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Gli ucraini fanno strage di soldati nordcoreani invasori: 3.000 morti o feriti

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La collaborazione militare fra la Corea del Nord e la Russia si sta intensificando: secondo il Wall Street Journal, Pyongyang sta aumentando la fornitura di armi a Mosca per la guerra in Ucraina in cambio di denaro e petrolio, consentendo all’armata russa di guadagnare terreno. Dalle immagini satellitari emerge infatti che decine di fabbriche nordcoreane stanno lavorando a pieno regime, riferisce il giornale americano. Con un costo umano che però Kim Jong-un sembra disposto a pagare pur di assicurarsi l’alleanza militare con Vladimir Putin.

Migliaia di soldati nordcoreani inviati in supporto all’esercito russo sarebbero infatti morti o rimasti feriti al fronte, prevalentemente nel Kursk, la regione russa in parte invasa dalle forze di Kiev in estate e che Mosca sta cercando di riconquistare. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che cita “dati preliminari” forniti dal capo delle sue forze armate Syrskyi dalla linea del fronte, le perdite nordcoreane “hanno già superato i 3.000” uomini. Ma questo non frena Pyongyang, che starebbe pensando di inviare “altre truppe ed equipaggiamento militare”, ha avvertito il leader ucraino. L’intelligence militare sudcoreana stima invece che siano “più di mille”.

Ma al di là delle cifre, ha confermato Seul, Kim sta comunque “producendo e consegnando droni autodistruggenti” alla Russia, e fornendo “lanciarazzi da 240 mm e cannoni semoventi da 170 mm”. A sugellare la cooperazione tra Mosca e Pyongyang, militari nordcoreani potrebbero inoltre essere invitati a sfilare alla parata sulla Piazza Rossa il prossimo 9 maggio, nell’ottantesimo anniversario della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. E mentre Zelensky, come altri, spera che Donald Trump, una volta insediato alla Casa Bianca, possa fermare Putin nonostante l’assistenza nordcoreana, il Cremlino fa sapere che non c’è al momento un’iniziativa concreta per organizzare un incontro tra lo zar e il tycoon – che domenica ha auspicato di poterlo fare al più presto – anche se molti Paesi si sarebbero già offerti come sede di un eventuale faccia a faccia.

Il presidente ucraino non perdona invece allo slovacco Robert Fico di aver rotto, dopo Viktor Orban, il fronte europeo anti-Putin andando a Mosca spinto dall’urgenza di trovare una soluzione alla chiusura da parte di Kiev dei rubinetti di gas russo verso l’Europa dal 31 dicembre. Dopo l’incontro Fico, che ha già interrotto gli aiuti di Bratislava all’Ucraina, ha dichiarato che Putin ha confermato di essere pronto a “continuare a fornire gas all’Occidente e alla Slovacchia”, denunciando che questo sarà “praticamente impossibile dopo il primo gennaio”. Ma per Zelensky il premier slovacco “vuole dare una mano a Putin a guadagnare soldi per finanziare la guerra e per indebolire l’Europa”.

“Questa assistenza a Putin è immorale”, ha tuonato il leader ucraino su X. Nel dare conto dell’incontro, anche Mosca ha definito “molto complicata” la questione del gas e aggiunto che la situazione “richiede maggiore attenzione”. Ma, ha assicurato il Cremlino, Putin e Fico si sono trovati d’accordo su quanto sia “importante e persino necessario riprendere i legami tradizionali e reciprocamente vantaggiosi tra i loro due Paesi, soprattutto nei settori commerciale ed economico”. I due leader “hanno avuto una conversazione approfondita, in un’atmosfera costruttiva. Credo che entrambi siano soddisfatti dei risultati”, ha riferito il consigliere di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov. Con buona pace di Volodymyr Zelensky.

