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Cronache

Il giallo della morte a Capri del costumista di Sorrentino, Luca Canfora: la Procura mantiene aperta l’inchiesta

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La quantità di acqua nei polmoni e la mancanza di fratture ed escoriazioni. Sono questi i due elementi che hanno spinto la Procura di Napoli a non archiviare l’inchiesta sulla morte di Luca Canfora, il costumista scomparso in circostanze ancora poco chiare a Capri il primo settembre 2023. L’attenzione degli inquirenti rimane alta e, secondo indiscrezioni, si potrebbe arrivare alla riesumazione del cadavere per ulteriori accertamenti.

Un’inchiesta ancora senza risposte

Fin dalle prime battute, il caso ha mostrato punti oscuri che non hanno convinto del tutto gli investigatori. La famiglia del costumista non ha mai creduto alla pista del suicidio, e il fratello Giuseppe Canfora continua a sostenere: “Mio fratello non aveva alcun motivo per togliersi la vita, sono sicuro che non si sia suicidato”. Proprio per questo, domani mattina, il fratello sarà ascoltato dagli agenti della squadra mobile, in un nuovo passaggio dell’indagine.

Le immagini delle telecamere e la scomparsa

Le ultime immagini disponibili risalgono alla mattina del primo settembre, quando le telecamere dei Giardini di Augustoriprendono Luca Canfora mentre entra nell’area adibita a set per il film Parthenope di Paolo Sorrentino. Poi, l’uscita attraverso via Krupp e da lì il buio: nessun altro filmato utile a ricostruire le ore successive. Alcuni giorni dopo, il suo corpo viene ritrovato in mare da un gruppo di canoisti.

L’ipotesi iniziale di un suicidio non ha mai convinto del tutto, e per questo la Procura ha deciso di avviare approfondimenti per chiarire se ci siano state circostanze esterne che possano aver portato alla sua morte.

Gli elementi ancora da chiarire

L’inchiesta è condotta dal pm Silvio Pavia, con l’ipotesi di istigazione al suicidio. Il corpo senza segni di impatto violento, la scarsa quantità di acqua nei polmoni, e il luogo del ritrovamento pongono dubbi sulla possibilità che Canfora sia davvero caduto volontariamente da un’altezza di 150 metri.

Se fosse precipitato da una simile altezza, il suo corpo avrebbe dovuto subire numerosi traumi per l’impatto sulle rocce, e invece non risultano fratture o escoriazioni compatibili con una caduta di quel tipo. Inoltre, la scarsa quantità di acqua nei polmoni lascia aperto un interrogativo: Canfora è finito in mare ancora in vita o il suo corpo è stato spostato successivamente?

Una pista da escludere?

Nonostante le difficoltà nel ricostruire la dinamica, la Procura di Napoli non ha mai richiesto l’archiviazione del caso. Gli investigatori vogliono accertare se Canfora possa essere stato spinto da qualcuno a compiere il gesto estremo o se le cause della sua morte vadano ricercate altrove. Il caso rimane aperto, con nuove audizioni e accertamenti tecnici in programma.

Le indagini proseguono per sciogliere i tanti nodi ancora irrisolti, nella speranza di dare finalmente risposte certe alla famiglia e fare luce su una vicenda che continua ad alimentare il giallo di Capri.

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Cronache

Blitz della Finanza a Pompei: sequestrati elicotteri usati per voli turistici senza autorizzazioni

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La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un sequestro preventivo nei confronti di otto elicotteri riconducibili a quattro soggetti residenti a Pompei, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Torre Annunziata. Le indagini hanno rivelato che, fino a novembre 2024, gli indagati avrebbero svolto attività di air taxi e voli panoramici senza le necessarie autorizzazioni, configurando l’impiego abusivo di aeromobili a scopo di lucro.

Lanci di petali e voli tra ostacoli

Tra gli episodi più eclatanti finiti sotto la lente degli investigatori figura il lancio di petali di rose in volo dopo un matrimonio, un’attività non solo scenografica ma anche potenzialmente pericolosa. Gli elicotteri, secondo gli inquirenti, non risultavano sottoposti ad ispezioni periodiche e le procedure di manutenzione non rispettavano gli standard europei previsti per i mezzi adibiti a scopi commerciali.

Turisti con bagagli sui comandi di volo

Ancora più gravi le irregolarità riscontrate a bordo: in diversi casi i piloti avrebbero trasportato turisti con i bagagli appoggiati sui comandi di volo o non correttamente stivati. Inoltre, le aree di decollo e atterraggio erano spesso collocate in prossimità di ostacoli pericolosi, come scuole, ferrovie e tratte autostradali, con gravi rischi per la sicurezza pubblica.

Tre elicotteri già sequestrati

Le operazioni di sequestro sono ancora in corso. Al momento, sono tre gli elicotteri già posti sotto sequestro, mentre proseguono le attività di accertamento e perquisizione nei confronti degli indagati e delle società riconducibili a loro.

