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I giallorossi non si fermano più: ‘magia’ di Dovbyk, e la Roma passa anche a Lecce

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Passa la Roma a Lecce grazie all’invenzione di Dovbyk nel finale di gara e corsa all’Europa che continua. E’ ancora una Roma dal ‘corto muso’, che ottiene il quinto 1-0 di fila, la settima vittoria consecutiva in campionato e raggiunge 14 gare utili di fila (ultima sconfitta a Como). Numeri importanti che spingono i capitolini al sesto posto a quota 52, a meno quattro dal quarto posto, sorpasso momentaneo ai cugini laziali, e all’orizzonte la sfida con la Juve, che potrebbe diventare il crocevia della stagione per gli uomini di Ranieri. Il Lecce incassa il quinto ko consecutivo, resta ancorato a quota 25 e vede avvicinarsi l’Empoli, distante solo due punti. Sarà decisiva per gli uomini di Giampaolo la sfida di domenica contro il Venezia.

Dovbyk. Suo il gol con cui la Roma passa anche a Lecce

In casa Lecce il tecnico Giampaolo rilancia dopo oltre tre mesi al centro della difesa l’angolano Gaspar, recuperato dopo l’infortunio subito proprio contro la Roma nella gara di andata, torna titolare in mediana Ramadani, in attacco il solito Krstovic. Fuori causa Dybala, out per il resto della stagione, Ranieri sceglie Dovbyk terminale offensivo, con alle spalle Soulé e Pellegrini. Spazio anche a Koné a centrocampo e Hummels in difesa. Si parte e il primo scorcio registra un buon inizio della Roma, che si propone con insistenza nella metà campo dei padroni di casa, che sembrano essere un po’ timidi, complice anche la striscia di quattro sconfitte consecutive. Al 9′ si registra la prima clamorosa occasione per gli ospiti. Angelino viene lanciato in porta sull’out sinistro. Guilbert e Falcone non si intendono, con il portiere che esce fuori area e si scontra con il compagno: strada spianata per il calciatore romanista, ma l’esterno offensivo colpisce male e manda fuori.

Il Lecce, avvertito il pericolo, prova a mettere il naso fuori la propria metà campo, e ci prova con Helgason: dai venti metri calcia col destro incrociato, sfera che sfiora il palo (15′). E in casa Lecce spazio ancora a un nuovo errore difensivo. Falcone serve rasoterra Ramadani, che ha Koné alle sue spalle. Il centrocampista della Roma ruba palla e calcia dell’area piccola, da posizione centrale. Falcone riscatta il suo errore e si salva in angolo, ma clamoroso il gol divorato da Konè (21′).

I padroni di casa rispondono con Gallo che, innescato sulla sinistra, penetra in area e conclude di sinistro: Svilar attento para in tuffo (36′). Ancora Lecce che in contropiede sfrutta un errore in uscita di Konè, con Karlsson che arriva al tiro piazzato, col destro, dal centro dell’area: conclusione debole e comoda la parata di Svilar. Via alla ripresa con i medesimi schieramenti. Dopo le prime schermaglie del secondo tempo, Giampaolo cerca di cambiare l’inerzia della gara e cambia entrambi gli esterni: dentro N’Dri e Banda, escono Karlsson e Pierotti (58′). Krstovic cerca l’eurogol. Controllo di petto e destro al volo da circa 50 metri, con il portiere ospite fuori dai pali. Palla larga, che non esce di molto (59′).

Anche la Roma ha la sua prima occasione della ripresa. Angelino serve un pallone arretrato per Dovbyk che calcia a centro area, decisiva la deviazione di Gaspar e la parata di Falcone (66′). Sull’angolo successivo: Dovbyk spizza sul primo palo e Mancini, appostato sul secondo, devia in rete a porta vuota (67′). Segnalato l’offside. Consulto Var di circa tre minuti per valutarne la posizione, e fuorigioco confermato. Spazio a quattro cambi: nella Roma dentro Baldanzi e Shomurodov per Pellegrini e Soulé, nel Lecce Berisha e Kaba per Helgason e Coulibaly (72′).

