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Esteri

Il Papa e Kirill, visioni opposte della guerra

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Religione e guerra nelle visioni opposte di Papa Francesco e del patriarca russo Kirill, la cui chiesa conta 150 milioni di seguaci, nella Domenica delle Palme. All’Angelus Bergoglio chiede una ‘tregua pasquale’ in Ucraina. ‘Non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, ma per arrivare alla pace con un vero negoziato’. Nella messa a San Pietro, il dolore perche’ ‘Cristo e’ ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli, nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio, negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i fratelli’. Il patriarca russo, stretto alleato di Putin, invece, invita i fedeli ad unirsi per combattere i ‘nemici interni ed esterni di Mosca’. ‘In questo periodo difficile per la nostra patria, possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al potere’, ha affermato. ‘E’ cosi’ che emergera’ la vera solidarieta’ nel nostro popolo, la capacita’ di respingere i nemici esterni e interni e di costruire una vita con piu’ bene, verita’ e amore’. Sul terreno, intanto, altri bombardamenti e la scoperta di nuove stragi di civili, mentre Mosca ripiega dal Nord verso per preparare l’assedio del Donbass. Immagini satellitari mostrano la presenza di un convoglio militare russo lungo circa 12 chilometri ad est di Kharkiv, riferisce la Cnn. La colonna e’ composta di ‘veicoli armati, camion con rimorchi di artiglieria e attrezzatura di supporto’, spiega Maxar Technologies, che ha analizzato le immagini relative all’8 aprile. Distrutto da un bombardamento l’aeroporto di Dnipro. A Mariupol, denuncia il sindaco, ‘i militari russi uccidono i civili per strada’. Scoperta una fossa comune a Buzova, con decine di cadaveri. ‘Il 31 marzo abbiamo trovato una cinquantina di corpi lungo un tratto di 6 chilometri della strada principale che porta a Kiev. Altre 60 persone al momento non si trovano’, riferisce il capo del villaggio, Taras Didich, sul posto. Didich parla dalla stazione di servizio, dove da una fossa sono stati prelevati due corpi. ‘Gli altri cadaveri sono in ospedale o all’obitorio, sono stati prelevati giorni fa per strada dagli stessi parenti delle vittime. I corpi hanno i segni di colpi di fucile e sono stati in strada per piu’ di dieci giorni’. Colpito anche l’ospedale punto di riferimento del villaggio, andato totalmente distrutto, cosi’ come la scuola del paese nella quale c’erano 150 persone che si sono tutte salvate correndo nel rifugio sottostante. Non e’ ancora chiaro se all’interno dell’ospedale, invece, durante l’attacco ci fossero persone. Tre esplosioni distinte, provenienti dalla zona nord di Odessa, sono state udite alle 14.45 ora locale, mentre le sirene dell’allarme antiaereo avvertivano la popolazione di rimanere nei rifugi. La citta’, che oggi avrebbe dovuto ospitare la ricorrenza della liberazione del porto dai nazisti nel 1944, e’ da ieri sotto coprifuoco diurno generale a causa degli attacchi. A circa cento chilometri piu’ a est, nella citta’ di Mykolaiv, poco prima del fronte, la stampa locale ha fatto sapere che un caccia russo di tipo Su-34 sarebbe stato abbattuto sopra la citta’. Le forze russe che hanno occupato la centrale nucleare di Chernobyl, intanto, hanno rubato sostanze radioattive dai laboratori di ricerca che potrebbero potenzialmente ucciderli, afferma l’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione su Facebook, citata dalla Bbc. L’Agenzia riferisce che le truppe russe, che erano entrate in un’area di stoccaggio della base di ricerca Ecocentre, hanno rubato 133 sostanze altamente radioattive. ‘Anche una piccola parte di queste sostanze e’ mortale se gestita in modo non professionale’, spiega l’Agenzia aggiungendo che ‘il posto in cui sono state portate le sostanze rubate e’ sconosciuto’. Nei combattimenti sarebbe stato ucciso un altro alto ufficiale di Mosca, il nono dall’inizio dell’invasione, il colonnello Alexander Bespalov. E sarebbero 19mila, secondo Kiev, i militari russi morti. Intanto, mentre gli Stati Uniti preparano un piano per fornire nuove armi all’Ucraina, il presidente Zelensky si dice pronto a combattere ancora ma anche a cogliere le opportunita’ di una soluzione negoziale. ‘Noi dobbiamo combattere, combattere per la vita – ha detto – Ma non puoi combattere per la polvere quando non c’e’ nulla e non ci sono persone. Per questo e’ importante mettere fine a questa guerra. Siamo aperti ad una soluzione pacifica, anche se nessuno vuole negoziare con chi ha torturato la nostra nazione. Ma non vogliamo perdere le opportunita’, se le abbiamo, di una soluzione diplomatica’, ha spiegato Zelensky, aggiungendo pero’ che la gente ‘non sara’ soddisfatta con una pace qualunque e a qualunque condizione’.

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Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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Guterres ‘inorridito’ dagli attacchi in Darfur

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  Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “è inorridito dalla situazione sempre più catastrofica nel Darfur settentrionale, mentre continuano gli attacchi mortali alla sua capitale, Al-Fashir”. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq. La città nel Sudan occidentale è sotto assedio da parte delle Forze di Supporto Rapido paramilitari, guidate dal generale Mohamed Hamdan Daglo, che da due anni combattono contro l’esercito del generale Abdel Fattah al-Burhan. Il portavoce ha riferito che Guterres ha anche espresso preoccupazione per le segnalazioni di “molestie, intimidazioni e detenzione arbitraria di sfollati ai posti di blocco”. In questa situazione, l’entità dei bisogni è enorme, ha sottolineato Haq, citando le segnalazioni di “massacri” avvenuti negli ultimi giorni a Omdurman, nello stato di Khartoum.

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