Un’ impresa nel derby piu’ pazzo che si potesse immaginare regala a Sergio Conceicao una vittoria lampo: il Milan ribalta l’Inter e riporta a casa da Riad una Supercoppa preziosa, non solo per il montepremi da 16 milioni. Appena otto giorni fa, i rossoneri usciti dal pari di San Siro con la Roma sembravano una squadra allo sbando, tanto da portare il club alla clamorosa scelta di un cambio-lampo di allenatore. La notte araba ha per ora dato ragione alla decisione, anche perche’ le mosse che hanno portato alla rimonta da 0-2 al 3-2 di Abraham al 93′ sono tutte del nuovo tecnico rossonero, festeggiato alla fine dalla squadra e da Ibrahimovic, che ne rivendica la scelta. E dire che un’Inter non brillantissima ma comunque padrona del campo aveva messo le basi per bissare il successo dello scorso anno.
Sembravano bastare tre minuti – il primo di recupero del primo tempo, con Lautaro, e il secondo della ripresa con Taremi: 1-0 e 2-0 – a chiudere la questione. Invece i cambi di Conceicao e la convinione dei rossoneri, uniti agli sprechi sottoporta dell’attacco interista, hanno ribaltato completamente la serata. In avvio, davanti ai 25 mila spettatori dell’Al-Awwal, Simone Inzaghi deve rinunciare a Thuram, sostituito in attacco da Taremi, mentre Sergio Conceicao tiene in panchina Leao ancora non del tutto recuperato. L’inizio e’ il consueto studio anche se le squadre si conoscono alla perfezione, ma la partita si accende subito al 5′ con due errori difensivi, il primo sventato da Sommer su Morata, il secondo da Thiaw su Lautaro. All’11’ la prima azione manovrata dell’Inter, padrona del gioco mentre Sergio Conceicao preferisce la ripartenza: Barella dalla trequarti pesca Taremi in area, la posizione è buona ma il colpo di testa impreciso.
Cosi’ come il sinistro di Rejnders (14′), elegante nel liberarsi centrale nell’area interista, a testimonianza che il Milan non è intimorito. Al minuto 23′ la bella combinazione Taremi-Dimarco a sinistra libera l’esterno alla botta di sinistro, Maignan alza sopra la traversa. Sembra l’ultimo lampo del primo tempo, perche’ la partita si addormenta, complice anche l’uscita per infortunio di Calhanoglu, sostituito al 35′ da Asslani. Ma al primo e unico minuto di recupero, una palla persa da Jimenez e il fallo laterale battuto rapido dall’Inter coglie di sorpresa la difesa rossonera: Taremi scambia con Lautaro, che dentro l’area ritrova il veleno dei giorni migliori, dribbla e batte Maignan sul primo palo. Si va al riposo sull’1-0. Al rientro, l’Inter fa il bis. Leao non e’ ancora entrato, bastano 2′ e Taremi pescato sulla linea del fuorigioco da de Vrij stoppa a seguire, si invola in porta e batte Maignan ancora sul primo palo.
Sul 2-0 Sergio Conceicao decide di rischiare Leao (per uno Jimenez non incisivo) e il portoghese subito incide: serpentina e punizione rimediata dal limite, la posizione e’ centrale e Theo Hernandez la sfrutta rasoterra sorprendendo Sommer. Al 5′ della ripresa e’ 2-1, partita riaperta. Il Milan ci crede, sfiora il pari Thiaw pescato in area ma e’ al 16′ che arriva la clamorosa occasione: Leao salta tutti da sinistra in area, poggia dietro dove Rejinders e’ pronto al tap in, ma Bastoni respinge a porta vuota col volto. Altri tre minuti e Sommer salva sul colpo di testa di Morata, potente, servito da Pulisic. La partita e’ definitivamente aperta, le distanze si allungano e gli spazi creano occasioni: come le due in sequenza di Taremi (22′) che non aggancia davanti a Maignan, e Lautaro, che tira da dentro l’area, bloccato a terra da Maignan.
Il portiere rossonero e’ salvato dalla fortuna al 26′ quando il colpo di testa di Carlos Augusto, subentrato a Dimarco, sbatte sul palo, sulla sua mano e poi sulla linea, entrando solo a meta’. Scampato pericolo, Sergio Conceicao ringrazia e gioca le ultime carte: Abraham per Rejinders, Loftus Cheek per Musah. L’azzardo e’ lasciare in campo un Pulisic sfinito, ma e’ azzardo vincente: al 35′ Hernandez scappa a sinistra e mette teso al centro, l’americano indovina il movimento con un passo indietro, aggancia e di sinistro fulmina Sommer per il 2-2. Anche Inzaghi gioca le sue mosse a sei minuti dalla fine dei regolamentari: Frattesi per Barella e Darmian per de Vrij. Cambi ancora incisivi, ma nel caso Maignan salva sul doppio tentativo finale di Frattesi prima e Dumfries dopo. Sembra finita li’, ma al 93′ Pulisic pesca Leao in area, il portoghese mette al centro dove Abraham e’ dimenticato da tutta la difesa, per il piu’ facile dei tap-in vincenti. Ed e’ grande festa Milan.
Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».
Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni
Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.
Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.
Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.
Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.
Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”
«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».
Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”
Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (
Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.
La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.