”, ha replicato sorridendo. Nella congregazione di questa mattina, 179 cardinali presenti di cui 132 elettori, ci sono stati 26 interventi, toccando temi centrali per la vita e la missione della Chiesa oggi. Si è riflettuto sul diritto canonico e sul ruolo dello Stato della Città del Vaticano, ma soprattutto si è sottolineata la natura missionaria della Chiesa: “una Chiesa che non si deve ripiegare su sé stessa, ma accompagnare ogni uomo e ogni donna verso l’esperienza viva del mistero di Dio”.

Posto in evidenza il ruolo fondamentale della Caritas, “chiamata non solo a soccorrere, ma a difendere i poveri, testimoniando la giustizia del Vangelo”. Un intervento ha sottolineato con forza la presenza di tanti giornalisti in questi giorni, come segno che “il Vangelo conserva tutta la sua forza di senso anche nel mondo di oggi: una presenza che è anche una responsabilità”. Alcuni hanno rievocato la toccante preghiera di papa Francesco durante i giorni del Covid, ricordandola come “una porta aperta di speranza nel tempo della paura”. Si è parlato anche del profilo del futuro Papa: “una figura che deve essere presente, vicina, capace di fare da ponte e guida, di favorire l’accesso alla comunione a un’umanità disorientata e segnata dalla crisi dell’ordine mondiale”. Un pastore “vicino alla vita concreta delle persone”. Molte le sfide richiamate: la trasmissione della fede, la cura del creato, la guerra e “la frammentazione del mondo”. Espressa “forte preoccupazione per le divisioni all’interno della Chiesa stessa”. Non sono mancati riferimenti alle vocazioni, alla famiglia, alla responsabilità educativa verso i figli. Si è ricordato infine che “nel celebrare Cristo presente nell’Eucaristia non va mai dimenticato il sacramento di Cristo presente nei poveri”.

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Ancora sangue sul lavoro: tre operai morti a Brendola, Frattamaggiore e Paliano

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Un operaio esperto, un capoturno con oltre 30 anni di esperienza alle spalle risucchiato da un macchinario in movimento, un muratore precipitato da un’impalcatura di un edificio in ristrutturazione, un dipendente di una ditta di manutenzioni folgorato da una scarica elettrica. Alla scia di sangue delle vittime sul lavoro si aggiungono altri tre morti in Veneto, Campania e Lazio: secondo i dati dell’Inail sugli infortuni, nel primo trimestre del 2025 sono stati denunciati all’Inps 205 morti, con un aumento dell’8,37% rispetto all’anno precedente. Il primo incidente è accaduto alle 7.00 alla ‘Aristoncavi’ di via Einaudi a Brendola (Vicenza), azienda leader in alcuni segmenti di mercato nel settore dei cavi per applicazioni speciali.

A perdere la vita un 58enne residente a Vicenza, Raffaele Galano, originario della Campania ma da anni residente in città. Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio avrebbe perso l’equilibrio, forse a causa di un malore, e sarebbe caduto vicino al macchinario. Un braccio sarebbe però finito dentro e a quel punto l’operaio sarebbe stato afferrato dall’ingranaggio del macchinario, che non gli ha dato scampo. A soccorrere il 58enne e a dare l’allarme sono stati i colleghi, che fin da subito si sono resi conto di quanto accaduto attivando tutte le procedure di emergenza e liberando la vittima dalla presa del macchinario. Sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem 118 con il supporto dei vigili del fuoco di Arzignano maa nonostante i tentativi di rianimazione, il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso di Galano.

Su quanto accaduto l’azienda ha diffuso una nota: “Aristoncavi è profondamente costernata per quanto accaduto questa mattina e desidera esprimere la propria vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia del collaboratore che lavorava in azienda da oltre trent’anni”. Le dinamiche dell’incidente sono ancora al vaglio delle autorità competenti, e l’azienda ha grantito “la massima collaborazione affinché si possa fare piena chiarezza nel più breve tempo possibile”. L’incidente ha coinvolto “un’azienda che ha nel proprio dna la sicurezza sul lavoro, in cui l’attenzione e i controlli sono ai massimi livelli – sottolinea la Uil Veneto – e da quel che sappiamo, la vittima era un lavoratore esperto.

