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Cronache

Il boss mafioso al 41 bis ha diritto di ascoltare musica, così stabiliscono i giudici

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Il Tribunale di sorveglianza di Sassari ha concesso l’acquisto di un lettore cd e di cd musicali al Boss barese Domenico Strisciuglio, soprannominato “Mimmo la luna”, 48enne capo dell’omonimo clan mafioso del quartiere Liberta’ di Bari, detenuto dal 1999 al regime del 41 bis dove sconta condanne per reati di mafia e omicidi. “Non vi è dubbio – scrivono i giudici nel provvedimento – che sia in gioco il potenziale pregiudizio al diritto al trattamento e il diritto a svolgere attività culturali, che del trattamento sono elementi portanti. Attivita’, peraltro, che diventano ancora piu’ significative in un regime, quale quello previsto dal 41 bis, nel quale residua poco o nessuno spazio per attivita’ in comune”. Per il Tribunale di sorveglianza, concedere al detenuto di ascoltare musica garantisce “diritti primari allo svolgimento di attivita’ culturali, che sono fondamento del trattamento e che, piu’ a fondo, costituiscono manifestazione della personalita’ che fanno parte di quel residuo di liberta’ personale” che non puo’ essere violata “da qualsiasi tipologia di detenzione. A livello costituzionale, si tratta di diritti che trovano presidio direttamente negli articoli 2, 9, 21 e 33 della Costituzione”. Secondo i giudici del Tribunale di sorveglianza di Sassari “a venire in questione” sono i diritti “che la stessa Corte costituzionale (sentenze 186 del 2018 e 97 del 2020) ha definito come ‘piccoli gesti di normale quotidianita”, tanto piu’ preziosi in quanto costituenti gli ultimi residui in cui puo’ espandersi la liberta’ del detenuto”. Rigettando il reclamo presentato dalla Direzione generale dei detenuti che si era opposta alla concessione fatta al Boss nel maggio 2020 su istanza del difensore, l’avvocato Massimo Roberto Chiusolo, i giudici ritengono inoltre che “l’impossibilita’ di poter svolgere quei gesti segna un’indebita diversita’ di trattamento dai detenuti comuni e in media sicurezza, non giustificata da alcuna esigenza di sicurezza”. Spiegano, anzi, che “il divieto di utilizzo di quel supporto non sarebbe proficuo sotto il profilo dell’incremento della tutela dell’ordine e della sicurezza e della maggior prevenzione di flussi comunicativi illeciti tra appartenenti alla stessa organizzazione criminale o organizzazioni criminali contrapposte e comprimerebbe inutilmente i diritti fondamentali sopra esplicitati”. Replicando, infine, alla possibilita’ rilevata nel reclamo di ascoltare musica in tv, il Tribunale spiega che “i soli canali televisivi liberamente visibili sono i principali nazionali Rai (1, 2, 3, 4, 5, news, movie, scuola, storia, rai sport 1 e 2, premium, yoyo, gulp), canale 5, Italia 1, La sette, Cielo iris e Tv2000. Non sembra che vi sia un’offerta di canali musicali in grado di soddisfare chi ha interesse ad ascoltare musica”.

 

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Cronache

Ucciso a colpi di pistola in auto mentre fa benzina

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Omicidio questa mattina in una stazione di benzina di Mondragone, comune del litorale casertano. Un commerciante, L.M., è stato ucciso a colpi di pistola da un uomo, un imprenditore, che ha fatto fuoco mentre la vittima era in auto, per poi allontanarsi sotto gli sguardi terrorizzati del gestore del distributore, situato sulla statale Domiziana, e di altri avventori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini.

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Cronache

Ucciso con una fiocina, l’omicidio in assenza di una minaccia

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In assenza di una minaccia diretta, per sé e per la propria compagna, uccise un 23enne con un colpo di fiocina sparata da un fucile subacqueo in via Cilea a Sirolo (Ancona) il 27 agosto del 2023: un omicidio che non sarebbe scaturito dall’iniziale “diverbio stradale” ma dal successivo intervento dei fratelli della vittima, uno dei quali lo colpì con un pugno per il quale l’omicida intese “vendicarsi”.

Lo scrive la Corte d’Assise di Ancona nella motivazione della sentenza con la quale, il 21 gennaio scorso, ha condannato a 18 anni di carcere Melloul Fatah, 28 anni, per l’omicidio volontario, senza l’aggravante dei futili motivi, di Klajdi Bitri, albanese 23enne. Il delitto avvenne di primo pomeriggio a seguito di un litigio per motivi stradali, all’altezza di una rotatoria. Si era creato un ingorgo di auto e dopo vari insulti, che avevano coinvolto anche parenti e amici della vittima, Fatah era tornato al proprio veicolo per prendere la fiocina e puntarla al petto del giovane poi deceduto. Subito dopo era risalito a bordo dell’auto, dove si trovava anche la fidanzata, e se ne era andato.

Era stato arrestato prima di cena, a Falconara, dai carabinieri. L’imputato, difeso dall’avvocato Davide Mengarelli, ha sostenuto di non essersi accorto del colpo mortale e di aver preso il fucile solo per spaventare il gruppetto che gli dava addosso. Secondo i giudici, però, la sua versione non è plausibile. “Ha scelto in totale autonomia di inseguire, in assenza di qualsivoglia minaccia, per sé e per la propria compagna, – scrive la Corte a proposito dell’imputato – di prelevare il fucile elastico con fiocina a tre punte, che utilizzava per la pesca subacquea, di imbracciarlo e di puntarlo alla vittima che in piedi, dietro la Mercedes, dopo pochi attimi decedeva nell’impotenza e nello sconforto generale”. Secondo la Corte, il 28enne agì per vendicare il pugno che aveva subito nella lite: “compreso di non poter prevalere e attesa l’inferiorità numerica – osserva nella sentenza il presidente della Corte Roberto Evangelisti – non reagiva e si dirigeva verso la propria auto dando l’impressione di desistere e di voler riprendere la marcia, apparenza però ingannevole poiché il fine che muoveva Melloul era antitetico”. La fidanzata “non aveva eccepito alcun pericolo, per nulla allarmata si chinava a recuperare gli occhiali caduti in precedenza al fidanzato nel corso dello scontro con la vittima e i suoi amici”.

La Corte ripercorre i drammatici attimi dell’omicidio: Fatah “ha premuto a distanza di circa due metri e mezzo il grilletto del suo fucile subacqueo munito di tridente contro Klajdi, facile bersaglio in quanto in posizione eretta, disarmato e impossibilitato a opporre qualsivoglia difesa se non tentare di disporsi in posizione di chiusura alzando il ginocchio sinistro in funzione di scudo”. I familiari della vittima erano parte civile nel processo con gli avvocati Marina Magistrelli e Giulia Percivalle.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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