Sono quattordici i ristoranti sequestrati questa mattina dai carabinieri di Roma su disposizione della Dda di piazzale Clodio. Si tratta di esercizi commerciali nel cuore della Capitale la cui gestione e’ riconducibile al clan camorristico dei Moccia. I ristoranti si trovano nella zona di Pantheon , via Coronari, Trastevere, Fontana di Tevere, Castel San’Angelo, Quirinale e piazza Navona. I sequestri sono stati eseguiti nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto di 13 persone, di cui 8 in carcere e 5 ai domiciliari. I reati contestati vanno dall’estorsione, fittizia intestazione dei beni, aggravati dal metodo mafioso, nonche’ esercizio abusivo del credito. Nel corso dell’operazione data anche esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, anche ai fini della confisca, di parte del patrimonio del clan, del valore complessivo di circa 4 milioni di euro, ricostruito e individuato nel corso delle indagini.
Il provvedimento cautelare di oggi si basa sui risultati dell’indagine sviluppata tra il gennaio e l’ottobre del 2018 e ha permesso di accertare il reinvestimento di capitali illeciti nel campo della ristorazione romana da parte del clan camorristico attivo nella zona di Afragola. Dalle indagini e’ emerso, inoltre, una richiesta estorsiva e di riscossione di 300 mila euro posta in essere da affiliati al clan ai danni di imprenditori che avevano ottenuto dal Tribunale di Roma la gestione di quattro locali, oggetto di un precedente sequestro di prevenzione operato per evasione fiscale nei confronti di un noto manager romano riconducibile al capoclan Angelo Moccia.
Il clan Moccia garantiva prestiti a Claudio D’Alessio, figlio del cantante Gigi. E’ quanto emerge dalle carte dell’inchiesta della Dda di Roma sullo storico clan camorristico. In questo episodio i pm contestano esercizio abusivo del credito. I Moccia trattavano con almeno 3 persone, fra cui D’Alessio jr, che “necessitavano dei prestiti, pretendendo interessi variabili senza autorizzazione”. Nell’ordinanza viene citata anche una intercettazione in cui Claudio D’Alessio parla con una altra persona a cui il clan aveva prestato denaro ed entrambi si lamentano delle pressioni dei Moccia. “Se tu non blocchi un attimo la situazione e dai il tempo di respirare e di organizzarsi, qui non si andra’ mai da nessuna parte, e quindi dico… cioe’, non e’ che uno va a rubare la mattina che all’improvviso io ti posso chiudere…” afferma D’Alessio. “Serve un attimo di respiro fammi lavorare, fammi fare e poi si stabilisce un piano di rientro”.
“I ristoranti sono di Angelo Moccia, i ristoranti di Roma sono tutti loro! Vedi che c’hanno un ‘organizzazione… ti dico…spaventosa! Spaventosa!”. E’ quanto si afferma in una intercettazione citata dal gip nell’ordinanza uno degli indagati nell’indagine della Dda che ha portato all’emissione di 13 misure cautelari. In una altra comunicazione carpita, uno degli indagati afferma: “quelli c’hanno veramente un esercito..ti ammazzano”.