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Cronache

Guerra su farmaco per suicidio assistito, c’è diffida

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“Fabio ha fretta di morire”, Con un nuovo videoappello, molto breve, Fabio Ridolfi, il 46enne di Fermignano (Pesaro Urbino) che ha avuto il parere positivo del Comitato Etico Regione Marche sulle condizioni previste dalla sentenza della Corte Costituzionale ‘Cappato-dj Fabo’ per avere accesso al suicidio medicalmemte assistito, sollecita l’Asur perche’ si esprima sul farmaco da usare. Fabio e’ inchiodato a letto da 18 anni, affetto da una tetraparesi provocata da un’emorragia cerebrale e riesce a comunicare solo con un puntatore oculare, grazie al quale ha composto la sua richiesta. Non si e’ limitato solo al video, tramite i legali dell’Associazione Luca Coscioni, che lo assistono, ha inviato una diffida all’Asur: la relazione sul suo caso e il parere del Comitato Etico Regione Marche sono arrivati, dopo un altro videoappello pubblico e con 40 giorni di ritardo, ma senza l’indicazione del farmaco e della modalita’ di somministrazione. Fabio chiede una verifica “in tempi brevissimi”, perche’, appunto, ha “fretta di morire” e da anni si batte per avere questa possibilita’. Anche il via libera ottenuto da ‘Mario’, nome di fantasia di un 43enne tetraplegico marchigiano, aveva la stessa mancanza. Cosi’, per rendere piu’ celere la procedura di verifica, il collegio difensivo di Ridolfi, coordinato dall’avvocato Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, ha nuovamente allegato anche la relazione del consulente medico dottor Mario Riccio, che assistette Piergiorgio Welby, relativamente al tipo farmaco individuato, le quantita’ e le modalita’ di somministrazione, con la specifica indicazione dell’idoneita’, dell’aspetto farmacologico e della valutazione della correttezza della procedura relativamente al caso specifico del paziente. “Dopo 40 giorni di inaccettabile ritardo nel comunicare a Fabio Ridolfi il parere del Comitato Etico sulla sussistenza delle condizioni necessarie per poter procedere con l’aiuto medico alla morte volontaria, Asur Marche continua ad essere inadempiente. E’ urgente che il Sistema sanitario completi il parere con le informazioni sul farmaco e le relative modalita’ di somministrazione” il commento dell’avvocato Gallo, che fa parte del collegio difensivo formato anche da Francesca Re, Massimo Clara, Rocco Berardo, Francesco Di Paola, Angioletto Calandrini, Giordano Gagliardini. “Come per ‘Mario – aggiunge -, anche in questo caso il nuovo impasse e’ sul farmaco, anche se i passaggi ora dovrebbero essere chiari. Fabio ha detto di aver fretta di morire. Ogni giorno che passa per lui e’ un giorno di sofferenza in piu’. Fabio ha diritto ad una risposta immediata”. E’ probabile che l’Asur proceda come per Mario, nominando un’altra commissione di esperti. E che Fabio quindi dovra’ attendere ancora.

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Cronache

Indossa un passamontagna al porto di Ischia ed evade dai domiciliari: arrestato un 21enne

A Ischia, un 21enne evade dai domiciliari e tenta di imbarcarsi per Napoli con un passamontagna: riconosciuto e arrestato dai Carabinieri.

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Iniziamo questa storia dalla fine, da un epilogo inaspettato, frutto di una scelta maldestra di un 21enne di Barano d’Ischia. Il giovane si trovava in fila al porto, pronto a imbarcarsi su uno degli ultimi traghetti della giornata con destinazione Napoli. Nulla di strano, se non fosse per un dettaglio singolare: indossava un passamontagna.

Alcune persone presenti hanno manifestato curiosità, altre preoccupazione. A porsi domande sono stati anche i Carabinieri del nucleo radiomobile di Ischia, impegnati nei controlli serali. Avvicinatisi al giovane, gli hanno chiesto di mostrare il volto. A quel punto, come in un colpo di scena da film, il ragazzo ha tolto il passamontagna e si è dato alla fuga verso una pineta.

