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Harry Styles fa impazzire Venezia, Rosi emoziona con il Papa

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  Ha firmato autografi, copertine del suo ultimo disco Harry’s House, ha fatto decine di selfie con i fortunati della prima fila: all’accoglienza caldissima che centinaia di giovani gli hanno riservato ha risposto con altrettanto calore, come se non fosse abituato al movimento dei fan che lo segue ormai da oltre 10 anni. “Harry, Harry”, il suo nome e’ stato il ritmo della sesta giornata di Venezia 79 e il giovane inglese di X Factor Uk, poi leader della boy band fenomeno One Direction, diventato solista da hit parade e attore dal 2016, ha confermato le aspettative di essere il divo piu’ atteso, insieme a Timothe’e Chalamet, di questa edizione della Mostra del cinema. “E’ la prima volta a Venezia, non sapevo cosa aspettarmi, sono colpito da tanto entusiasmo” ha detto Styles sul red carpet della Sala Grande, completo azzurro, camicia con i pizzi lunghissimi, occhialoni da sole che poi ha tolto, capelli scompigliati ad arte. “Mi piacerebbe lavorare con Paolo Sorrentino” ha detto candidandosi ad un film del regista italiano che evidentemente ammira. Si e’ tenuto a distanza dalla regista del film e sua compagna Olivia Wilde, DON’T WORRY DARLING (Fuori Concorso e in sala dal 22 settembre con Warner Bros) foto separate appositamente cosi’ come nessuna foto insieme e quella di gruppo a debita distanza con Florence Pugh, la protagonista del thriller distopico su Victory, un oasi del deserto americano, un piano segreto nell’America degli anni ’50 di ordine e disciplina organizzato da una sorta di messia sexy (Chris Pine): gli uomini lavorano allo “sviluppo di materiali avanzati”, le mogli in perfetto stile dell’epoca puliscono casa, cucinano e vanno a fare shopping. Alice (Pugh), la mogliettina di Jack (Styles) scopre a che prezzo stanno vivendo quel mondo perfetto e cerca di fuggire. Pugh, vista in Piccole Donne e nel cine Marvel Black Widow, non ha partecipato alla conferenza stampa. E’ arrivata oggi pomeriggio dal set di Dune 2 a Budapest: “Florence e’ una forza della natura, siamo grati che riesca ad essere qui, grati a lei e a Denis Villeneuve per averla stasera”, ha detto la Wilde. Intanto sul web impazzano i pettegolezzi che le vorrebbero una contro l’altra: primo per il fastidio per la storia d’amore, nata sul set, tra la regista e Styles, quando lei stava ancora con Jason Sudeikis, poi per il presunto licenziamento di Shia LaBeouf, sostituito in corsa da Harry Styles, ma soprattutto, per le scene di sesso tra lei e il cantattore su cui si starebbe puntando per lanciare il film. “Il web si basa su questi gossip e non voglio aggiungere altro”, ha risposto Wilde. Curioso questo non sostegno tra donne in un film che “non e’ una parabola femminista, ma una provocazione sul ruolo che da sempre hanno le donne, voglio che il pubblico sia ispirato da questa eroina rivoluzionaria che non accetta sottomissioni e controllo, sono le supereroine di cui abbiamo bisogno oggi”, prosegue Wilde. “Il potere, l’abuso di potere, fa parte dell’iconografia fascista” ha aggiunto. Styles, bandiera gender bender, ha parlato dei social e della comfort zone. Ha oltre 47 milioni di follower su Instagram, “tutti noi viviamo in una versione della nostra bolla protetta”, ha detto, un po’ come gli capita nel film. Harry Styles e il cast di Don’t worry darling hanno conquistato il Lido, ma ad emozionare il pubblico e’ stato IN VIAGGIO, il documentario di Gianfranco Rosi su Francesco. “Non crediate sia diverso quando si muove Papa Francesco, le urla sono le stesse: lui e’ proprio un Papa Rock”, ha detto il regista presentando Fuori concorso il documentario in sala il 4 ottobre con 01. Nelle immagini nove anni di pontificato di Bergoglio attraverso 37 viaggi, dal Brasile a Cuba, dagli Stati Uniti all’Africa, fino al sud est asiatico. Repertorio, immagini del cinema del Leone d’oro per Sacro Gra e Orso d’oro per Fuocoammare e ancora immagini di attualita’ e storia piu’ recente, un materiale immenso usato con estrema liberta’. “E’ stata un’esperienza di vita. E’ un Papa che parla ai credenti e non credenti. Non posso mai dimenticare – ha sottolineato – il suo sguardo nelle Filippine dopo la tragedia del tifone quando incontrava i poveri”. Gli attori irlandesi Colin Farrell e Brendan Gleeson hanno accompagnato il film in concorso Gli spiriti dell’isola, di Martin McDonagh (Tre manifesti a Ebbing), in sala il 2 febbraio 2023 distribuito da Disney. Applausi per questo dramma sull’amicizia al maschile girato e ambientato in una remota isola dell’Irlanda nel 1923 e anche per l’altro film del concorso, il dramma giapponese Love Life di Koji Fukada. Infine Amanda di Carolina Cavalli (Orizzonti Extra) con Benedetta Porcaroli. (

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Riccardo Muti: «Così la musica unisce l’Europa, i popoli e la memoria»

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Due bandiere sul palco del Petruzzelli di Bari: Riccardo Muti e i Berliner Philharmoniker, alla loro prima esibizione in Puglia dal 1882. Un evento storico e simbolico, trasmesso in 80 Paesi, che ha celebrato l’unità culturale dell’Europaattraverso la musica. A raccontarne il senso profondo è lo stesso Muti in una intervista concessa al Corriere della Sera.

