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Cultura

I misteri di Procida “visti” dagli allievi del Biennio di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli

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Al ritorno, dopo i due anni segnati dalla pandemia, della Processione del Venerdi Santo sull’isola di Procida con i suoi Misteri, progettati e costruiti dagli abitanti dell’Isola, il corso di Fotografia per la Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha organizzato un workshop fotografico sull’isola per i suoi allievi, curato dalla professoressa Marina Brancato e dal professor  Mario Laporta sull’isola per i loro allievi, con lo scopo di documentare i momenti più sentiti dagli isolani nella costruzione di un rito che si tramanda da secoli.

Gli allievi Giulia Colella, Liliana Ranieri, Luigi Giovenale, Annamaria Esposito, Orsola Merola, Valeria Giugliano, Federica D’Arco, Chiara Giliberto, Luca Cosentino, Mariachiara D’Apuzzo e Antonia Montuori sono arrivati sull’isola il mercoledi della settimana santa e subito hanno indagato i laboratori dei Misteri sulla Terra Murata, dove gruppi di ragazzi, insieme agli anziani più esperti progettano e costruiscono i carri che poi sfileranno il Venerdi Santo. La ricerca fotografica è continuata il giorno seguente con le riprese alla lavanda dei piedi nella chiesa di Sant’Antonio, seguita dalla piccola processione che ha portato gli Apostoli alla chiesa di San Giacomo per l’Ultima Cena. E poi, un susseguirsi di eventi che da tempo remoto si susseguono tradizionalmente fino alle 5 del mattino seguente quando il meraviglioso Cristo Ligneo viene trasportato, insieme alla statua della Madonna Addolorata dalla congregazione dei Turchini fin sopra Terra Murata nella chiesa di San Michele, da dove ripartiranno per chiudere la Processione del Venerdi mattina, oramai arrivato con un’alba che solo la piccola isola del golfo di Napoli sa regalare. La processione, la tromba che ne scandisce il tempo, le catene assordanti, ma nel contempo musicali, i tamburi e le voci dei confratelli che trasportano i Misteri, si riappropriano dell’isola, tutta, per un tempo che arriva da lontano e che deve preservarsi per il futuro. Lo scopo della ricerca e del workshop degli allievi dell’Accademia era incentrata proprio sulla testimonianza e sulla produzione e conservazione di documenti visivi fotografici, come scrive la professoressa Brancato:   “I rituali legati alla “Settimana Santa” (la settimana, cioè, che precede la Pasqua) sono stati da sempre campo di ricerca da parte di studiosi di antropologia, etnografi, etnomusicologi, fotografi. Organizzati da confraternite e congregazioni laiche con preparativi che durano tutto l’anno, queste modalità rituali teatralizzano i cicli della morte-rinascita presenti, fin dall’antichità, in tutte le civiltà agricole, dove, nel culto alla Dea Madre-Terra che governa la vita e l’agricoltura, il seme è sepolto, ma poi rinasce come spiga e come grano. Le società, quindi, attraverso queste forme rituali, mettono in scena il loro desiderio di sopravvivere, di confrontarsi con la morte, superandola nel nome della vita, e pongono domande di presenza, aggregazione, desiderio di continuare ad esserci. Il progetto vuole indagare, attraverso il dialogo e il confronto del fotogiornalismo e dell’etnografia visiva. Spesso tali rituali rischiano di essere ridotti a folklore o peggio a luoghi di “passerella”, studiarli criticamente significa comprendere che queste modalità della cultura folklorica costituiscono memoria storica e sono mezzo per concentrare la propria identità e recuperarla criticamente.”

Di seguito una galleria delle tre giornate seguite dagli allievi del corso di Fotografia per la Comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli con indirizzi Fotogiornalismo e Fotografia di Moda.

 

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Consulta: niente automatismo sulla sospensione dei genitori, decide il giudice

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Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.

Una norma rigida che non tutela sempre i figli

L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.

Il caso sollevato dal Tribunale di Siena

A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.

Il principio: al centro l’interesse del minore

La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.

La continuità con la giurisprudenza

La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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Cultura

La Campania conquista il mondiale di fisica per studenti: cinque eccellenze campane rappresenteranno l’Italia all’IYPT 2025

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Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.

Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.

Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia

Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.

Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.

Un team guidato da due docenti campani

A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.

La fisica come passione e riscatto territoriale

L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.

Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.

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