Collegati con noi

Cronache

Il bimbo si fa il selfie col telefono del papà, che però l’aveva rubato e restituito in cambio di soldi

Pubblicato

del

Non ha resistito a scattarsi un selfie con il “nuovo” telefono del babbo. Una cosa innocente. Se non fosse che il babbo, quel telefono lo aveva rubato. E che la foto scattata sia servita ai Carabinieri di Reggio Emilia per denunciare il papà per furto aggravato. L’uomo aveva portato via una borsa contenente cellulare e portafoglio da un’auto in sosta nel piazzale di un centro commerciale della città. La vittima, una donna, aveva chiamato il suo numero proponendo al ladro di farle ritrovare perlomeno lo smartphone e i documenti rinunciando al denaro. Accettata la proposta, l’uomo le ha fatto trovare tutto, qualche giorno dopo, in un posto concordato. Tornata in possesso del suo telefono, la signora ha visto nelle immagini in memoria gli autoscatti di un bambino sconosciuto e così ha deciso di sporgere denuncia ai Carabinieri. Svolte le indagini, i militari sono arrivati a identificare l’uomo proprio grazie alle foto dal figlio. Ora dovrà rispondere dei suoi atti davanti al giudice.

Advertisement

Cronache

Check-point e 4mila agenti, la sicurezza per il conclave

Pubblicato

del

L’area di San Pietro sorvegliata speciale con un doppio step di controlli, sistemi antidrone e misure modulabili in base all’evolversi della situazione. E’ pronto il piano di sicurezza in vista del conclave e dell’elezione del nuovo Papa. Saranno oltre quattromila le donne e gli uomini delle forze dell’ordine che verranno impiegate per la cerimonia di intronizzazione del nuovo pontefice quando confluiranno nell’area del Vaticano migliaia di fedeli. Il dispositivo per la ‘fase2’ scatterà da mercoledì mattina alle 7 per l’avvio del conclave. Ci sarà una perimetrazione di via Conciliazione, di via di porta Angelica e piazza del Sant’Ufficio con un doppio step di controlli ai più esterni varchi di prefiltraggio e poi ai ‘check point’ permanenti attivi lungo le due ali del colonnato della piazza.

Massima attenzione non solo all’area del Vaticano ma anche alle altre tre basiliche giubilari e, in particolare, a Santa Maria Maggiore dov’è cresciuto notevolmente il flusso di visitatori e fedeli per rendere omaggio alla tomba di papa Francesco. Per mettere a punto le misure di sicurezza stamattina il questore di Roma, Roberto Massucci, ha riunito il Tavolo tecnico e nel pomeriggio si è svolta una nuova riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Lamberto Giannini. “Non abbiamo certezza delle date ma siamo attrezzati come se ci dovesse essere fin dal primo giorno la fumata bianca” ha assicurato Giannini al termine della riunione.

“Replicheremo i servizi messi in campo per il funerale quando verranno le personalità estere per salutare il nuovo pontefice. Certamente l’attenzione è massima” ha aggiunto. Sotto la lente anche il momento della fumata bianca quando migliaia di fedeli raggiungeranno in pochi minuti San Pietro per vedere il nuovo Papa. In campo ci saranno per l’occasione tra i 500 e i mille volontari. “La sinergia è importante. Accanto ai dispositivi di sicurezza si aggiunge l’accoglienza dei fedeli da parte del sistema di Protezione civile, così come è stato fatto per le esequie di papa Francesco” ha spiegato il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabio Ciciliano, che domani mattina ha convocato un Comitato operativo in via di Vitorchiano. Intanto nei giorni scorsi uno dei cardinali chiamati a scegliere il nuovo pontefice ha avuto una piccola disavventura, che si è conclusa fortunatamente con un lieto fine. Giunto a Roma per i funerali di Bergoglio, Jean-Marc Aveline è stato vittima di un furto. Ma la borsa rubata, che conteneva i suoi effetti personali, è stata ritrovata a pochi giorni dall’inizio del Conclave. Quanto successo è stato raccontato durante la messa celebrata ieri dallo stesso arcivescovo di Marsiglia nella parrocchia della Madonna dei Monti. Il ritrovamento è avvenuto proprio nel rione al centro della Capitale, a poca distanza dalla chiesa.