«Questo concerto non è solo musica, è una visione d’Europa»

Per il Maestro, il “Concerto per l’Europa” va oltre la bellezza musicale: «Non è un’esibizione di forza, ma un simbolo di ciò che l’Europa potrebbe essere se fondata sulla cultura. Come la immaginava Federico II, il “Puer Apuliae”, che scelse di vivere in Puglia e la rese un centro di cultura e bellezza».

L’omaggio a Puglia e alla Scuola napoletana

Muti sottolinea il legame storico della Puglia con la musica: «Piccinni, Paisiello, Traetta, Mercadante: tutti pugliesi che hanno influenzato la Scuola napoletana. La mia prima volta al Petruzzelli? Avevo tre anni, con i miei genitori ad ascoltare Aida».

«Il San Carlo ha dimenticato il suo passato»

Parlando dei progetti futuri, Muti auspica che l’anniversario di Piccinni sia anche un’occasione di riflessione per il San Carlo: «C’è stato molto opportunismo nel ricordare Roberto De Simone. Servirebbe una memoria culturale più autentica».

Il suono dei Berliner e il peso della tradizione

«Il suono di un’orchestra cambia con il direttore, ma resta l’identità. Quello dei Berliner è ancora segnato da Karajan e Furtwängler, potente e inconfondibile. Come accade per i Wiener o per le voci di Callas e Pavarotti».

L’Europa dei cori e delle bande

Alla musica come strumento di unità Muti dedica parole sentite: «Cantare è di chi ama, diceva Sant’Agostino. A giugno, al Ravenna Festival, 1.250 coristi canteranno Verdi per imparare ad armonizzare, a cercare insieme la bellezza e il bene comune».

E sulle bande musicali: «Sono la vera voce del popolo, strumenti di cultura per la provincia dimenticata. Io stesso ho imparato ad ascoltare con loro, a Molfetta. Oggi, quando partecipo alle feste patronali, la prima cosa che faccio è ascoltare la banda. È lì che si custodisce il cuore della musica».

«Il mio sogno? Sfilare con la confraternita di Molfetta»

Muti racconta con commozione la sua recente partecipazione alla processione dei Misteri: «Mi hanno nominato membro onorario dell’Arciconfraternita di Santo Stefano. Vorrei sfilare con loro, perché lì la gente dimentica le divisioni, si unisce nel rito e nel Mistero».

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Spettacoli

Max Pezzali il 19 giugno 2026 allo stadio Maradona

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Max Pezzali arriva anche a Napoli: il 19 giugno 2026 porterà per la prima volta allo Stadio Maradona il suo nuovo tour Max Forever Gli anni d’oro – Stadi 2026, aggiungendo un’ulteriore tappa alla sua prossima maratona estiva che lo ha già visto annunciare altre tre date, allo Stadio Olimpico di Roma il 23 giugno 2026 e allo Stadio San Siro di Milano l’11 e il 12 luglio 2026. L’annuncio è arrivato durante la giornata inaugurale Comicon Napoli, dove Max ha presentato il suo nuovo comic book, Max Forever Gli anni d’oro – Ho visto il Maradona, quarto volume che arricchisce la collezione Max Forever, caratterizzata dalle storie e dai personaggi protagonisti delle sue canzoni, scritto e disegnato dal fumettista e scrittore Roberto Recchioni. Il volume racconta il profondo legame di Max con la città di Napoli, esaltato dalla figura mitica del Pibe de Oro e dalla magia respirata in adolescenza sugli spalti dello Stadio, che diventa oggi per lui un traguardo di carriera, un vero e proprio battesimo che tingerà il Maradona dei colori della sua musica e i suoi intramontabili successi.

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Musica

Kina, da Acerra fino alla firma con la Columbia Records

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E’ partito dalla sua cameretta di Acerra, fino alla firma con Columbia Records, dopo essere stato il primo in Italia a raggiungere il miliardo di streaming su Spotify con una traccia originale, ovvero “Get you the moon”. Parliamo di Kina, giovane artista campano presente da qualche giorno su tutte le piattaforme musicali con il nuovo EP, “Wish I Could Go Back”. “Acerra – racconta Kina – non rappresenta solo il luogo da cui provengo, è anche il cuore della mia musica. Crescere in provincia ti insegna ad avere fame, quella vera, non materiale, ma esistenziale. È un fuoco che arde silenzioso, ti accompagna ogni giorno e ti spinge a immaginare mondi più grandi, anche quando sei chiuso in una cameretta con soltanto le cuffie e un computer. Ogni suono che scelgo, ogni atmosfera che creo, porta dentro di sé un frammento di quella realtà: le strade, le voci, i silenzi della mia città. Acerra è ancora il posto dove torno ogni volta che ho bisogno di sentirmi vero. È lì che ho imparato ad ascoltare prima ancora che a produrre. Le emozioni vissute lì sono diventate canzoni, e credo che la gente riesca a connettersi con questo sentimento proprio per questo. Anche se oggi collaboro con artisti da tutto il mondo, Acerra è il mio punto zero e rimarrà sempre casa”.

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