Sciocchezza di Saelemaekers, che protesta vibratamente per un fallo on assegnato e viene ammonito: diffidato salterà la sfida contro la Juventus. Passa la Roma al minuto 80 e fa tutto Dovbyk. Si libera dalla marcatura di Baschirotto, si accentra in area e calcia col mancino stretto sul primo palo. Falcone battuto, e Roma che passa in vantaggio. Il bomber giallorosso accusa qualche problema fisico e lascia il posto a Pisilli, dentro anche El Shaarawy per Saelemaekers. Nel Lecce spazio a Rebic per Ramadani (85′). Sei di recupero, Lecce che cerca il pari, ma si espone al contropiede ospite. Su uno di questi Shomurodov spreca una grandissima occasione, con Falcone bravo a sventare (95′). Il tempo di annotare un giallo per proteste a Ranieri, che arriva la fine dei giochi. La Roma passa grazie alla magia di Dovbyk.

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Sci, muore la giovane promessa francese Margot Simond: aveva 18 anni

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Tragedia in Val d’Isère durante un allenamento. La procura di Albertville apre un’indagine Una nuova tragedia ha sconvolto il mondo dello sci internazionale: Margot Simond, 18 anni, giovane talento della nazionale francese, è morta ieri in allenamento sulla pista di Val d’Isère, in Savoia. La ragazza, campionessa francese Under 18 di slalom, è caduta rovinosamente durante un esercizio ad alta velocità. I soccorsi sono stati immediati, ma ogni tentativo di rianimarla è stato inutile.

L’incidente durante la preparazione al trofeo Red Bull

Margot si stava preparando per il trofeo “Red Bull Alpine Park”, organizzato con la collaborazione del campione di slalom Clément Noël. La sciatrice, associata allo Ski Club di Les Saisies e originaria di Aillons Margeriaz, era una delle atlete più promettenti del panorama francese. Nel marzo scorso aveva vinto il titolo nazionale giovanile nello slalom a Les Menuires, e in stagione aveva già debuttato in Coppa Europa e preso parte ai Mondiali Juniores a Tarvisio, classificandosi al ventesimo posto.

Secondo quanto riportato da L’Équipe, la caduta è avvenuta poco dopo un tratto di zig-zag tra le porte, attorno alle ore 13. Il medico di pista è intervenuto immediatamente, ma ha confermato: «Non è stato possibile rianimarla».

Indaga la procura di Albertville

La dinamica dell’incidente è ora al vaglio della procura di Albertville, che ha aperto un’indagine per accertare le cause della morte. La comunità sportiva francese è sotto choc. «I nostri pensieri sono con la Francia e con tutta la comunità dello sci sconvolta per la perdita di Margot», ha scritto in un messaggio la Federazione francese di sci.

Una stagione nera per lo sci internazionale

La morte di Margot arriva pochi mesi dopo quella di Matilde Lorenzi, 20enne azzurra caduta durante un allenamento in Val Senales lo scorso ottobre. E tra questi due tragici eventi, lo sci piange anche Marco Degli Uomini, promessa 18enne del SuperG italiano, morto lo scorso 10 marzo sullo Zoncolan dopo un salto di 40 metri.

Tre lutti in meno di sei mesi che riaccendono i riflettori sulla sicurezza degli allenamenti e delle piste. Intanto, il mondo dello sport piange un’altra giovane vita spezzata troppo presto.

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Lecce, il fisioterapista Graziano Fiorita muore in ritiro prima del match con Atalanta: gara rinviata

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Un risveglio drammatico per tutto il mondo giallorosso. L’US Lecce piange la scomparsa improvvisa di Graziano Fiorita, storico massofisioterapista della squadra, scomparso a soli 47 anni. A comunicarlo è stata la stessa società salentina con una nota ufficiale intrisa di dolore: «L’Us Lecce, profondamente sconvolta, comunica che è venuto a mancare improvvisamente Graziano Fiorita».

La tragedia si è consumata nella camera d’albergo di Coccaglio, in provincia di Brescia, sede del ritiro scelto dal Lecce per preparare la sfida di campionato contro l’Atalanta, poi rinviata a domenica alle 20.45. Non vedendolo arrivare al consueto appuntamento mattutino, i membri dello staff hanno cercato Fiorita, trovandolo senza vita nella sua stanza.

