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Cronache

I migranti della Ocean Viking sbarcano a Malta: saranno accolti in sei Paesi Ue

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Alla fine anche per la Ocean Viking e i suoi 356 naufraghi una soluzione e’ stata trovata. Ma ci sono voluti, ancora una volta, 14 giorni di appelli, botta e risposta, contatti tra le cancellerie europee, mentre a bordo della nave delle ong Sos Me’diterrane’e e Medici senza Frontiere, che attendeva tra Lampedusa e Malta, i viveri cominciavano a scarseggiare, l’esasperazione a crescere e le condizioni dei migranti ad aggravarsi. E’ stato il premier maltese Joseph Muscat a rendere noto su Twitter l’accordo trovato con la Commissione Ue e altri 6 Paesi europei: “Malta trasferira’ queste persone su navi militari maltesi in acque internazionali e le portera’ a terra. Tutti i migranti saranno distribuiti in altri Paesi europei: Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Romania”. Ma, ha precisato Muscat, “nessuno restera’ a Malta”. Un’intesa da cui resta fuori l’Italia. Soddisfatto ovviamente Matteo Salvini che, mentre da leader della Lega tenta di riesumare un governo da lui stesso affossato, da ministro dell’Interno uscente ha trovato il tempo in mattinata di mettersi “al lavoro al ministero per difendere i confini e impedire l’ingresso in acque italiane alla Ocean Viking”. Per poi, a soluzione annunciata, esultare a stretto giro di post: “La Ocean non verra’ in un porto italiano. Detto fatto, come promesso”. La Francia, che si era gia’ detta disponibile nei giorni scorsi ad accogliere un certo numero di migranti della Ocean Viking (battente bandiera norvegese e salpata il 5 agosto da Marsiglia per la sua prima missione di soccorso in mare), ha reso noto che ne accogliera’ 150 nei prossimi giorni. “Insieme siamo riusciti a costruire una soluzione europea”, ha commentato su Twitter il ministro dell’Interno Christophe Castaner, ringraziando il collega maltese Michael Farrugia e il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos per il lavoro svolto per raggiungere l’intesa. “Il risultato positivo e’ frutto dell’intenso coordinamento della Commissione Ue e di contatti costruttivi con tutti gli Stati membri coinvolti”, ha detto dal canto suo il commissario Ue, auspicando tuttavia che gli impegni presi vengano “onorati in modo veloce”. Anche Medici senza frontiere – che con Sos Me’diterrane’e gestisce la nave – ha espresso il proprio “sollievo” dopo “un’attesa esasperante” per i 356 a bordo, di cui 103 bambini o minorenni. Ma non basta. L’ong e’ tornata a chiedere agli Stati europei di trovare un meccanismo di sbarco permanente per evitare che, a ogni salvataggio di migranti in fuga dalle carceri e dalla guerra libiche, si ripetano “stalli prolungati e meschine negoziazioni caso per caso”. Come avvenuto per la Ocean Viking ora, la Open Arms prima, la Sea Watch nei mesi scorsi e cosi’ via per tante altre navi di organizzazioni umanitarie. Un caso che potrebbe riaprirsi anche a breve con la Mare Jonio, l’imbarcazione dell’ong Mediterranea salpata ieri sera dal porto di Licata – dopo oltre due mesi di sequestro – per la sua quarta missione dell’anno. Intanto l’Oim ha aggiornato il triste bilancio di migranti e rifugiati che hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo dall’inizio del 2019: sono 859, pari al 55% dei 1.558 morti dello stesso periodo del 2018. La maggior parte dei decessi – quasi 600 – si sono verificati sulla rotta del Mediterraneo centrale, che collega l’Africa del Nord a Italia e Malta.

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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