(La foto in evidenza ha solo uno scopo illustrativo ed è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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Cronache

Nuovo stop alla Funicolare Centrale, va sostituita di nuovo la fune: disagi per utenti e turisti

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Settembre 2022: Anm sostituisce la fune di trazione della funicolare Centrale, operazione che richiese la chiusura dell’impianto per un solo giorno. Il cavo, in acciaio, lungo 1,5 chilometri e del peso di 13 tonnellate, era stato installato nell’ambito della manutenzione straordinaria ventennale eseguita da Leitner. Tutto regolare, con un intervento rapido che sembrava garantire sicurezza e durata.

Un nuovo problema dopo due anni e mezzo

Sono passati poco più di due anni e mezzo e la funicolare ha nuovamente chiuso per motivi tecnici. Alle 7 del mattino, gli utenti hanno trovato le porte delle stazioni chiuse con un cartello che parlava di «verifiche tecniche inderogabili fino a cessate esigenze». Nessuna spiegazione precisa, né tempistiche sul ripristino. Chi si trovava all’Augusteo ha dovuto ripiegare sulla metropolitana, mentre altri hanno usato la funicolare di Chiaia o affrontato a piedi i 500 scalini del Petraio.

Il silenzio di Anm e la reazione della politica

Per ore, nessuna comunicazione ufficiale da Anm. Solo nel pomeriggio, intorno alle 16, è arrivata una nota: «Durante le operazioni di manutenzione ordinaria si è rilevata la necessità di approfondire alcuni aspetti tecnici dell’impianto». Non un cenno alla fune, elemento invece al centro del confronto con Ansfisa, l’agenzia del ministero dei Trasporti per la sicurezza degli impianti a fune.

La fune da sostituire: spunta un’anomalia

Secondo quanto trapelato da fonti sindacali, durante gli esami strumentali sono emerse possibili criticità nella fune installata nel 2022. Nessun rischio imminente, ma la decisione è stata quella di sostituirla per precauzione, forse anche sull’onda emotiva della recente tragedia della funivia del Faito. L’origine del deterioramento così rapido non è ancora chiara.

Riapertura prevista il 30 aprile

La funicolare resterà chiusa fino a mercoledì 30 aprile. Tempi lunghi, probabilmente legati all’arrivo del nuovo cavo da fuori Italia. Intanto, per alleviare i disagi, la funicolare di Montesanto prolungherà gli orari di esercizio: venerdì e sabato fino alle 2, domenica fino a mezzanotte e trenta.

Anche la Linea 6 in tilt

Nella stessa giornata, disagi anche sulla linea 6 della metropolitana, chiusa per oltre un’ora a causa di una verifica urgente al software di gestione.

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Cronache

La rivoluzione di Eugenia Carfora, la preside che ha trasformato Caivano

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Nessun ragazzo è perduto. Il cambiamento è sempre possibile. Vietato arrendersi. Sono le tre regole non scritte che guidano da anni il lavoro instancabile di Eugenia Carfora (foto Imagoeconomica in evidenza), dirigente dell’Istituto superiore “Francesco Morano” di Caivano, nel cuore del Parco Verde, una delle realtà più difficili della provincia di Napoli. Da quando è arrivata, nel 2007, ha fatto della scuola un presidio di legalità, bellezza e speranza.

La sfida iniziata dai banchi

All’arrivo della preside, il “Morano” era una scuola dimenticata, con uscite di sicurezza ostruite, aule fatiscenti e strutture abbandonate. Eugenia Carfora ha ripulito muri e coscienze, ha coinvolto genitori, professori e studenti in una grande operazione di rigenerazione. Oggi l’istituto è un modello: ha una palestra funzionale, un orto per l’indirizzo agrario, laboratori moderni per informatica e meccatronica, una cucina per l’alberghiero. E soprattutto ha ritrovato la dignità.

Una serie tv per raccontare la sua storia

La sua vicenda sarà al centro di una serie tv Rai1 intitolata “La preside”, diretta da Luca Miniero e interpretata da Luisa Ranieri, che ha conosciuto personalmente la dirigente. «Non pensavo di dovermi esporre così per salvare un ragazzo o dire che la scuola è bella», ha commentato Carfora, commossa ma determinata. La fiction punta a raccontare la forza della scuola pubblica e il valore della cultura in territori difficili.

Una vocazione totale

Instancabile, sempre presente, la preside Carfora vive la scuola come una missione assoluta. «Sono malata di scuola», ammette. Anche a scapito della famiglia: «Ho un marito meraviglioso che è una mia vittima. Non sono stata una buona madre, ma i miei figli oggi sono come me». Non si è mai fermata davanti alle difficoltà: ha affrontato i pregiudizi, è andata a cercare i ragazzi casa per casa, ha sognato l’impossibile.

“Mi voglio spegnere tra i miei ragazzi”

«Mi offende sentir dire “poveri ragazzi” — spiega — perché in quell’espressione c’è già la resa. Io credo che ognuno di loro possa farcela». E quando pensa alla fine, confessa: «Non vorrei morire nel mio letto, ma fra i ragazzi, qui a scuola».

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