Riconosciuto e arrestato dopo l’inseguimento

I militari lo hanno inseguito, bloccato e immediatamente riconosciuto: era lo stesso giovane che poche ore prima aveva rubato uno scooter, fuggendo tra le strade di Ischia e venendo arrestato dai Carabinieri. Dopo il primo arresto, era stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Questa volta, in manette per la seconda volta nel giro di poche ore, il 21enne dovrà rispondere anche dei reati di evasione e resistenza a pubblico ufficiale. In attesa dell’udienza in Tribunale, resterà in camera di sicurezza.

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Cronache

Campione di poker non dichiara vincite, recuperati 1,5 milioni

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Considerato uno dei migliori giocatori al mondo di poker live , non avrebbe mai dichiarato le proprie vincite. Enrico Camosci, 31 anni, bolognese, è stato sottoposto ad una verifica fiscale dalla Guardia di Finanza, nucleo operativo metropolitano di Bologna. La ricostruzione della sua posizione, preventivamente condivisa con la locale Agenzia delle Entrate e da cui è successivamente scaturita la denuncia per omessa dichiarazione, è stata fatta anche attraverso la ricerca di informazioni sui siti specializzati e sui social, consentendo di recuperare a tassazione oltre 1,5 milioni di euro di redditi da lavoro autonomo, derivanti dall’attività sportiva svolta in forma abituale e professionale al di fuori dell’Unione Europea. Se da un lato, spiega infatti la Gdf, i premi corrisposti da case da gioco autorizzate all’interno dell’Unione Europea non vanno dichiarati, in quanto soggetti a ritenuta alla fonte, quelli conseguiti al di fuori del territorio comunitario costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito.

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Cronache

Arrestato giovane a Bolzano per propaganda razzista e addestramento al terrorismo

Operazione dei Carabinieri a Bolzano: arrestato un giovane per propaganda razzista e attività con finalità di terrorismo. Indagini coordinate dalla Procura di Trento.

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In data odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Trento, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Bolzano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino italiano. Il giovane è sottoposto a indagini per attività di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa aggravata, nonché per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trento, è il risultato di una complessa attività investigativa avviata nel settembre 2023 grazie a un contributo dell’intelligence italiana. L’indagine ha portato all’individuazione di un profilo social attivo nella diffusione di materiale di matrice nazionalsocialista e di supporto all’organizzazione terroristica jihadista nota come “Stato Islamico”.

Tecniche sofisticate per evitare l’identificazione

Nonostante l’indagato avesse adottato sofisticati accorgimenti informatici per restare anonimo, i Carabinieri del ROS sono riusciti a identificarlo. Le investigazioni hanno confermato l’intensa attività di diffusione di contenuti multimediali di propaganda jihadista e antisemita, oltre a documentare un percorso di apprendimento per la costruzione di ordigni esplosivi azionati tramite detonatori wireless.

Il giovane, diplomato come perito elettrotecnico, si vantava in comunicazioni telefoniche e telematiche di essere in procinto di realizzare un ordigno artigianale del tipo TATP, chiedendo indicazioni su come costruire un detonatore a distanza e acquisendo i componenti elettronici necessari. Inoltre, risultava impegnato in un’opera costante di indottrinamento dei familiari, inclusi un fratello minore di soli 10 anni e un altro fratello maggiorenne, con il quale discuteva anche dell’acquisto di un’arma da fuoco.

Perquisizioni e materiali sequestrati

Le perquisizioni disposte dalla Procura Distrettuale di Trento hanno permesso di sequestrare una maschera antigas, oltre 200 unità di polvere pirica, componenti elettroniche per rilevamento di microspie, strumenti per la fabbricazione di telecomandi a distanza e attrezzature per microsaldature. Sono stati sequestrati anche materiale informatico e documentale ritenuto di interesse investigativo.

Un percorso di de-radicalizzazione interrotto

L’odierna indagine si collega a una precedente, condotta dalla Procura per i minorenni di Bolzano, che aveva visto coinvolto lo stesso soggetto quando era ancora minorenne. All’epoca fu avviato a un programma educativo e riabilitativo di de-radicalizzazione, innovativo strumento di contrasto al terrorismo, il cui percorso però si interruppe con l’emergenza Covid-19, senza ottenere i risultati sperati.

Presunzione di innocenza

Si ricorda che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta a indagini sarà definitivamente accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna. Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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