Professionista stimato e figura storica del club, Graziano era legato al Lecce da oltre vent’anni, seguendo le orme del padre Fernando, anch’egli fisioterapista e scomparso due anni fa. Lascia la moglie Azzurra e i figli Carolina, Davide, Nicolò e Riccardo, oltre alla madre Francesca e a una comunità intera che oggi si stringe attorno alla sua famiglia.

«In questo momento di dolore profondo e di totale incredulità – prosegue la nota del Lecce – il club può solo stringersi intorno alla sua famiglia».

Anche l’Atalanta ha voluto esprimere il proprio cordoglio con una nota ufficiale. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte, tecnico partenopeo e leccese di nascita, hanno inviato messaggi di vicinanza e solidarietà alla famiglia Fiorita e al club.

Graziano Fiorita resterà per sempre nel cuore di chi ha condiviso con lui la passione per il calcio, il lavoro dietro le quinte, la dedizione silenziosa e costante a una maglia che amava come una seconda pelle.

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Coppa Italia: Il Bologna torna in finale dopo 51 anni

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A 51 anni di distanza dall’ultima volta, il Bologna torna in finale di Coppa Italia: Fabbian e Dallinga aprono e chiudono la sfida che vede i rossoblù piegare l’Empoli anche al ritorno, dopo il 3-0 del Castellani, confermando il Dall’Ara un fortino inespugnabile: Kovalenko non basta ai toscani. Vincenzo Italiano e i suoi ragazzi scrivono una pagina di storia del club rossoblù, pagina che il tecnico già conosce essendo alla seconda finale negli ultimi 4 anni, dopo quella disputata e persa con la Fiorentina. Dopo le finali perse di Coppa Italia e Conference (2) con la viola, il tecnico avrà la possibilità di regalare e regalarsi un epilogo diverso e voltare pagina il 14 maggio a Roma, contro il Milan, in un match che metterà in palio un posto in Europa League. Nell’attesa, il Bologna corre anche e nuovamente per la Champions.

Italiano, però preferisce non badarci e non si fida neppure dei tre gol di vantaggio e dello 0-3 con cui i rossoblù avevano espugnato Empoli nella semifinale di andata. Il tecnico opta per un turn over ragionato, ma conferna la spina dorsale della sua squadra con Beukema e Lucumi al centro della difesa, Freuler in mediana e Dallinga di punta, con Orsolini, Cambiaghi e Fabbian a sostegno. E’ Bologna vero contro un Empoli rimaneggiato, con un D’Avesa che offre spazio a giocatori reduci da infortunio e in cerca di condizione, risparmiando titolari per il campionato e la Fiorentina. E allora i rossoblù possono mettere in chiaro le cose fin dal principio: passano al 7′, con Moro che offre a Fabbian il cross dell’1-0. Terza rete dell’ex Inter all’Empoli e quarta stagionale, che arriva dopo un inizio arrembante che vede Dallinga sprecare sotto porta e pure Lykogiannis chiamare Seghetti all’intervento, ma pure Marianucci recuperare in extremis su Dallinga.

Dopo un quarto d’ora di spinta e il vantaggio, il Bologna amministra i ritmi e l’Empoli trova campo e capacità di reagire con l’esuberanza di Sambia e Solbakken. Il primo inventa, Konate rifinisce, Solbakken si presenta tre volte a tu per tu con Ravaglia: la prima spara fuori, la seconda debolmente, la terza chiama il portiere rossoblù alla grande parata che trova Kovalenko pronto al tap in vincente: è 1-1 al 32′. A inizio ripresa arrivano i cambi su ambo i fronti, con i tecnici che dimostrano di ragionare anche in chiave campionato. Il Bologna riprende campo e ritmo e sfiora il nuovo vantaggio Cambiaghi e Fabbian. Dominguez, Dallinga e Moro si divorano tre occasionissime per la vittoria tra il ventesimo e il 37′ e il successo è nell’aria. Lo firma Dallinga con un colpo di testa a tre minuti dal triplice fischio, su cross di Lykogiannis. Il Bologna si giocherà un trofeo 51 anni dopo l’ultima vittoria.

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