Tutte circostanze che ci fanno capire come, innanzitutto, non esistono isole felici: i rischi sono ovunque. E poi che gli sforzi per arrivare a ‘zero morti sul lavoro’ devono essere ancora più pressanti”. Nell’altro tragico episodio, a Frattamaggiore in provincia di Napoli, un operaio edile è morto in seguito a una caduta mentre era impegnato nella ristrutturazione della facciata di un edificio, all’interno di un cortile privato. L’uomo è stato subito soccorso ma è morto in ospedale. “Siamo di fronte ad un altro omicidio sul lavoro – dicono Giovanni Sgambati e Andrea Lanzetta, rispettivamente segretari genereali di Uil e Feneal di Napoli e Campania – un’escalation di morte e di ingiustizia. Serve riconoscere l’omicidio colposo e istituire una procura speciale per gli incidenti e le morti sul lavoro”.

La terza vittima è invece un 47enne dipendente di una ditta di manutenzioni che è stato ucciso da una scarica elettrica: l’uomo stava lavorando in un impianto fotovoltaico di Paliano, in provincia di Frosinone, per sostituire alcuni pannelli quando è stato colpito dalla scossa elettrica. Inutili i soccorsi: l’uomo è deceduto sul colpo. Sul posto, oltre ai carabinieri, sono al lavoro i tenici della Asl per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e verificare se siano stare rispettate tutte le norme di prevenzione sugli infortuni.

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Morti sul lavoro, sono 205 nel primo trimestre

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Nel primo trimestre del 2025 i morti sul lavoro, sia durante il tragitto, in itinere, sia sul posto di lavoro, sono stati 205, ovvero più di 2 morti al giorno con un aumento dell’8,37% sul 2024. Ad aumentare sono state le vittime durante il tragitto mentre quelle sul posto di lavoro sono state 146, quattro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato più inquietante è il più che raddoppiato numero di studenti morti a scuola o per l’alternanza scuola lavoro. Qui si è passati dai 2 morti del 2024 ai 5 morti del primo trimestre del 2025. Dei 5 incidenti mortali, uno è avvenuto durante il tragitto per recarsi sul posto di lavoro. Gli altri 4 sono avvenuti durante l’attività scolastica o sul posto di lavoro.

Durante l’Alternanza Scuola Lavoro (Pcto: percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) si sono verificati 600 infortuni nel periodo in esame. Mentre le denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di marzo 2025 sono state 25.797, in aumento dell’1,9% rispetto alle 25.322 del 2024. Da settembre 2023 è in vigore l’estensione della tutela Inail agli studenti di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, tutela che è stata confermata anche per l’anno scolastico 2024-2025. Tornando ai lavoratori adulti, le denunce di infortuni in itinere con esito mortale presentate nel 2025 sono state 59, venti in più rispetto alle 39 registrate nel 2024 (+51,3%).

Quanto alle denunce di infortunio in occasione di lavoro nel complesso presentate all’Inail nel primo trimestre del 2025, spiega l’Inail, sono state 96.944, in diminuzione del 2,6% rispetto alle 99.578 dei primi tre mesi del 2024. Gli infortuni in itinere, ovvero nel percorso casa lavoro denunciati nel primo trimestre sono stati 20.102, in calo dello 0,6% rispetto ai 20.230 del 2024. Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per gli incrementi la Sanità e assistenza sociale (+5,5%), il Trasporto e magazzinaggio (+1,1%) e il Commercio (+0,3%) e per i decrementi il comparto manifatturiero (-7,4%), il Noleggio e servizi di supporto alle imprese (-5,3%) e le Costruzioni (-1,3%).

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