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Figlio del vicedirettore della Cia ucciso in Ucraina, era inquadrato nell’esercito russo

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Un 21enne americano, Michael Alexander Gloss, figlio di un’alta dirigente della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, è stato ucciso a Donetsk lo scorso aprile mentre combatteva con l’esercito russo contro gli ucraini. Lo scrive il Washington Post, riferendo che la morte è stata resa nota da iStories, un sito web indipendente di giornalismo investigativo russo con sede all’estero. La madre è Juliane Gallina, vicedirettrice Cia per l’innovazione digitale, il padre è Larry Gloss, capo di un’azienda di tecnologie per la sicurezza fisica. Michael ha lottato per gran parte della sua vita con la malattia mentale, ha detto Gloss.

Il padre ha raccontato al giornale della capitale Usa che il figlio era un pacifista amante di Bob Dylan che voleva salvare l’ambiente, un giovane che “non avrebbe fatto male a una pulce”. Un anno fa, nell’aprile 2024, Michael Gloss è stato ucciso a Donetsk: è stato uno dei pochi americani ad aver combattuto con le forze di Mosca nella guerra contro l’Ucraina. Insolito per il figlio di un alto funzionario della Cia e di un veterano della guerra in Iraq, cresciuto in una confortevole periferia di Washington. “Se aveste conosciuto nostro figlio, era il giovane anti-establishment e anti-autorità per eccellenza fin dal momento in cui è venuto al mondo”, ha assicurato al Wp il padre, secondo cui intorno ai 17 anni Michael ha iniziato a ribellarsi ai “valori condivisi” dei suoi genitori, professionisti della sicurezza nazionale.

È stato con “incredulità e devastazione” che il padre e la madre hanno ricevuto la tragica notizia lo scorso giugno, consegnata personalmente da un funzionario del dipartimento di Stato per gli affari consolari. Fino a quel momento non avevano avuto la minima idea che si trovasse in Ucraina, tanto meno che stesse combattendo con l’esercito russo. “Per noi è stata una novità assoluta che fosse coinvolto in relazioni militari con la Russia”, ha dichiarato il padre. Michael è morto il 4 aprile 2024 per “enorme perdita di sangue” in un bombardamento di artiglieria, ha spiegato, citando il certificato di morte russo. “È morto correndo in aiuto di un compagno ferito, cercando di proteggerlo. Questo era il classico Michael”.

L’agenzia di Langley ha rilasciato una breve dichiarazione oggi. “La Cia considera la scomparsa di Michael una questione privata e familiare, non una questione di sicurezza nazionale. L’intera famiglia della Cia è addolorata per la loro perdita”. Sebbene la famiglia abbia celebrato il funerale di Michael a dicembre, la sua morte in Ucraina durante un combattimento con l’esercito russo non è stata resa pubblica fino a venerdì, in un articolo pubblicato su iStories.

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Si è suicidata Virginia Giuffre, aveva accusato di abusi sessuali Jeffrey Epstein e il principe Andrea

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Si è suicidata Virginia Giuffre (nella foto col suo avvocato), che aveva accusato di abusi sessuali Jeffrey Epstein e il principe Andrea. Lo rende noto la famiglia della donna. La 41enne americana si è tolta la vita nella sua casa in Australia. “Si è suicidata nella sua fattoria dopo essere stata vittima per tutta la vita di abusi e traffico sessuali”, hanno dichiarato i parenti. La Giuffre aveva accusato il defunto miliardario statunitense caduto in disgrazia Epstein di averla usata come schiava sessuale.

Il principe britannico Andrea da parte sua ha ripetutamente negato le accuse di averla abusata quando aveva 17 anni ed è riuscito a evitare il processo pagando un risarcimento multimilionario. “Alla fine il peso degli abusi è così pesante che per Virginia è diventato insopportabile gestirlo”, ha aggiunto la famiglia della donna ricordandone “l’incredibile coraggio e il suo spirito amorevole”. Giuffre lascia tre figli: Christian, Noah ed Emily. Il suo avvocato Sigrid McCawley ha affermato che Giuffre era stata una “cara amica” e una paladina per le altre vittime: “Il suo coraggio mi ha spinto a lottare con più forza, e la sua forza era impressionante”.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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