Continua a leggere

Cronache

Caso Uss, chiesti 5 anni e mezzo per coordinatore fuga

Pubblicato

del

Cinque anni e mezzo di reclusione. È questa la pena chiesta dal pm di Milano Giovanni Tarzia per Dmitry Chirakadze, l’aristocratico russo accusato di essere il coordinatore dell’evasione di Artem Uss. Davanti alla giudice della settima sezione penale del Tribunale di Milano Ombretta Malatesta il pubblico ministero ha ripercorso tutte le “prove” che dimostrerebbero che l’uomo ha organizzato la fuga del figlio dell’oligarca russo vicino a Putin nel marzo del 2023, quando si trovava ai domiciliari a Basiglio, nel Milanese, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti. Centrale, nella ricostruzione del pm, la testimonianza di Srdan Lolic, a sua volta indagato per procurata evasione e sentito in videocollegamento dalla Serbia. Quest’ultimo infatti “non ha tratto alcun beneficio dalla sua testimonianza”, ha detto il pm.

“Pensare che Lolic indichi Chirakadze per vendetta in merito ad affari andati male è una tesi davvero poco sostenibile. Inoltre è Lolic che doveva dei soldi a Chirakadze e non viceversa”. Quanto alla “credibilità” del suo racconto, “abbiamo tanti riscontri”. Tra gli altri elementi citati nella discussione finale vi sono poi “l’acquisizione degli atti del traffico telefonico prodotto da Chirakadze, i documenti trovati nel personal computer dell’imputato, le chat e le foto geolocalizzate”. Nel chiedere la pena, il pm ha sottolineato la “pericolosità” dell’imputato, “desumibile anche dalla possibilità di coinvolgere soggetti appartenenti alle forze armate russe”, oltre che dalla sua situazione “economico-finanziaria”.

Una ricostruzione che è stata smontata pezzo per pezzo dai difensori Federico Sinicato e Tatiana Della Marra, i quali hanno chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto”. Lo stesso Chirakadze, che lo scorso 30 aprile ha voluto rendere dichiarazioni spontanee, si dice estraneo alle accuse. “Sono rimasto scioccato quando ho saputo che Artem se ne era andato – ha detto -, io non so chi abbia organizzato l’evasione. È Uss che ha deciso di fuggire perché è cocciuto e instabile”. La penultima udienza del processo a carico del presunto coordinatore della fuga, che dovrebbe concludersi il prossimo 14 maggio per la sentenza, si è aperta con il rigetto da parte della giudice della richiesta avanzata dalla difesa di sentire in videocollegamento un avvocato croato e lo stesso Artem Uss. Quest’ultimo si sarebbe fatto avanti nelle scorse settimane, inviando una lettera ai legali dell’aristocratico russo, affermando di voler essere interrogato da remoto per poter fornire la sua versione dei fatti sulle ragioni per cui è fuggito e le modalità secondo le quali è stata organizzata l’evasione.

Continua a leggere

Cronache

Biologo italiano ucciso in Colombia, ancora in corso le analisi sulla salma

Pubblicato

del

Procedono a rilento le operazioni per il rimpatrio della salma di Alessandro Coatti, 38 anni, biologo originario del Ferrarese ucciso e fatto a pezzi nella zona di Santa Marta, in Colombia, a causa delle numerose analisi necessarie per ottenere il via libera delle autorità. Secondo fonti locali, è infatti necessaria la prova del Dna sulle parti del corpo ritrovate smembrate e in varie parti della città, per essere sicuri che siano tutte della stessa persona. Al momento è difficile ipotizzare i tempi per il rientro del corpo in Italia.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto