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I genitori la sgridano perchè rincasa tardi, 13enne per dispetto si uccide gettandosi sotto il treno

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Tredici anni, la voglia di sentirsi ‘grande’, di uscire in liberta’ la sera, e per questo continui tira e molla coi genitori a cui pero’ i suoi rientri a tarda ora non piacevano. E di qui litigi e rimproveri, l’ultimo dei quali avrebbe scatenato la reazione estrema della ragazzina che nel cuore della notte si e’ gettata sotto un treno, uccidendosi. Sarebbe questo il dramma all’origine dell’ investimento mortale avvenuto la notte scorsa nel Cesenate. Una tragedia che non solo ha colpito la comunita’ locale ma ha anche mandato in tilt per diverse ore la circolazione ferroviaria lungo la dorsale adriatica. Caos analogo in Liguria, per una donna morta investita, probabilmente per un incidente, sui binari di Lavagna. Nel Cesenate sulla dinamica dell’investimento gli inquirenti hanno purtroppo pochi dubbi e l’ipotesi prevalente e’ quella del suicidio. La tredicenne, di una famiglia di origine bulgara, era una ragazza vivace, spesso marinava la scuola, secondo quanto ricostruito dalla Polizia, e avrebbe sentito i continui litigi a casa e in particolare l’ultimo rimprovero sui suoi rientri serali come un peso eccessivo. Ieri sera non tornava a casa e i genitori l’hanno chiamata, preoccupati, ma anche rimproverandola. Una brutta lite per telefono dopo della quale la tredicenne non ha fatto piu’ ritorno. L’ipotesi e’ che si sia gettata volontariamente sotto un treno merci a un chilometro dalla stazione ferroviaria di Cesena intorno alle quattro e mezzo di notte. I soccorsi per lei sono stati inutili, mentre i rilievi dell’autorita’ giudiziaria hanno necessariamente imposto lo stop alla circolazione ferroviaria sulla linea Bologna-Ancona. Una sospensione di diverse ore, tra le 7 e le 11, quando il traffico e’ tornato regolare, che ha avuto pesanti ripercussioni per i viaggiatori lungo tutta la dorsale adriatica e fino a Bologna e Milano. Una decina di regionali e’ stata parzialmente cancellata, mentre diversi treni, tra regionali, intercity e Frecce da o per Milano, Bologna, Venezia, Ancona, Lecce, Pescara, Taranto, hanno viaggiato accumulando ritardi fino a tre ore. Nelle stesse ore un altro investimento mortale ha provocato disagi e ritardi alla circolazione ferroviaria in Liguria. Intorno alle sei meno un quarto, sui binari di Lavagna e’ stato trovato il cadavere di una donna di 29 anni. Ad accorgersi del corpo e’ stato un macchinista mentre passava con un convoglio all’alba. La giovane, secondo il racconto di alcuni amici, avrebbe passato la serata in discoteca e sarebbe poi uscita dal locale per avviarsi verso casa in sella alla sua bicicletta. Sul corpo della vittima il pm Gabriella Dotto disporra’ l’autopsia ma dalle prime ricostruzioni l’ipotesi dell’incidente sembra quella prevalente. Vicino al punto della tragedia c’era un buco nella ringhiera che, secondo alcuni testimoni, sarebbe usato spesso dai ragazzi per passare dall’Aurelia al lungomare passando dai binari. Un varco abusivo segnalato piu’ volte e che e’ stato chiuso soltanto oggi. La ragazza, inoltre, sarebbe stata urtata e non travolta. Un aiuto agli inquirenti arrivera’ anche dalle telecamere della zona per ricostruire gli spostamenti della giovane. Sulla linea ferroviaria Chiavari e Sestri Levante i convogli hanno accumulato ritardi fino a 70 minuti.

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Elezioni comunali con 23 liste a Bisegna: il trucco della vacanza retribuita dietro una farsa elettorale

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Incredibile ma vero: 23 liste si sono presentate per le elezioni amministrative di Bisegna, minuscolo comune abruzzese in provincia dell’Aquila, con appena 212 abitanti. Un numero spropositato che nasconde una realtà scandalosa: 21 liste su 23 sono composte da agenti della polizia penitenziaria che si sono candidati non per partecipare davvero al processo democratico, ma per usufruire di un mese di aspettativa retribuita, garantita dalla legge, con la scusa della campagna elettorale.

Il vero scopo: un mese di ferie pagate

Delle 23 liste, solo due rappresentano candidati locali che hanno a cuore il futuro del paese. Le altre sono state messe in piedi esclusivamente per consentire ai candidati di prendere ferie retribuite: un abuso normativo che trasforma le elezioni, fondamento della democrazia, in una comoda vacanza a spese dei contribuenti. Una beffa clamorosa, soprattutto se si pensa che alle ultime elezioni hanno votato solo 150 persone.

Un meccanismo che tradisce la fiducia nelle istituzioni

Questa vicenda getta un’ombra pesante sulla credibilità del sistema elettorale locale. Organizzare liste fittizie per ottenere privilegi economici senza alcuna intenzione di governare o migliorare la vita di una comunità tradisce lo spirito delle elezioni, nate per consentire ai cittadini di scegliere chi li rappresenterà davvero.

Un caso che chiede risposte immediate

La situazione di Bisegna impone una riflessione urgente: è inaccettabile che le regole, pensate per garantire la partecipazione democratica, vengano piegate a interessi personali. Serve un intervento normativo che blocchi questi abusi e ristabilisca il rispetto per un diritto fondamentale come quello del voto.

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Un 19enne muore in un incidente in bicicletta

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Un giovane di 19 anni, di origine nigeriana, è morto questa sera in un incidente stradale avvenuto lungo via Roma, a Roscigno, nel Salernitano. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo, ospite del centro di accoglienza Sai del comune degli Alburni, stava rientrando dopo aver fatto la spesa quando ha perso il controllo della bicicletta ed è finito contro un albero sul lato opposto della carreggiata. Restano da chiarire le cause dell’impatto: al momento non si esclude alcuna ipotesi, dal coinvolgimento di altri veicoli a una manovra improvvisa per evitare un ostacolo. Possibile anche che il giovane abbia avuto difficoltà a gestire le buste della spesa durante la pedalata. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, ma per il 19enne non c’era più nulla da fare. Per risalire all’esatta dinamica dell’incidente indagano i carabinieri della compagnia di Sala Consilina.

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Identikit del nuovo Papa, chi raccoglie eredità Francesco

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Il principale, grande nodo che i cardinali che si riuniranno nella Sistina dovranno sciogliere nell’individuare la figura del nuovo Pontefice sarà su chi potrà raccogliere la grande eredità di papa Francesco. I tanti cantieri aperti lasciati dal Pontefice scomparso, i “processi avviati” come li chiamava lui, sono altrettanti capitoli di cui scrivere un futuro e su cui, se possibile, non fermarsi, né tanto meno tornare indietro. Quando dodici anni fa si dimise Benedetto XVI, la Chiesa attraversava una grave crisi, provata dagli scandali come il primo Vatileaks, le ondate di rivelazioni sugli abusi sessuali – peraltro favorite proprio da Ratzinger, il primo a promuovere la ‘tolleranza zero’ -, e la stessa rinuncia del Papa per l’età avanzata e le difficoltà nel fare fronte alle resistenze interne, che avevano fatto fortemente ondeggiare la ‘barca di Pietro’.

E il mandato dei cardinali a chi sarebbe diventato il nuovo Papa era stato di rifondare la Chiesa su una nuova base di rinascita cristiana e di rilanciata missione evangelizzatrice. Proprio quello che ha perseguito, non senza pesanti ostacoli, Jorge Mario Bergoglio in questi dodici anni di pontificato, con le riforme in primo luogo finanziarie, poi della Curia con l’inedito mandato ‘di governo’ anche ai laici e alle donne, sulla protezione dei minori, e col proprio atteggiamento personale di radicalità cristiana, di vicinanza ai più poveri, ai migranti, agli ‘scartati’, di indefessa abnegazione in favore della pace, della fratellanza umana e del dialogo con le altre religioni. Un insieme di spinte in avanti che rimettono in primo piano molti dei propositi ancora inattuati del Concilio Vaticano II, finora gravati da contrarietà e passività all’interno della Chiesa.

Senza contare l’ultimo grande cantiere aperto da Francesco, quello della Chiesa ‘sinodale’, su cui a parte i due Sinodi già svolti il Papa defunto ha indetto un ulteriore triennio per l’attuazione, con una grande e finale “assemblea ecclesiale” già programmata per l’ottobre del 2028. Un’eredità, quindi, in buona parte già scritta quella che dovrà raccogliere il prossimo, e 266/o, successore di Pietro. Che dovrà riprendere in mano tutte le riforme e portarle avanti secondo le proprie sensibilità e priorità. Oltre che con la necessaria autorevolezza e capacità di governo, qualità indispensabili per il pastore universale di un organismo della complessità e vastità della Chiesa cattolica.

Questo, insomma, sarà l’identikit del nuovo Papa, almeno per chi pensa che sulla rivoluzione imposta da Bergoglio in tanti settori ecclesiali “non si può tornare indietro”. E, a parte gli elenchi dei papabili e i possibili fronti contrapposti, nelle congregazioni generali pre-Conclave, come accadde proprio nel 2013 con la successiva elezione di Francesco, avrà la meglio chi nei propri interventi riuscirà a trasmettere carisma e a catalizzare maggiormente i convincimenti dei confratelli. Non mancherà certo l’assalto dei restauratori, di chi nel Collegio cardinalizio vorrebbe riportare indietro l’orologio della storia e fare piazza pulita di molte delle innovazioni di Francesco, in particolare in campi come la pastorale della famiglia (c’è chi non nasconde di non aver ancora digerito la comunione ai divorziati risposati) o peggio ancora le benedizioni alle coppie gay, o anche i rapporti con le altre religioni, oppure certe fughe in avanti tuttora mal sopportate.

Il fatto che ben 108 dei 135 cardinali elettori, cioè l’80 per cento, siano stati nominati da Francesco non garantisce sul risultato finale: si tratta di un gruppo molto composito, tra cui molti non si conoscono fra loro, e che comprende anche fieri oppositori della linea di Bergoglio. Un nome per tutti, l’ex prefetto per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Mueller, fiero oppositore della linea bergogliana. L’esito del Conclave è dunque molto incerto. E a parte i favoriti elencati finora dai media, è possibile che alla fine prevalga un nome del tutto a sorpresa.

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